part 2

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-Basta- dico hai due ragazzi lasciandomi cadere sul divano della casa di Mike.
-Ragazzi avete fame?-dice la mamma di Mike affacciandosi dalla cucina verso il salotto, ma come risposta riceve solo una sgridata dal figlio.
Alla fine ho scelto di giocare con questi bambini svitati e il ragazzo corvino, forse è proprio per quello che ho deciso di andare, c'è una certa attrazzione.
-Secondo me è abbastanza brava-dice Dustin aprendo il frigo per poi cercare attentamente la sua prossima preda da divorare, a pranzo si è mangiato un hamburger con le patatine in 5 minuti e da quel che sembra ha ancora spazio nello stomaco.
-Possiamo fare un'ultima partita prima di andare, rimani qui?- mi chiede Mike sedendosi di fianco a me. Alzo le spalle e mi alzo per prendere le cuffiette e l'audiocassetta della mia canzone preferita Bohemian Rhapsody.
Me l'ha regalata mio nonno prima che io e i miei partissimo per l'America, mi ha dato un sacco di audio cassette dei Queen. Io e la mia famiglia veniamo dall'Inghilterra e l'anno scorso 1985 mi ha portato al Live Aid, mi sono trasferita qui ad aprile.

Mamaa,
Just killed a man,
Put a gun against his head, put my trigger,
Now he's dead
Mamaaa, life had just begun,
But now I've gone and thrown it all away
Mama, oooh,
Didn't mean to make you cry,
If I'm not back again this time tomorrow,
Carry on, carry on as if nothing really matters

Too late, my time has come,
Sends shivers down my spine, body's aching all
The time
Goodbye, everybody, I've got to go,
Gotta leave you all behind and face the truth
Mama, oooh
I don't want to die,
I sometimes wish I'd never been born at all.

Queste ultime righe sono le mie preferite e la cosa che mi fa più male è il fatto che per una parte della mia vita mi sono ritrovata in questa frase.

I don't want to die,
I sometimes wish I'd never been born at all.

-Mai sentita questa canzone- mi dice Dustin mostrandomi l'audio cassetta di Another One Bites the Dust.
-Come potete siete americani- dico mettendomi le cuffiette e straiandomi sul divano appoggiando comodamente le gambe sul povero Mike, ma per lui la sofferenza durò poco perchè suonarono il campanello e fu costretto ad alzarsi per aprire la porta.
-Jason?-dice il ragazzo confuso con un espressione in faccia al quanto confusa.
-Sinclair dov'è?- chiede il ragazzo entrando in casa senza nemmeno essere stato invitato.
-Chi ti ha detto che puoi entrare in casa?- gli dico sedendomi sul divano, odio le persone che si comportano così, si credono chissà chi.
-E tu chi saresti?- dice avvicinandosi a me per poi abbassarsi alla mia altezza.
Io gli do una leggera spintarella facendogli perdere l'equilibrio e così cadde di culo. Non la prese molto bene si alzò il più in fretta possibile mentre Dustin era rosso da quanto si tratteneva dal ridere mentre Mike si stava mordendo le labbra.
-A te cosa frega, comunque non sappiamo dov'è il tuo amico e ora puoi anche andartene-gli dico prendendolo per il braccio e sbattendolo fuori di casa, sto per chiudere la porta però lui la ferma con il piede.
-Tu mi piaci ragazza sei libera sta sera dopo la partita?- mi chiede il ragazzo biondo fuori dalla porta, io la riapro così da poterlo guardare e lui sposta il piede. Sorride. È come se sapesse già cosa gli stavo per dire, o meglio ciò che gli dicevano le altre ragazze, un si con gli occhi sognanti e i cuoricini che gli girano sopra la testa come un aureola immaginaria.
-No- dico per poi chiudergli in faccia la porta -cha cazzone- dico sdraiandomi nuovamente sul divano mentre i due ragazzi scoppiano a ridere.
-Noi non sappiamo ancora come ti chiami- mi dice Dustin mentre si mengia una banana per merenda, una banana con sopra il cioccolato, una banana soltanto non è la giusta merenda per Dustin.
-Grace, Grace Williams- gli dico mentre metto apposto le audio cassette molto cautamente nello zaino, i due ragazzi annuiscono e si guardano. È da tutto il pomeriggio che si scambiano sguardi e onestamente vorrei essere coinvolta anche io in questa piccola "conversazione", ma se non sono affari miei pace.
Facciamo un ultima partita prima che io torni a casa, mi dovevo cambiare sono con gli stessi vestiti da tutto il giorno e questa cosa non mi piace.
-Prima che tu vada, tieni- dice Mike dandomi un sacchettino marroncino di carta. Lo ringrazio confusa e torno a casa a piedi, ho scoperto che non abita così tanto distante da me e sta mattina non avevo voglia di prendere la bici, invece chiamare i miei genitori sarebbe stata la cosa peggiore. Casa mia è tipo una "prigione" dove si si può uscire ma dopo ti aspetta l'investigatore, anche chiamato mamma.

-Hey amore dove sei stata?- mi dice mia mamma aprendomi la porta, ve l'ho detto non sono ancora entrata in casa che già fa domande, la sera quando tornavo tardi si prendentava sulla poltrona con le candele accese e una torcia per guardare bene se mentivo, le ho sempre detto che doveva lavorare per l'FBI.
-Ciao mamma io sto bene te?- dico entrando in casa togliendomi velocemente le convers per poi lasciarle in giro per il corridoio ma prontalmente c'è mio padre che mi urla dal divano -le scarpe- ormai mi conosce troppo bene.
-Bene bene dove sei stata?- mi richiede per la seconda volta.
-Da Mike un ragazzo che ho conosciuto, insieme a Dustin- gli rispondo iniziando a salire le scale ma lei mi fa subito fermare lì ai primi due scalini.
-Oh si i Wheeler, sono venuti da noi oggi mentre degli Henderson ne abbiamo sentito parlare-mi dice mio padre spostando metà della sua attenzione dal giornale alla conversazione tra me e mamma.
-Sta sera vero le 7 esco con loro, ciao- dico salendo finalmente le scale e non appena sono su sento un lieve -sono felice che abbiamo degli amici- da parte di mia madre, quei due parlano un sacco alla miei spalle, so che sono i miei genitori ma una cosa che odio è parlare alle spalle di qualcuno che è un tuo famigliare o anche un amico.
Guardo dentro il sacchettino e trovo un biglietto <indossala sta sera :)>. Era una maglietta, proprio come la loro e come quella che metteva il ragazzo corvino, vorrei conoscerlo meglio, sembra uno svitato, ma sembra una così brava persona e poi il sorriso che aveva faccio oggi in mensa, sembrava così innoquo.
Alle sette esco di casa e in mezz'ora mi ritrovo a scuola, dove trovo Mike e Dustin in ansia, quell'Eddie gli deve aver detto qualcosa a mensa chissà.

MY PRINCESS//eddie munsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora