Uscire da quella stanza mi faceva strano, ma non so neanche io perché.
I giramenti di testa continuano, ma non sono troppo forti.
Scendo le scale e arrivo dagli altri che stanno mangiando schifezze del Mc.
«Arianna! Finalmente! Come ti senti?» mi chiede Mattia.
«Ehi, ehm, bene, grazie.»
Probabilmente sarò titubante ma non è da tutti vivere avventure come quelle del giorno passato.
Sono tutti presenti, tranne Giorgio.
Mio fratello si avvicina e mi porta a sedere con lui, per poi sussurrarmi nell'orecchio di avere una sorpresa per me.
«Sta arrivando qualcuno, e finalmente non sarai l'unica vagina in casa.» dice ridendo.
Un'altra femmina? E mo chi cazzo è?
«Come scusa?» chiedo tenendomi la testa.
«Sì, è sorella di Giò e sta tornando da Pag, quindi deve stare con noi.»
«Da dove sta tornando?» chiedo.
Non ho la minima idea di dove sia Pag.
«Pag! Dai non sai cos'è?» mi chiede sconvolto.
Faccio no con la testa e aspetto una spiegazione.
«Hai presente Ibiza? Milano marittima? Gallipoli? Sono tutte località dove si balla e ci si diverte tra giovani. Ecco, Pag è la stessa cosa, però è un'isola Croata.» mi dice, fiero della sua spiegazione.
Annuisco per far intendere di aver capito.
Sono stata in tutti questi posti, tranne a Pag.
Gallipoli è stata sicuramente la migliore, la Puglia è una terra dove quando ci vai, lasci un pezzo di cuore, come la Sicilia.
Sento sbattere la porta e giro la testa verso l'entrata, dove entra Giorgio, con la sua solita espressione scazzata, e sua sorella subito dopo di lui.
La mia autostima cala del 90% alla vista di quella ragazza.
Bionda, a quanto sembra naturale, con un fisico perfetto e due occhi verdi mozzafiato.
«Salve a tutti ragazzi.» dice, con una voce soave.
A prima vista sembra una brava ragazza, lineamenti delicati, una voce dolce e degli occhi da cerbiatto.
Ma il suo abbigliamento fa capire altro.
Un paio di pantaloncini neri a vita alta, strappati sulle cosce.
Una maglia con Che Guevara, quella classica nera e rossa e delle vans ai piedi.«Comunque piacere, io sono Chiara.» si presenta, sorridente. Non c'è che dire, è davvero bellissima.
Inizia a raccontarci della sua esperienza a Pag, di tutti i ragazzi e le ragazze che ha conosciuto, di nuovi stupefacenti provati e delle nuove culture trovate lì, ma provenienti da tutto il mondo.
Non c'è che dire, un posto fantastico solo dalla descrizione.
Amo viaggiare, e ogni volta che ne ho la possibilità lo faccio.
Quando parto in un posto lascio seriamente il cuore, ma poi torno alla mia Roma.«Cazzo però, dovremmo farcelo un viaggio insieme» afferma J.
Inizio a farmi già i film mentali sui viaggi, come sempre del resto.
Valerio mi guarda interrogativo, per poi domandarmi.
«Ari, che ne dici di un viaggio?» mi chiede.
In questo momento, dopo lo shock subito, mi servirebbe davvero.
Anche quando è morto nonno non sono riuscita a vederlo, era il mio primo morto, e vederlo morire proprio difronte a me, in quel modo, non è l'ideale.
Gli sorrido, perché mi conosce, e sa che amo viaggiare.
Annuisco con la testa, felice come una bambina di fronte al suo gelato preferito.
Chiara inizia a consigliarci subito Pag e afferma di essere entusiasta di ritornarci, pur essendo appena tornata.«Io non vengo con voi, vi raggiungo dopo due giorni, ho delle faccende da sbrigare.» dice Chiara.
Mostro la guarda interrogativo.
So già che le chiederà che tipo di faccende e cosa riguardino, essendo un maniaco del controllo.La sua domanda arriva subito, ma lei lo conosce sicuramente meglio di me, quindi lo zittisce dicendogli semplicemente di farsi gli affari suoi, tra una risata e l'altra.
Ci troviamo di fronte al computer, e sinceramente sto morendo dalle risate.
Sono tutti strafatti e stanno cercando aerei per Pag, ma non riescono a scrivere correttamente.
Al computer c'è Giulio, che continua a ridere ogni tasto che schiaccia.
Gli altri ridono di lui, e io non posso fare a meno di partecipare.
Vedo la sigaretta fumarsi da sola tra le mie mani, e ricomincio a fumarla, prima di spegnerla.
Qualche giorno fa Valerio mi ha presa in disparte per sgridarmi e dirmi che non mi vuole vedere fumare, ma che ovviamente non può costringermi, e che me lo dice per il mio bene.
Il giorno dopo mi ha offerto una sigaretta, giusto per essere coerenti.
Mamma e papà dovrebbero tornare la settimana entrante, ma noi Venerdì partiamo, quindi non troveranno nessuno a casa.
Faccio l'ultimo tiro e spengo la sigaretta nel bicchiere pieno d'acqua, per poi sottrarre il computer a Lowlow e iniziare le vere ricerche.
«Ora smettiamola e facciamo i seri, Okay?» chiedo con il computer sulle gambe.
Si siedono tutti intorno a me, e acconsentono nel silenzio.
Inizio a cercare voli per Pag a poco prezzo e alla fine trovo €40, andata e ritorno, assicurazione e tutto il resto compreso.
Ognuno si controlla il portafoglio e si fa un paio di conti sulle proprie finanze, per poi accettare.
Prenotiamo otto biglietti, e troviamo un nono biglietto per Chiara, che sarebbe partita due giorni dopo di noi.
Dopo aver ordinato i biglietti cerchiamo un hotel e iniziamo con le chiamate.
Luca insiste nel voler parlare con il proprietario di un mini Resort, ma finisce col bestemmiare in faccia al signore che, giustamente, parla solo Inglese e Croato.
Prendo il telefono e parlo col proprietario scusandomi inizialmente e poi confrontando i prezzi e tutti i blocchi e le libertà aventi nelle stanze.
Il signore si presenta molto gentile, è giovane e si sente, infatti inizia col chiedere l'età e se abbiamo in programma gite o solo discoteche e divertimento.
Optiamo per la seconda opzione e concordiamo i prezzi.VENERDÌ
Abbiamo l'aereo alle dieci, arriveremo lì alle dodici e ci sistemeremo, il tempo di trovare eventi e ci butteremo subito nella movida di Pag.
Entriamo nel resort che, a parer mio, è meraviglioso.
Le stanze non sono suite, ma sono spaziose e accoglienti, semplici ma carine.
Mini frigo, televisione, bagno con doccia e acqua calda.
Tutto quello che avevamo concordato era lì, a nostra disposizione.
Controlliamo i segnalatori di fumo e li blocchiamo con dei calzini, per non far arrivare la puzza e far inondare la camera di acqua.
Per ora sono in camera da sola, ma aspetto solo Chiara che arrivi, per poi avere il secondo letto occupato.
Sento qualcuno bussare alla porta e vado ad aprire, trovandomi di fronte un ricciolino più che abbronzato, che mi sorride felice.
Si presenta e cerca di parlare un po' di Italiano.
«Io sono Sandro, il proprietario» mi dice, spiaccicando le parole.
Gli sorrido e gli porgo la mano.
Mi fa capire di aver fatto bene ad aver messo i calzini, che se abbiamo bisogno di roba lui è disponibile ad aiutarci e che per qualsiasi cosa basta chiedere.
Lo ringrazio e rientro in stanza.
Mi faccio una doccia calda, mi phono i capelli e mi metto un pantaloncino jeans ed una maglietta nera con delle borchie sulle spalline.
Mi accendo una sigaretta e metto un po' di mascara, sotto le note di Ribelle e Basta di J-Ax.
Esco dalla camera e raggiungo gli altri, che trovo poi a bordo piscina, pronti ed eleganti per una nuova serata.
Mi serviva una vacanza, e questo gruppo mi piace, quindi per ora è tutto okay.
Guardo Mostro e osservo il suo abbigliamento.
Un jeans e una camicia nera, con le maniche girate fino al gomito e gli ultimi bottoni superiori staccati.
Tento di frenare gli ormoni e prendo Mattia sotto braccio, portando melo fino alla navetta, che ci conduce ad una discoteca del luogo.
Noi siamo pronti.Niente da dire, spero vi piaccia e scusate gli errori, un bacione.💋💋💋
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Ossimoro. ||Mostro||
FanfictionArianna Apa ha 17 anni e la sua vita è in continuo movimento. Scuola, Danza, Amici e il suo ragazzo, Leonardo. Vive con suo fratello Valerio e la sua vita cambia radicalmente il giorno in cui si trova per la prima volta un pomeriggio a casa, convint...