VI

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Mi svegliai per prima, Tate stava ancora dormendo.

Senza fare rumore mi alzai e andai a farmi un bagno caldo.

Riempì la vasca di sali e mi ci immersi per una buona mezz'ora, mi stavo asciugando a quando sentì Tate urlare.

-Violet! VIOLET!-

Mi stavo preoccupando perciò corsi subito verso la camera.

Tate stava in un angolo, si dondolava in posizione fetale e continuava a sussurrare il mio nome

-Violet...Violet..Violet..-

-Hei, sono qui!-mi buttai vicino a lui senza asciugamano,perché mi era scivolato mentre correvo.

Tate stava piangendo.

-Pensavo te ne fossi andata, ho avuto paura.-

-Tate sono qui, tranquillo.-

Tate buttò le sue braccia intorno a me:un abbraccio che supplicava fedeltà e amore eterno e fu in quel momento che capì in cosa mi ero cacciata.

Un amore disperato che mi ha tratto in inganno e ora dovrò sopportarlo e difenderlo.

Amo Tate, ma riuscirò a perdonare la sua oscurità?

Devo farlo, è l'unico che è rimasto con me da quando mi ha visto.

-Tate io ti amo e non me ne andrò, dai vieni con me.-mi allontanai dal suo abbraccio, gli presi la mano e lo portai verso il letto lo feci stendere e mi misi dietro di lui, gli accarezzai i capelli finché non si riaddormentò.

Mi vestì in fretta per non fargli accorgere della mia mancanza, presi il mio diario e ritornai a letto.

-Violet, quanto manca ad Halloween?-chiese una volta sveglio.

-Penso una settimana.-e continuai a scrivere sul diario.

-Ieri era il tuo compleanno.-

-Lo so.-

-Ti ho guardato mentre dormivi.-

-Ah..-

-Stavi piangendo, Violet e tutto ok?-

-Ora che ci sei tu, Tate, va tutto bene. Avevo sognato noi due insieme.-

-E perché piangevi? Avresti dovuto essere felice.-

-Erano lacrime di felicità.-

Un lungo silenzio, interrotto dal rumore della chiusura del diario.

-Cos'è?-chiese Tate.

-È un diario in cui scrivo ciò che mi sta succedendo da quando sono morta;per paura di dimenticare.-

-Posso leggerlo?-

-No.-

-Daiiii-e mi fece la faccia da cucciolo.

-No.-

Mi saltò addosso e con forza mi prese il diario, aprì una pagina a caso.

Non volevo che lo leggesse perché tutto il diario parlava di lui e anche se stavamo insieme è imbarazzante.

-Venticinque giugno duemilaventi.

Caro diario, Tate mi manca sempre di più, chissà cosa stava facendo.-lesse ad alta voce.

-No, Tate,smettila.Ti prego.-lo supplicai.

-Mi ricordo cosa feci quel giorno, stavo vicino a te, ovviamente invisibile, e probabilmente dormivo.-....-Dormivo solo quando c'eri tu, mi sentivo così tranquillo. -

Era così dolce.

Mi avvicinai a lui e lo baciai, gli presi il diario dalle mani e lo buttai per terra e poi cominciai a sbottonargli i pantaloni e lui fece lo stesso e in meno di 10 minuti eravamo nudi e pronti a farlo.

Il bello di essere fantasmi era che non servivano i preservativi.

Era stato bellissimo.

Sentimenti~(Tate&Violet)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora