Thomas era in piedi allingresso.
Lo vide seduto sulla sedia questa volta, e non sul letto, mentre lo guardava con i suoi occhi castani colmi di stupore.
"Tommy".
Il ragazzo non rispose. Si fissarono immobili per un tempo indefinito.
"Tommy, sei stato tu ieri sera a bussare?".
Thomas era scioccato dal fatto che questa fosse la sua prima domanda, ma, daltronde, cosa si aspettava? Un cacchio di abbraccio di ricongiungimento?
Annuì con la testa.
"Sì, sono stato io. Sarei voluto entrare, ma era troppo tardi e...".
"Mi hai fatto prendere un cacchio di colpo", Newt ridacchiò un poco.
Thomas era infastidito non poco dal suo comportamento: naturalmente sapeva che non era colpa sua se era sparito per sette giorni senza lasciare alcuna traccia di sé, ma non poteva tornare come se nulla fosse successo, facendo lindifferente mentre lui macerava nella solitudine e nelle incertezze.
"Sei tu che hai fatto spaventare me. Sai quante volte ho bussato ieri sera?", Thomas incrociò le braccia al petto con uno sguardo tagliente.
Newt si sistemò meglio sulla sedia, con una faccia confusa.
"Pensi sul serio che io sia stato in grado di contarle?".
"No, ecco perché te lo sto per dire. Ho bussato sette volte, Newt, sette. Come i giorni in cui sei sparito. Non credi di dovermi delle spiegazioni?", proferì in tono fermo e provocatorio.
Il biondo inarcò un sopracciglio mentre si alzava in piedi, mettendo in mostra la sua statura, sulla difensiva: "Ehm no. Non credo di doverti nulla, Thomas, si girò dandogli le spalle, E comunque, giusto perché tu lo sappia, non sono di certo andato a divertirmi per mia scelta", gli rispose stizzito.
L'altro poté udire rammarico e dolore nelle sue parole e un fastidioso sentimento di colpa iniziò a pungolargli lo stomaco.
"Newt, non intendevo dire questo. Lo sai".
Il biondo, dopo aver scagliato la freccia, tornò subito indietro sui suoi passi: "È tutto a posto".
"No io-".
"Ho detto che è ok. Smettila di farti paranoie inutili", si girò di nuovo verso di lui e incurvò leggermente la bocca verso l'alto, "Piuttosto vieni qui e raccontami che hai fatto in questi fatidici sette giorni", mimò delle virgolette in aria con le dita per enfatizzare le sue parole, "in cui sei stato privato della mia fantastica presenza".
Thomas sbuffò un sorrisetto pensando a quanto il suo amico cambiasse troppo facilmente umore nel giro di pochi secondi e poi gli si avvicinò. Si sedette sul letto e iniziò a parlare.
***
Sembrava tutto come prima. E forse lo era, o forse no. Onestamente a Thomas non importava, perché questo ora gli piaceva. Aveva deciso, inoltre, di smettere di porsi domande e dubbi di cui non aveva la risposta. Newt, però, non aveva smesso di fargliele.
"Tommy".
Thomas mugugnò una replica.
"Secondo te tutte le persone hanno il diritto di essere felici o dovrebbero guadagnarselo?".
Il ragazzo si girò verso il biondo e lo guardò. Aveva sempre pensato di avere una mente complicata, ma in quanto ad argomenti strani tirati in ballo in momenti casuali aveva imparato che laltro poteva fargli concorrenza.
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I Still Remember You || Newtmas
Fanfiction"Allora cosa ne dici, Tommy?". Newt gli rivolse uno sguardo ammiccante che sapeva di gioia e di malizia, mentre le sue labbra si curvavano all'insù. "Dico che Minho non la prenderà bene se non andremo al suo stupido incontro", mormorò Thomas a bass...