CAPITOLO III

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Seduto sul divano a leggere quello che è il giornale della domenica cerco di sentire i suoi pianti ormai stanchi e sofferenti.
Quel groppo in gola mi brucia la pelle del collo, mi pizzica il palato e i miei muscoli si carbonizzano, sto leggendo per la quinta volta la stessa riga per colpa dei miei pensieri cupi e ormai fissi su una sola cosa... Quella giornata, quella tortura giornata dalle finestre non entra neanche un piccolo urlo o pianto, delle piccole ciocche mi contornano il viso mentre la mia mente vola nel buio... E se quel giorno T/n ha deciso di mollare, di lasciare che quel mostro la picchiasse fino a fargli sanguinare ogni parte di essa forse anche ad aprire le vecchie ferite e quindi avesse capito che quella era la sua fine ed avesse esalato un'ultimo respiro caldo e stanco?
Scossi la testa e buttai il giornale per terra ed aprì la porta e con i piedi scalzi corsi sull'erba ormai vola di margherite e saltai il piccolo recinto che racchiudeva la mia casa.
Bussai con gli occhi che fisavano i miei piedi, ero preoccupato e arrabbiato, il mio stomaco bruciava e la mia pelle gridava aiuto per il troppo calore che stava emanando il mio corpo a causa della furia.
Bussai e bussai ma non sentì neanche un movimento dentro a quella casa, l'immaginai T/n stesa a terra con quel dolce viso pieno del suo stesso sangue, e i suoi capelli che gli contornavano il viso ormai sporchi anche essi.
Strinsi le mani quasi finito a non sentirle più e tirai un pugno alla porta bianca di legno che lievemente vibrò per la forza di quel gesto, mi girai in fretta quando sentì una voce: "Che cazzo stai facendo davanti a casa mia?!" Ajax mi guarda con gli occhi socchiusi e la mandibola serrata, rapidamente corsi da lui per prenderlo da quel bianco colletto che ormai avevo visto mille volte nelle sue maglie: "T/n! Dove l'hai messa?! L'hai uccisa! Psicopatico?!" I miei urli smuovevano la terra sotto i nostri piedi.
Ma lentamente lo vidi capire le mie parole e finalmente mi guardò preoccupato, dalla sua bocca sentì uscire solo una parola prima di staccarsi dalla mia presa dopo di che corse verso quella soglia bianca: "Cazzo..."

Le mani mi tremavano e il respiro era corto, traballai all'indietro ritornando dentro casa.
Sbattei la porta e scivolai giù fino a stringere con forza le gambe, devo smetterla di preoccuparmi per una ragazza, devo smetterla di farmi gli affari degli altri solo per una stupida... Cotta la mia mente la pensava così ma il mio cuore scalpitava ogni volta che quel dolce viso guarda gentilmente e delicatamente il mio rendendomi le goti sempre rosse.
Stringevo e mordevo le labbra con i denti strappandomi anche qualche pellicina, portandomi le dita sulle leggere labbra me le pulì alzandomi da terra toccando con le dita sporche la porta linda e bianca.
Sospirai e presi il giornale che avevo fatto cadere a terra poco prima avvicinandomelo al viso fino a coprirlo dal sole, steso sul morbido divano mi addormentai sperando che quella povera ragazza stesse meglio.

Finalmente mi sono sistemata, la mia pelle è più pulita, i miei capelli sono lisci e morbidi avevo un vestito molto bello non era lungo mi arriva fino alle ginocchia color turchese, con decori argentati tutto ciò è fantastico, ma c'è qualcosa che ancora mi turba come se fosse nostalgia e bene si, mi manca Diluc, mi manca fortemente quel ragazzo dai capelli lunghi e rossi. I miei pensieri si interrompono e mi dirigo subito da Arataki e quando arrivo da lui finalmente gli dico con voce tremante e dolce:

"Arataki voglio tornare a Mondstandt mi manca Diluc."
"Va bene, ti porterò a Mondstandt ma quel figlio di puttana di Ajax sarà talmente arrabbiato che vorrà picchiarti e non posso permetterlo."
"Mi porti da Diluc, ti prego ho bisogno di vederlo."

Arataki mi accompagna a Mondstandt eravamo fuori casa di Diluc il piccolo cancello era aperto strano Diluc lo aveva sempre chiuso non era da lui io e Arataki ci avviciniamo sempre di più verso la porta quando prendo coraggio e busso aspettiamo qualche secondo e arriva Diluc ad aprirci la porta quando mi guarda aveva gli occhi pieni di stupore, erano leggermente lucidi l'unica parola che uscì dalla sua bocca è: "T/n?!"

Mi avvicino verso Diluc e lui di scatto mi stringe fortissimo tra le sue braccia non volevo più staccarmi da lui. Ma a una certa ci scolliamo l'uno dall'altro e Diluc dice:
"Venite entrate pure."
Entriamo dentro la sua casa che era fantastica i colori erano molto scuri e c'era una scala a chiocciola con decori di un colore molto scuro, andiamo verso il soggiorno e fa segno di sederci mi siedo vicino ad Arataki con Diluc difronte a noi e iniziamo a dialogare.
"Allora cosa vi porta da queste parti?"
Arataki alla domanda di Diluc risponde: "T/n voleva vederti."
"Non voglio più tornare da lui."
Arataki mi abbraccia per confortarmi e Diluc aveva lo sguardo un po' strano come se fosse geloso e non volesse darlo a vedere.

L'Oni mi tranquillizza dicendo: "T/n ti prometto che passerà tutto anche se tra un po' dovrò andare e comunque se prova a sfiorarti con la punta di un solo dito porrò fine alla sua esistenza."

Dopo queste parole Arataki esce di casa lasciando me e Diluc soli non sapevo bene che dire i nostri erano solo sguardi, sguardi molto profondi.
"Diluc posso rimanere qui a dormire per favore, scusami se potrò risultare un po' sgarbata ma credimi ho paura di tornare da lui."

Non ci posso credere la ragazza che amo di più al mondo vuole dormire in casa mia, non posso lasciarmi sfuggire questa occasione, se le dicessi di no ci rimarrebbe malissimo e io non voglio questo amo quella dolce fanciulla, lei merita solo il meglio e poi chissà quando la rivedrò o sé la rivedrò.
"Certamente."
"Grazie Diluc non so davvero come ringraziarti."
"Non servono i ringraziamenti, mi basta solo sapere che tu stia bene e sinceramente non mi va l'idea che tu possa star male." Ha risposto lui.

Quelle parole mi hanno pietrificata, non ci credo allora lui ci tiene davvero a me, non pensavo che lui potesse avere quel lato dolce insomma lui è sempre freddo ma con me è diverso.
A un certo punto Diluc interrompe i miei pensieri chiedendomi: "Hai fame?"
"Un po'."
"Vieni con me." Mi ha detto lui facendomi cenno di seguirlo.
Cammino dietro di lui e mi porta in cucina lo aiuto ad apparecchiare e appena finisco gli domando: "Posso fare altro?"
"No, va bene così, ora voglio solo che tu ti sieda e che ti rilassi."
"Va bene." Rispondo io.

Ammetto che ho un po' d'ansia e imbarazzo sono confusa se lo amo, oppure no, ma sento come dei brividi sul mio corpo e dentro allo stomaco un vuoto che mi circonda.
"Hey, T/n va tutto bene?" Domanda lui con la voce calma.
"Ad essere sincera no." Rispondo io un po' turbata.
"Cosa c'è che non va?"
"Sono solo stanca tutto qui."
Rispondo. Anche se non era vero avrei voluto raccontargli di tutto, ma a che scopo? Non credo potrebbe fare qualcosa, quindi non dirò nulla o almeno per il momento.
"Sta tranquilla ho quasi finito di cucinare, mangiamo e poi andiamo a dormire, va bene?"

Dopo qualche minuto, Diluc mette il cibo nei piatti e si siede difronte a me.
Iniziamo a mangiare e... O mio Dio, Diluc cucina benissimo, non ho mai mangiato nulla di più buono.
Diluc mi ha chiesto: "Ti piace?"
"Si è buonissimo, non pensavo che cucinassi così bene."
"Sono contento che ti piaccia." Mi risponde lui sorridendomi leggermente, avevamo finito di mangiare lo aiuto a sparecchiare e ci sediamo di nuovo, parliamo un po', fino a quando non sbadiglio. "Sei stanca vero?" Mi domanda lui.
Annuisco alla sua domanda e mi dice:
"Vieni con me." Lo seguo e mi porta in una stanza.

Questa è la camera per gli ospiti dormirai qui, e se ti servisse qualcosa chiedimi pure, io starò due camere accanto a questa.
"Va bene." Rispondo io.
"Buonanotte T/n."
"Buonanotte Diluc."
Chiudo la porta e mi spoglio e sotto il cuscino c'era un pigiama, l'ho indossato e mi sono infilata sotto le coperte cercando di chiudere occhio, e finalmente mi sono addormentata.

𝕸𝖊𝖟𝖟'𝖔𝖗𝖆 𝖉𝖔𝖕𝖔...
Mi sono svegliata di scatto ho avuto un incubo. Ho troppa paura di restare qui da sola non ce la faccio il solo pensiero mi fa sentire bloccata.

Così ho deciso di farmi coraggio ed andare da Diluc.
Finalmente trovo la stanza in cui era in quel momento ed entro.
Ammetto di avere un po' vergogna a chiederlo ma sono riuscita a mettere la vergogna da parte e chiederli: "D-Diluc posso dormire con te? Non riesco a stare chiusa in quella stanza da sola ho troppa paura."
Lui con la voce rauca mi ha risposto: "Vieni qui." Mentre mi faceva spazio nel letto.

Non ci credo T/n ha paura di stare da sola, bhe non mi dispiace il fatto che dorma con me, anzi mi rende la persona più felice al mondo.
Anche se sono sicurissimo che è tutta colpa di Ajax se adesso lei ha paura di stare sola, non si fida di nessuno, si fida solo di Itto e di me, altrimenti perché chiedermi se potesse dormire con me.

Mi stava stringendo tra le sue braccia stavo per addormentarmi e l'ho sentito cantare queste frasi: "She's a...
She's a lady...
And i am Just a boy...
Singing she's she's a lady...
I am Just a line without a...
Oh baby i am a wreck...
When i'm without you..."
Canta benissimo non potrei sentirmi meglio, le ultime parole che ho sentito uscire dalla sua bocca sono state: "Non temere andrà tutto bene, ti amo."
"Anch'io." È stata la mia risposta ma sono un po' confusa.
Era l'inizio di un sogno o la fine della realtà? Nel dubbio mi sono addormentata tra le sue braccia, smettendo di pensare.

Il Peccatore e il Salvatore// Diluc   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora