Piton 45.0 FM

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Odiava il giorno del suo compleanno.

Era sempre stato così, fin da bambino quando a casa sua non c'erano feste o regali dalle carte colorate.

Sua madre preparava il suo piatto preferito e suo padre prometteva di non sgridarlo troppo. Promessa puntualmente infranta alla terza birra.

Non c'erano palloncini o amici con cui giocare.

Con Lily le cose erano migliorate per qualche anno.

La sua migliore amica comprava ad Hogsmeade una piccola torta completa di candelina, che lui soffiava con imbarazzo e gli faceva un piccolo regalo rigorosamente incartato con carta verde smeraldo.

Erano stati compleanni felici e non per la torta o per il regalo, ma perché passava la giornata con la ragazza che amava e tutto sembrava più bello.

Anche il nove Gennaio.

Ma come tutto il mondo magico ormai sapeva – rabbrividiva al pensiero che la sua vita fosse stata descritta in alcuni libri che narravano della Grande Guerra contro Voldemort – dopo la rottura dell'amicizia con Lily tutto era tornato nel solito squallore.

E il nove Gennaio era tornato ad essere un giorno qualunque, di un anno qualunque.

Silente cercava di sorridergli più spesso il nove Gennaio, ma anche quei sorrisi si erano mano a mano spenti all'ombra della guerra.

Nell'ultimo compleanno in compagnia del vecchio gli erano stati ricordati i suoi doveri. E tanti auguri al professor Piton.

Il mago sedeva sul letto, indossava solo la biancheria intima, dopo quella lunga, lunghissima, infinita giornata il peso del nove Gennaio era caduto sulle sue spalle come un enorme macigno.

A dire il vero la giornata non era stata neppure tanto disastrosa come voleva convincersi.

Hermione l'aveva svegliato poco dopo la mezzanotte, cantandogli sensualmente tanti auguri all'orecchio; avrebbe voluto dirle che il suo compleanno era un giorno come un altro, ma quando si era reso conto che tutti i vestiti della sua compagna erano sul pavimento aveva preferito godersi il suo speciale regalo già rigorosamente scartato.

Si erano addormentati nudi, abbracciati e sorridenti.

Quell'anno il suo compleanno cadeva di Sabato, Hermione era entusiasta e gli aveva organizzato una giornata di festeggiamenti.

Minerva gli aveva proibito di salire in presidenza per le pratiche amministrative della scuola dicendo che se ne sarebbe occupata lei; Hermione aveva, di nascosto, preparato una piccola valigia e l'aveva spinto nel camino con una manciata di Polvere Volante.

Si era ritrovato nella casa di lei a Londra, un piccolo appartamentino in affitto dove, da un paio d'anni, aveva trasferito tutte le sue cose da Spinner's End.

Ormai la considerava casa loro.

Apprezzò il fatto che la sua donna non avesse decorato la casa con imbarazzanti addobbi colorati e si lasciò trascinare senza ostentare troppa riluttanza.

Era bello vederla sorridere.

Si cambiò con gli abiti babbani che lei aveva messo nella valigia e la seguì per tutti i musei di Londra che Hermione voleva visitare.

Si lasciò coccolare e amare come solo lei era in grado di fare.

Verso metà pomeriggio il nove Gennaio non sembrava poi così male.

Dovette ricredersi nel momento in cui Hermione si era smaterializzata con lui alla Tana dove il salotto era decorato con palloncini color verde e argento.

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