Era lì davanti a me a guardarmi con i suoi occhi penetranti che una volta adoravo, adesso invece vorrei nascondermi da essi e da chi li possiede. Mi osservava come se non mi conoscesse e in effetti era vero. Non mi aveva visto crescere perchè se ne era andato troppo presto e questo me lo ricordo. Forse lui pensa che lo abbia perdonato ma non è così. E non intendo farlo.
Mia madre mi ripeteva sempre:<< Ricorda sempre questa frase Evelyn. "Non fermarti nel passato, non sognare il futuro, focalizza il pensiero sul momento presente". Lo dice Buddha.>> Questa frase me la ripeto ogni volta che sto male, ma non ha lo stesso effetto di un tempo. Mia mamma in questo periodo non c'è quasi mai a casa e mi fa ripensare molto a mio padre. Anche lui inizialmente mi amava e non vedeva l'ora di tornare a casa per passare del tempo con me poi piano piano iniziò ad essere sempre più freddo nei miei confronti e anche di mia madre fino ad abbandonarci. E la stessa cosa stava facendo essa e questo mi preoccupava. Non ne parlai mai con nessuno di come mi sentissi e di quello che stava succedendo e arrivavo a incamerare tutte le mie emozioni fino a riversarle in vari modi da quelli più semplici a quelli più brutali.
<< Evelyn oddio quanto sei cresciuta non ti ricordavo così...>>
<< Così come papà? Dai dillo... Oh giusto non riesci a trovare le parole. Sai perchè non ti ricordi di come ero, beh te la do io la risposta perchè non ci sei mai stato soprattutto dopo che mi hai abbandonato. E non dire che non è vero perchè c'è l'ho ancora impresso nella mente il momento in cui hai fatto le valigie e sei uscito da quella fottuta porta per sposarti con un'altra. Cosa c'era che non andava con la mamma? Non ti dava quello che volevi per caso? Ti annoiavi con lei? Beh sai che cosa mi fai... schifo.>> sottolineai questa parola per fargli capire che mi aveva davvero deluso e non sarebbe stato facile riacquistare la mia fiducia, anzi sarebbe stato quasi impossibile.
<< Evelyn lasciami spiegare ok?>>
<<NO! Non ti lascio spiegare niente. Non le voglio le tue spiegazioni o le tue scuse. Non voglio la tua compassione.>> E mentre pronunciavo quelle parole sentii dei passi arrivare dall'interno della casa fino alla porta. Mi sporsi per vedere meglio e quando la vidi lì davanti sentii una strana sensazione allo stomaco. Sentivo mancarmi l'aria, le lacrime mi pungevano gli occhi e un'improvviso mal di testa si impossesso della mia mente.
<<Amore cosa sta succeden->> Essa si bloccò appena mi vide. Mi guardò dall'alto al basso e infine mi regalò uno dei sorrisi più falsi che abbia mai ricevuto in vita mia.
<< Tranquilla non sorridere che già ho la nausea poi se ti ci metti anche tu rischio di sboccare.>> A quel punto il suo sorriso si spense definitivamente e si transformò in una smorfia di sdegno. Sapevo benissimo che mi stavo comportando da stronza insensibile e questo l'aveva notato anche mia madre.
<< Tesoro, smettila!.>> Stavo per ribattere quando la presunta fidanzata di mio padre intervenne.
<< Entrate. Oh Evelyn ho delle persone da presentarti.>> Poi sorrise e entrò nella lussosa dimora. Non capivo cosa mio padre ci trovava in lei era letteralmente una stronza. La sua voce acuta era insopportabile, i suoi capelli lunghi e biondi leggermenti ondulati sulle punte mi nauseavano e gli occhi verdi erano simili a quelli di una vipera.
Entrai e lusso mi salto subito all'occhio. Il pavimento fatto di quarzo leggermente dorato, il tavolino in vetro, il lampadario in cristallo era tutto così... così costoso.
<<Non pensavo che avessi così tanti soldi da permetterti una casa del genere>> ammisi con tono ironico per poi concludere la frase con una risata. Volevo infastidirlo. E ci stavo riuscendo.
<< Vedo che siamo in vena di scherzare oggi. Ah non ridere ad alta voce mi dai sui nervi.>> A quel punto credevo di esplodere. Stava dicendo sul serio?
<< Oh scusa, pensavo che ti piacessero le donne con la voce stridula.>> sbottai rivolgendo una chiara ed evidente occhiata alla compagana di mio padre. Stava per rispondermi a tono mio padre quando un'altra voce si intromise nel nostro battibecco.
<< Scusa cosa hai detto su mia madre?>> Un ragazzo coi capelli marroni e gli occhi neri stava scendendo dalle scale per raggiungere il salotto. Aveva addosso soltanto i pantaloni, quindi il petto era in bella vista ma non mi soffermai sul suo corpo anche perchè non mi interessava avevo già un ragazzo molto più bello di lui. Non mi lasciai intimidire dalla sua presenza e continuai a litigare con mio padre come se nulla fosse. Ma prima di riprendere il mio discorso da dove lo avevo interrotto mi arrivo una chiamata da Jason, il mio ragazzo.
<< Aspettate un'attimo...Dimmi amore>> a quel punto tutti tranne mia madre ovviamente aggrottarono la fronte probabilmente sospresi che una come me si fosse trovata un ragazzo.
<< Amore ti... ti devo dire una cosa. Non so proprio come la prenderai ma te la devo dire. Allora...>> qualcosa nel petto si accese e la preoccupazione fece spazio nel mio corpo. Il cuore batteva talmente forte che lo sentivo persino nelle tempie. Cercai di calmarmi e di non agitarmi, magari si sta prendendo gioco di me facendomi uno scherzo.
<< Non penso che sia il momento adatto. Sono a Lione.>>
<< A Lione? E che ci fai lì?>>
<< Lunga storia...comunque che ne dici di vederci e parlarne con calma? Magari adesso... ti va?>> un lungo silenzio seguì dopo la mia domanda finchè sentii uno strano rumore dall'altra parte del telefono. Avevo sentito bene? No impossibile. Era un gemito femminile.
<<Jason?>> dissi con la voce tremante. Le mie sicurezze che mie ero costruita in quell'arco di tempo stavo crollando e a ogni secondo mi sentivo sempre più male.
<< Eh si...si va bene. Ci vediamo domani.>> e chiuse la chiamata. Aspetta io gli avevo chiesto se ci vedevamo oggi non domani. Presi di fretta la borsa che avevo lasciato sul bancone della cucina e mi avvia verso l'uscita.
<< Dove pensi di andare?>> intervenì mia madre.
<< Da Jason>> non le lascia neanche il tempo per finire che uscii dalla porta lasciandomi alle spalle mio padre, la sua nuova famiglia e mia madre.
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Il mio errore più bello
ChickLitEvelyn vive con sua madre a Parigi da quando ha otto anni. Suo padre non c'era mai in casa e questo influenzò molto su di essa. Quando il padre andò a trasferirsi a Los Angeles per vivere con la sua nuova famiglia, Evelyn iniziò a trascurare se stes...