Non appena scendiamo dall'auto Valerio mi abbraccia e mi guarda meglio, probabilmente per controllare che stessi bene.
«Tutto okay? Ti hanno toccata? Dimmelo, davvero!» mi dice preoccupato.
«Non dire stupidaggini! Sto bene, credo.» dico esitante.
«Vuoi tornare a casa? Dimmelo che ti ci porto subito.» dice abbracciandomi.
Mi stacco e lo guardo negli occhi.
«Voglio solo capire che minchia succede!» dico guardando anche tutti gli altri.
Mi guardavano tutti storti, tranne Giorgio.
Mi siedo sul cofano di un auto qualsiasi e mi metto le mani tra i capelli.
È davvero tutto così complicato?
«Vi prego..» dico con un tono basso di voce.
Giorgio mi prende e mi porta dietro una specie di capannone.
Due ragazzi sono seduti per terra a fumare, ma appena vedono Giorgio si alzano e vanno via.
«È una specie di giro. Non so come spiegarti. Tre anni fa c'hanno fatto na proposta e avemo accettato n'paio de regole. Stamme a sentì..» dice, prima di essere interrotto da me.
«Non parlare così! Ti prego. Sì solamente chiaro e diretto; non accetto scuse o cazzate varie. Arriva al punto!» dico seria.
«Abbiamo un capo, ma noi siamo il suo miglior gruppo. Facciamo commissioni per lui, se vuoi che lo dica così.
Ma se devo essere diretto: spacciamo.
Non credere che! Le solite piccole cose.
Non facciamo casini o robe varie, solo "commissioni".
Due mesi fa è arrivato Falco con il suo gruppo e lavora per un altro tizio.
Ieri abbiamo scoperto che questo tizio è il fratello del nostro capo. È tutta una cosa di famiglie e cazzate varie!
Falco ti conosce. Conosce tutti.
Appena ha saputo i nostri nomi ha fatto ricerche su tutti noi, arrivando alle famiglie.
Ora ci sono due cose che puoi fare, okay?
Puoi andare via, stare in giro con i tuoi, divertirti e crearti una nuova vita senza Leonardo.» dice, marcando quel nome.
Non sa di lui. Non dovrebbe sapere neanche che sono fidanzata. Che ero fidanzata.
«Oppure..?» cerco la seconda opzione.
«Oppure puoi imparare a maneggiare una pistola. Però sia chiaro..questa scelta non tocca solo a te, ma anche a tuo fratello. Non ti vorrà mettere nella merda con noi, ma devi convincerlo, sempre che tu lo voglia.» dice, terminando il tutto.
«No aspetta, sono confusa.
Due fratelli sono anche due capi che comandano dei gruppi e hanno un giro di spaccio. Uno dei due fratelli è il vostro capo. Voi spacciate e stai chiedendo a me di spacciare con voi?»
Mi fissa un attimo, si accende una sigaretta e la lascia in bocca, prendendo il telefono.
Quando ha qualcosa in bocca le sue labbra risaltano ancora di più. Carnose più che mai. Perfette.
Guardo il telefono cercando di scacciare i pensieri che non dovrebbero esserci e aspetto risposta.
«Ti sto chiedendo di andare via. La scelta non tocca a me. Non ti voglio mettere nella merda, non lo vorrei mai. Ti chiedo di rifarti una vita lontana da Roma. Ma hai due opzioni. O completamente dentro, o completamente fuori. Decidi e parlane con Sercho.» dice, prima di andare via.
Resto lì.
Ferma. Immobile.
Ho sempre sottovalutato la vita.
Sono solo una persona, un piccolo pezzettino di un grande puzzle. Una schedina.
Non ho paura della morte. Se deve arrivare, arriva.
In questo momento devo solo decidere della mia scheda.
Diventare una scheda diversa dalle altre? O restare una scheda blu.
Di quelle che fanno il cielo del Puzzle e che sono centinaia, tutte uguali e insignificanti. Lo sfondo.
Ma non ho mai amato lo sfondo, preferisco essere un colore vivo, che riempie il quadro generale.
Mi prendo in disparte Valerio e gli spiego il tutto.
Mi abbraccia per un po' e quando si stacca mi sorride.
«Devi solamente essere felice.» mi dice, riabbracciandomi.Iniziano a spiegarmi come funziona, descrivendomi il tutto.
Dove "lavoravano", come si faceva e chi erano le persone abituali.
Briga non mi stacca gli occhi di dosso, continua a guardarmi e a farmi sentire a disagio.
«Sei sicura di volerlo fare?» mi chiede di fronte a tutti, zittendo J che mi spiegava come comportarmi con alcuni tipi.
Tutti lo fissano e poi fissano me.
«Sì, altrimenti non starei qui ora.»
Guardo Luca che continua il suo discorso, ma sento comunque il suo sguardo su di me.3 Giorni dopo.
In questi giorni mi hanno aiutata parecchio a farmi capire il loro "gioco", come lo chiama Saccone.
Ho pensato veramente poco a Leo e questo mi ha fatto sentire meglio.
Hanno passato 24 ore su 24 a casa mia ad aiutarmi e a progettare un piano contro Falco.
Ora ho tutto in mente, so chi è Falco, chi gli sta intorno, chi è il suo capo e chi è il nostro.
Dopodomani parlerò con il mio nuovo boss e inizierò seriamente la mia nuova vita.
«Secondo me non ha senso, comunque sono fratelli, non possiamo uccidergli uno della famiglia.» dice Valerio gridando.
«Non ce lo permetterà, dobbiamo puntare a Falco, non a Luigi.»
Luigi era il fratello di Max, il mio capo.
Era un tipo barbuto e con un i capelli sempre tirati, con un codino in testa, ma di quelli piccoli e a cipolla.
Mulatto, capelli neri e occhi verdi.
Tutto il contrario di Max che era un tipo dalla pelle chiara, capelli castani e con gli occhi grigi.
«Gli ammazziamo il cane.» dice Saccone disperato.
«Oppure direttamente lui.» dice Mostro, questa volta serio.
Tutti lo guardano interrogativi.
«Sei serio zì?» chiede Valerio.
«Certamente.» risponde lui, sereno.
Un brivido mi percorre la schiena a quelle parole.
Sapere che mio fratello faceva quelle cose era un po' strano, ma ora ci sono anche io dentro, quindi devo abituarmi, credo.
Vado in cucina a prendere un bicchiere d'acqua e quando faccio per tornare mi ritrovo di fronte Giorgio.
«Ehi, tutto okay?» mi chiede disinvolto mentre prende anche lui un bicchiere d'acqua.
«Ciao, eh..sì, credo.»
«Credi?» mi chiede avvicinandosi.
Faccio un passo indietro istintivamente, ma poi rilasso i muscoli.
«Sì, cioè sta andando tutto troppo velocemente, ma sta andando e credo mi piaccia.» dico bevendo un sorso dal bicchiere con la mano tremante.
«Usi troppi "credo" per i miei gusti.» dice scontroso.
Lo guardo storta.
Ma che cazz?!
Cioè prima fa tutto quello preoccupato e ora l'altezzoso.
«Pazienza.» dico sbuffando e tornando dagli altri.
«Arianna?» mi chiama.
Mi giro di scatto e con un sorrisetto in faccia mi guarda.
«Non sono un tipo paziente, ricordatene.» dice con uno sguardo malizioso, squadrandomi.
In questo momento il mio corpo è diviso in due, il cervello è schifato dall'affermazione, ma la pancia balla.
Alzo gli occhi al cielo e mi giro verso gli altri, tornando a sedermi.
Iniziarono ad attenuare un piano per come ammazzare il Falco e io restavo in silenzio all'angolo.Mancano precisamente due giorni alla fine di Falco e mi stanno "allenando" per farmi capire più cose nello specifico.
Sarò l'esca, e questo mi preoccupa.
Ma ormai tutto va bene.
Arrivare nel locale, girargli intorno e portarlo fuori, per poi portarlo dal resto del gruppo.Salgo le scale per andare in camera a prepararmi.
Sercho mi segue e arriviamo in camera, lo guardo, mi sorride, si siede accanto alla porta e io gliela chiudo di fronte, lasciandolo fuori.
Entro in doccia e intanto mi ripeto le battute per "allenarmi".
Esco dalla doccia e prendo l'asciugamano, mi asciugo e inizio a vestirmi.
Mi piazzo di fronte all'armadio e osservo i miei vestiti.
Non sono una di quelle persone che mette molto a scegliere cosa mettere.
Prendo un vestitino nero attillato semplice e dei tacchi bianchi.
Sciolgo i capelli lisci, arriccio velocemente le punte e metto un filo di trucco con un bel rossetto rosso, adatto alla situazione successiva.
Grido un "entra" a Sercho e lui apre la porta, guardandomi nello specchio, si gira verso di me e mi guarda di nuovo, rimanendoci.
Sorrido e lui inizia a ridere.
Mi presenta la mia "armatura" e inizia a mettere le cose più piccole.
Una specie di cimice simile ad una molletta viene inserita nei capelli, un bracciale con dentro un rilevatore e infine l'ultimo aggeggio, una pistola, che metto in un gancio fissato sulla coscia da una fascia.
Mi guardo allo specchio, spaventata.
Scendo giù.
Tutti mi guardano, cosa che non sopporto.
Esco di casa senza dire una parola e vado in macchina.
Accanto a me si siede mostro e mi mette una mano sul ginocchio.
Lo scanso, ripensando alla scenata del giorno precedente, e guardo avanti.
Mi si avvicina all'orecchio e mi sussurra un "sei bellissima".
Le farfalle ci sono tutte, ma anche l'orgoglio.
Lo fisso e torno subito a guardare avanti.
Non so se sono pronta o meno, so però che l'ansia mi sta divorando.Uccidetemi🙈
Ho avuto il telefono in assistenza e dato che scrivo da qui non ho potuto pubblicare prima di adesso.
Io non credevo sarei arrivata mai a così tante 'visualizzazioni', preferiti e commenti.
Cioè 😍.
Comunque vi chiedo di nuovo perdono e scusate anche la punteggiatura e cazzi vari ma l'ho scritto molto velocemente.
Spero vivamente vi piaccia, ciao🙊❤️-upinthemars
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Ossimoro. ||Mostro||
FanfictionArianna Apa ha 17 anni e la sua vita è in continuo movimento. Scuola, Danza, Amici e il suo ragazzo, Leonardo. Vive con suo fratello Valerio e la sua vita cambia radicalmente il giorno in cui si trova per la prima volta un pomeriggio a casa, convint...