Capitolo 2

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Thomas era un privilegiato, lo sapeva.
Fu probabilmente solo per questo che il cipiglio severo e sorpreso delle guardie che aveva davanti non si trasformò per lui in qualcosa di simile alle botte, ma rimase un semplice ritratto di stupore causato dalla sua azione inaspettata.

Thomas non sapeva nemmeno se prima di quel momento lo avessero notato, a poca distanza da loro, mentre li osservava. Ad ogni modo non ci avrebbero fatto comunque molto caso, pensò, dato che erano vestiti in modo simile, ad eccezione del casco mancante sulla testa.

Rimase un paio di secondi in silenzio, senza ben sapere cosa dire, limitandosi a squadrare con lo sguardo i due uomini da capo a piedi, e sapendo che loro stavano facendo lo stesso con lui. Poi rivolse una rapida occhiata al ragazzo steso sul pavimento e sentì il suo stomaco stringersi in una morsa di strana apprensione.

Quando poi riportò gli occhi sulle guardie, Thomas ebbe la certezza che gli sguardi non potessero davvero incenerire, perché se avessero potuto a quell'ora lui sarebbe già stato morto, non una, ma ben due volte.
Tuttavia deglutì soffocando la sua adrenalina e prese la parola per primo: "Non c'è bisogno di...", fece un vago gesto con la mano, "questo, ok? Ci penso io qui".
I due uomini espressero tutto il loro scetticismo con delle smorfie sui volti e si guardarono riluttanti. "Avete capito?".
A Thomas stava venendo una dannata voglia di colpirli, come loro avevano fatto con il ragazzo quando aveva mancato la sua risposta.
"Non credo tu ne abbia la facoltà, ragazzo", replicò alla fine uno dei due.
Facoltà? Perché loro avevano per caso la facoltà di malmenare in due un ragazzino che stava male? Thomas cercò di mantenere la voce più ferma e decisa possibile mentre ribatteva con le sue carte che sapeva essere quelle vincenti: "Non credo che Ava Paige la pensi allo stesso modo".
Al solo sentire il nome della cancelliera, i corpi delle guardie si irrigidirono impercettibilmente.

Thomas sfruttò il loro silenzio per avvalorare ulteriormente la sua posizione: "Io non so se voi due lo sapete", si curò di farcire quelle parole con più disprezzo possibile, "ma non sono un ragazzo come gli altri qui dentro. Alcune cose le posso fare e altre no, ma ritengo che questo rientri perfettamente nelle mie facoltà".
Thomas odiava fare affidamento su questo, odiava sfruttare la sua condizione elevata mettendola in mostra e, soprattutto, odiava possederla. Lo aiutava di certo in moltissime situazioni poco gradevoli, come quella in cui si trovava in quel momento, ma trovava il mondo di bilanciare il tutto portandogli altrettanti problemi. Responsabilità e pesi sulle spalle che non voleva sorreggere, emozioni e sentimenti che non riusciva sempre a controllare e consapevolezze e dubbi che avrebbe preferito non avere. Odiava sentirsi diverso da tutti gli altri, ma allo stesso tempo, in fondo, forse lo amava anche.

"Potete andare, non vi sarò d'intralcio. Se voi non lo sarete per me". Thomas si mostrava sicuro, anche se non era affatto, mentre calava un silenzio da cui non sapeva cosa aspettarsi. Tuttavia sperò di aver colpito nel segno. Dopo interminabili secondi l'uomo che gli aveva parlato prima fece un leggero segno di assenso con il capo: "D'accordo. Andremo immediatamente a verificare". Una fitta di timore colpì il ragazzo, nel momento in cui si rese conto che se effettivamente avessero chiesto a qualcuno di più esperto sarebbe facilmente venuto a galla il fatto che in realtà no, non era in possesso della facoltà riconosciuta che gli serviva per gironzolare nei corridoi a fare quello che voleva.
Ma alla fine gli serviva solo un po' di tempo, e così lo avrebbe ottenuto. "Bene così".

Osservò le due guardie allontanarsi fino a che, dopo aver lanciato un ultimo sguardo infastidito a lui e schifato al ragazzo semicosciente, loro svoltarono l'angolo sparendo dalla sua vista.

                                                 ***

Thomas rimase in piedi imbambolato a fissare il vuoto, mentre la figura sotto di lui tossiva.
Allungò istintivamente una mano per aiutarlo a sorreggersi, dato che era in difficoltà con i movimenti, ma quello si ritrasse ancora prima di essere toccato come se una fiamma incandescente lo avesse bruciato.

I Still Remember You || Newtmas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora