La vendetta

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E' pazza ma

è magica. 

Non c'è bugia 

nel suo fuoco. 

Charles Bukowski 





Quella stronzetta aveva definito senza dirlo, troia mia madre e non mi piaceva per niente.

Potevano toccarmi tutto, ma non lei. Era l'unica che mi capiva e che mi è stata accanto tutto questo tempo. Il nostro rapporto non è come quello degli altri, è speciale, diverso e silenzioso. Sì, proprio così. Non avevo mai detto a mia madre quanto le volevo bene e che soprattutto le dovevo tutto per non avermi mai abbandonato rispetto ad altre persone, che hanno preferito andarsene e fuggire dai propri problemi invece che risolverli.

Di certo e di questo ne ero fermamente sicuro, che la figlia di Thomas non l'avrebbe fatta franca. L'avrei punita, non sapevo ancora come ma mi sarebbe venuta un'idea entro fino giornata.

Ero disteso sul letto a fumare le mie sigarette preferite immerso nei pensieri. La nicotina era un'arma che mi stava lentamente uccidendo, ma non mi importava perché era un calmante per me, mi aiutava a ragionare e fare le scelte giuste, anche se fumare non era tra quelle.

Un rumore improvviso mi riscosse dai miei pensieri. Qualcuno dal piano di sotto sbattè la porta talmente forte che si sentì dal piano superiore. Decisi di alzarmi dal letto e di andare a controllare chi fosse quel pazzo ad essere entrato in casa mia.

Camminai lentamente verso la porta di camera mia per non farmi sentire. Una paura incontrollata mi si propagò nel corpo.Il cuore batteva talmente forte che arrivai a pensare che potesse fuoriuscire dal petto. Aprii la porta e rimasi imbambolato a guardare la ragazza in cucina che si stava versando un pò di succo all'ace dentro il bicchiere di vetro.

La riconobbi subito. Riconobbi i suoi occhi verdi, i capelli castani, le lentiggini sul naso e il suo stile buffo e di certo fuori dal normale. Se pensava di girare a Los Angeles così allora sarebbe davvero impazzita. Indossava delle semplici scarpe da ginnastica bianche, un jeans nero leggermente strappato sul davanti, una maglia bianca leggermente scollata sul petto e una camicetta blu celeste sulle spalle.

<< E per te questo sarebbe stile>> commentai scendendo lentamente le scale che davano sulla sala da pranzo. Gliela avrei fatta pagare, ma in un modo molto particolare.

<< Adesso ti ci metti anche tu? Senti se ho offeso tua madre scusa. No, anzi non mi dispiace per niente. Lo sai che c'è te lo dico in faccia. Tua madre non mi piace. E' stronza, mi squadra dall'alto verso il basso come se fossi io il problema, quando il problema è soltanto lei...>> non lasciai neanche finire che mi avvicinai con fare minaccioso a lei fino ad azzerare completamente la distanza tra di noi. Volevo farle capire cosa succedeva se qualcuno si azzardava a parlare male di mia madre.

<< Non provocarmi e non parlare male di mia madre...>> osservai un'altra volta il suo abbigliamento facendola sentire terribilmente in imbarazzo ed era questo che volevo. << Ascoltami, Eveline o come cazzo ti chiami prova ad offendere di nuovo mia madre e ti metterò in punizione. Partendo da questi>> lanciai uno sguardo al suo look stile 2016 e le sorrisi malizioso. La vidi confusa dal mio atteggiamento ed era probabilmente molto turbata dal mio cambio di umore improvviso.

<<Cosa vorresti farci sentiamo sono proprio curiosa di saperlo>> domandò con un tono arrogante, ma al contempo dolce come il miele. E quando mi avvicinai di più a lei la sua fragranza al miele mi invase completamente. Le piaceva fare la dura, ma in realtà era soltanto una ragazzina ingenua come le altre.

<< Non sei ancora pronta per saperlo. Sei troppo piccola, ma devi cambiare look stasera.>> Mi scrutò attentamente tutto il corpo soffermandosi sul torace muscoloso. Sapevo che effetto facevo alle donne e mi piaceva ricevere le loro attenzioni, anche se alcune lo sapevano già dal principio che non le avrei mai notate. Non avevo un prototipo di ragazza, ma mi piacevano le ragazze sicure di sé, che lottavano fino in fondo quando desideravano ottenere qualcosa, poco sensibili come me e che non volevano relazioni serie. Poi c'è l'estetica, mi piacciono le ragazze more con gli occhi azzurri come il cielo, formose e che si sanno vestire. Quindi la ragazzina che avevo di fronte a me era letteralmente il contrario di quello che volevo io, ma a qualcun altro sarebbe piaciuta molto.

<<Non capisco. Cosa devo fare stasera? Se proprio devi punirmi almeno fallo bene. Cosa pensi di fare, rinchiudermi in una cantina?>> puntò i suoi occhi nei miei e mantenne il contatto visivo che avevo iniziato per farla sentire in imbarazzo.

<<Tu stasera verrai con me e i miei amici in un pub. Ecco cosa farai, semplice.>> Questa era la sua punizione, sembrava molto semplice ma non lo era per niente.

<< Tu sei pazzo. Allora, uno non ho niente da mettermi e due io non ci vengo. Te lo scordi. Non verrò mai con te!>> mi urlò in faccia sicura di sé. Io rimasi impassibile squadrandola dall'alto verso il basso facendola sentire terribilmente in imbarazzo e me ne ero accorto di questo. Le sue gambe iniziarono a tremare leggermente e le sue guance si tinsero di un rosso acceso. Mi fece sorridere questa visione, era davvero buffa. Faceva la dura e poi la sua sicurezza faceva posto al timore ed era la cosa che più odiavo.

<<Forza vatti a preparare e non farmi perdere le staffe ragazzina. Perchè quando mi incazzo non mi ferma nessuno...>> mi avvicinai al suo orecchio per imprimere nella sua mente l'ultima parola, così non l'avrebbe scordata.

<<Nessuno ricordalo>> dopo di che me ne andai e tornai in camera mia per continuare a fumare in tranquillità aspettando il momento di uscire insieme ai miei amici e quella stupida ragazzina ingenua che profuma di miele. 


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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 14, 2022 ⏰

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