Era la solita giornata invernale, quasi inizio primavera. Io ero in quel posto orrendo chiamato "casa" con il mio fidanzato Ajax. A sentire il suo nome mi si gela il sangue. Ogni santo giorno mi urla contro, mi violenta, io non ce la faccio più è diventata insopportabile questa situazione, ogni notte sto nascosta mentre piango in silenzio ho lividi dappertutto, sul seno, sulle braccia e uno dietro al collo. A volte mi chiedo perché sto con un mostro del genere o il perché mi fa soffrire così, insomma io faccio di tutto pur di farlo stare bene.
Cucino, lavo, stiro e lui cosa fa? Mi tratta male come il suo classico. Io sono dolce, si, ma con lui vorrei solo che cadesse dalle scale e si rompesse l'osso del collo.
Distratta dai miei pensieri lo sento tornare a casa, lo guardo in faccia e mi dice: "Cos'hai preparato per cena?"
Io lo guardo con timore e rispondo: "Non ho preparato nulla io stavo pule-."
Non faccio in tempo a finire la frase che subito lui mi parla da sopra.
"Stavi pulendo e secondo te questa è una ragione per non cucinare?!"
"Ajax io non ho detto che non cucino ma se non pulisco questa casa diventa uno schifo e tu lo sai meglio di me."
Lui mi guarda come se fosse schifato da me e mi risponde: "Allora va a cucinare, prima che ti dia uno schiaffo."
"Adesso vado ma ti prego non farmi nulla." Rispondo io quasi tremante lui mi guarda frustrato e mi dice. "Staremo a vedere se non lo farò."Quell'uomo fa venire i brividi, senza dire nulla vado in cucina a preparare qualcosa che a lui possa piacere magari si calmerà penso tra me e me, vado a servire la cena.
Nella mia bocca stringevo parole troppo gelate per sciogliersi, iniziamo a mangiare quando inizia a lamentarsi di come avevo cucinato.
"Cos'è questa roba?" Mi domanda lui con la voce un po' scaldata.
Io lo guardo e gli rispondo: "Si chiama cibo e se non ti piace buttalo."Lui arrabbiato prende il piatto e lo spacca sul pavimento e mi dice: "Se non pulisci e prepari qualcos'altro farai anche tu quella fine."
Avevo quasi le lacrime agli occhi ma mi rifiutai di piangere non volevo dargliela vinta non meritava di vincere quell'essere ma ho pulito e preparato qualcos'altro lo stesso io non volevo altri lividi sul mio corpo non me li meritavo.
Mentre ero andata fuori a buttare la spazzatura ho visto lui, si proprio lui Diluc che mi guardava con aria un po' insolita come se provasse rancore nei miei confronti non si era avvicinato mi guardava e basta.Ero convinta che lui mi capisse benissimo, non abitava tanto lontano da casa mia ma comunque riusciva a sentire tutto, buttai la spazzatura e entrai di nuovo dentro casa mi misi il pigiama e all'improvviso sentì una presa molto forte sul mio collo. "Che cosa ho fatto?" Chiedo io sbalordita non mi aspettavo che mi mettesse la mano sul collo così all'improvviso Ajax mi ha risposto: "Lo sai benissimo cosa hai fatto." Dice lui stringendo sempre di più la presa con le lacrime agli occhi gli urlai: "Ajax lasciami stare ti prego toglimi subito la mano dal collo mi stai facendo male."
"E tu smettila di guardare Diluc nessuno può guardarti posso farlo solo io."Dissi questo mentre la prendevo per il collo e la tiravo su cercando di soffocare i suoi lamenti.
Mi guardava piangendo, le sue lacrime cadevano sulle sue maglie ormai inzuppate del suo sangue, ogni giorno chiedeva pietà guardandomi negli occhi ma come ormai sapeva bene non gliela davo... Crudele, spietato e disumano me le gridava ogni giorno tra singhiozzi e lacrime facendomi ribollire il sangue creandomi brividi dietro al collo.
Amavo quella donna ma ogni giorno sbagliava, è come ci insegnavano all'elementari sbagliare è umano ma perseverare è diabolico, lo sapeva bene, se errava veniva picchiata per fargli così capire che quel piccolo o grande errore non doveva essere più commesso.Odiavo quel suo modo di ragionare non era giusto non vedevo l'ora che arrivasse l'indomani perché sarebbe venuto Arataki a trovarmi è l'unica persona di cui mi fido è il mio migliore amico ma gli ho nascosto tutta la storia tra me e Ajax ma lui non mi giudica quindi devo parlargliene devo scappare da lui prima che mi uccida senza rendersene conto.
I suoi singhiozzi entravano dalle finestre e riempivano la stanza, perseguitandomi tutta la notte è rimanendomi nella parte più buia della mente così che di tanto in tanto me ne ricordassi.
L'odio per il suo ragazzo mi riempiva il petto, mi portavo velocemente le
mani alle piccole orecchie per cercare di non sentire quelle urla straziate e strizzavo gli occhi per evitare di essere preso dalla collera.
Camminavo su e giù per la stanza, chiedendomi se bussare o no a quella bianca porta...
Lentamente mi avvicinavo a quella porta ma prima di battere su di essa mi fermavo pensando a cosa sarebbe successo dopo alla dolce T/n.
L'avrebbe picchiata di nuovo creando nuovi singhiozzi e pianti per colpa mia, per colpa della mia piccola cotta, abbassando il capo ritornavo in casa chiudendo tutte le finestre per non sentire il suo dolore.

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Il Peccatore e il Salvatore// Diluc
Romance𝒰𝓃𝒶 𝓇𝒶ℊ𝒶𝓏𝓏𝒶 𝒹𝒾 𝓃ℴ𝓂ℯ 𝒯/𝓃 𝓈𝒾 𝓉𝓇ℴ𝓋𝒶 𝒾𝓃 𝓊𝓃𝒶 𝓇ℯ𝓁𝒶𝓏𝒾ℴ𝓃ℯ 𝓉ℴ𝓈𝓈𝒾𝒸𝒶 𝒸ℴ𝓃 𝒾𝓁 𝓈𝓊ℴ 𝒸ℴ𝓂𝓅𝒶ℊ𝓃ℴ 𝒯𝒶𝓇𝓉𝒶ℊ𝓁𝒾𝒶 𝒹ℴ𝓋ℯ ℯ̀ 𝓋𝒾𝓉𝓉𝒾𝓂𝒶 𝒹𝒾 𝓋𝒾ℴ𝓁ℯ𝓃𝓏ℯ ℯ 𝒶𝒷𝓊𝓈𝒾 𝓅𝓈𝒾𝒸ℴ𝓁ℴℊ𝒾𝒸𝒾 ℯ 𝒻𝒾𝓈𝒾𝒸𝒾 ℯ𝒹 𝒾𝓁 𝓈�...