Capitolo 4

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Thomas non ebbe particolari difficoltà a entrare nell'ala dell'edificio in cui non poteva entrare, infatti non era la prima volta che lo faceva.
Ci era riuscito un paio di anni prima, se la memoria non lo ingannava, ma dopo una piccola ispezione di non più di un'oretta aveva deciso di tornare indietro perché anche quella zona, come la sua, era costituita unicamente da un infinito dedalo di corridoi lunghi e bianchi e da qualche pesante porta chiusa sparsa a caso qua e là: una noia mortale, insomma.

Ora che però ripassava in quello stesso luogo a distanza di tempo, Thomas non era dello stesso avviso. I suoi occhi più maturi e attenti potevano notare una miriade di piccoli particolari che in precedenza gli erano sfuggiti, e praticamente a ogni passo appuntavano nella mente del ragazzo qualcosa che forse in futuro gli sarebbe stato utile ricordare.

Dopo una lunga decina di minuti durante i quali a Thomas sembrò di addentrarsi in un pericoloso labirinto senza sapere minimamente dove stesse andando, arrivò davanti a una spessa porta di metallo con la chiusura magnetica. Non c'era nessuna finestrella o altro punto di osservazione che collegasse la parte interna con la parte esterna della stanza, perciò Thomas controllò ossessivamente più volte di aver trovato il numero di porta corretto.
Quando se ne fu accertato, un moto di eccitazione gli travolse lo stomaco contorcendolo un poco.

Un groviglio di emozioni gli invase la sua mente sommergendola di sensazioni contrastanti: la paura di essere scoperto, la curiosità di parlare con il nuovo ragazzo, l'orgoglio per essere arrivato fino a lì, la rabbia verso la W.I.C.K.E.D. per dovergli far fare le cose più banali come se fosse un ladro in procinto di rubare, la gratitudine verso la stessa organizzazione per tenerlo in fin dei conti sempre al sicuro... ma adesso era lì. Non doveva fare altro che forzare leggermente la strana serratura della porta utilizzando un innocuo trucchetto che aveva imparato tempo prima e compiere un microscopico passo in avanti. Era questo quello che voleva? Thomas parve pensarci il tempo necessario per convincersi che era stato uno sciocco a esitare e poi con cautela si avvicinò all'entrata, sempre con fare guardingo, iniziando ad armeggiare con la serratura.

Avrebbe anche provato ad avvisare il ragazzo all'interno gridandogli che era lì fuori e che stava per entrare, se solo non avesse rischiato di farsi scoprire dalle persone sbagliate e se le varie stanze non fossero tutte foderate di pareti insonorizzate.

***

Thomas dovette ammetterlo: ciò che vide non appena aprì la porta lo sorprese.
Si sarebbe aspettato un urlo isterico, un calcio in faccia, una stanza vuota forse, ma di certo non questo.

La camera versava in condizioni pietose: una bassa sediolina in legno, insieme a una scrivania sgombra, era l'unico mobile nella stanza ed era rovesciato a terra.
Sul pavimento giacevano i resti di un letto che era stato selvaggiamente disfatto, sopra il quale era ormai rimasto solo il materasso bianco.
E un ragazzo seduto sopra di questo, con le gambe a penzoloni oltre il bordo del letto e i capelli scompigliati sulla testa ancora di più della volta precedente.
Anche se era voltato di spalle rispetto all'ingresso, si poteva vedere che non aveva proprio una bella cera. Però era Newt.

Thomas valutò velocemente la situazione e, non appena ebbe constatato che nonostante tutto intorno a lui non ci fosse alcun pericolo, entrò completamente nella stanza chiudendosi con un tonfo la porta alle spalle, per evitare di sollevare sospetti all'esterno.
Solo a quel punto l'altro ragazzo sembrò destarsi da qualsiasi tipo di sogno stesse facendo e rientrare in contatto con la realtà. "Newt?", domandò piano Thomas.
Tutta la sicurezza che aveva cercato di mostrare nel loro primo incontro era sfumata.

Il biondo si voltò piano e non appena udì pronunciato il suo nome sgranò gli occhi e inclinò la testa di lato. Thomas notò che aveva gli zigomi arrossati dal pianto e le guance ancora rigate di lacrime, ma finse di non prestarci attenzione.

I Still Remember You || Newtmas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora