La strega fissava il soffitto della sua camera senza riuscire a chiudere occhio.
Era andata a letto presto sperando che il sonno arrivasse in fretta, ma le sue speranze si infransero dopo la prima ora che si rigirava nel letto.
Odiava dormire da sola.
Dopo anni che divideva il letto con Severus trovava quella metà vuota innaturale. Voleva averlo vicino, anche solo sentire la sua presenza riusciva a calmarla e farla addormentare senza problemi.
Accarezzò le fredde lenzuola e sospirò.
Tradizione.
Era questo quello che Molly e Minerva ripetevano di continuo.
Secondo la tradizione.
Lei odiava le tradizioni e non le importava di infrangerle tutte, non erano regole, ma semplici superstizioni che nel mondo magico non avevano motivo di esistere.
Ginny la pensava come lei, ma non aveva avuto il coraggio di andare contro sua madre e la sua vecchia insegnante di Trasfigurazioni.
Così si era trovata da sola nella camera che divideva con il suo uomo che, per quella notte, dormiva nei sotterranei.
Le sembrò di essere tornata indietro di anni.
Odiava quella sensazione.
Sbuffò e scese dal letto. La notte era ancora fredda e i muri di pietra non aiutavano a riscaldare l'ambiente. Indossò la vestaglia di lana e camminò in cerchio sul tappeto blu che lei e Severus avevano comprato durante un viaggio.
Si torturava le mani mentre lo sguardo si spostava dalla porta della camera all'abito appeso all'anta dell'armadio.
Si sentiva stupida.
Guardò l'orologio sul comodino e sospirò sconsolata: erano appena le undici.
Sapeva che doveva dormire, che non poteva permettersi una notte insonne, ma quella metà fredda di letto non la lasciava tranquilla.
Aprì la porta della camera e si guardò attorno.
Non vide nessuno lungo il corridoio, quasi si era aspettata di vedere qualcuno della famiglia Weasley dormire davanti alla porta della camera per impedirle di uscire e infrangere quelle preziose tradizioni di cui non le importava nulla.
Camminò velocemente fino alle cucine, usando ogni passaggio segreto e corridoio nascosto che in tanti anni in quella scuola aveva imparato a conoscere.
Quando sei uno studente del settimo anno pensi di conoscere la scuola meglio di chiunque altro, ma si era resa conto che solo i professori conoscevano Hogwarts con tutti i suoi segreti.
Aveva imparato ad anticipare le scale o sfruttare gli spostamenti improvvisi a suo favore, aveva scoperto nuove strade, nuovi nascondigli ed era certa che c'era ancora molto da imparare da quel vecchio castello.
Entrò nelle cucine senza meravigliarsi di trovarla immersa nel caos, gli elfi riposavano a turni e c'era sempre qualcuno che lavorava.
Non era favorevole a quel trattamento, aveva provato a parlarne al Primo Ministro, ma sembrava che la liberazione degli Elfi Domestici fosse un argomento ancora più proibito di Voldemort ai tempi di Caramell.
Si era in parte rassegnata e cercava in qualche modo di non affaticare troppo quei poveri esserini, ma quella notte aveva bisogno di qualcosa per calmare i nervi.
Una decina di elfi camminavano svelti da una parte all'altra con vassoi in testa; teiere che fumavano erano sui fuochi e pentole e pentolini si lavavano nei lavelli colmi di bolle.
L'aria era calda e i fumi dell'arrosto della sera prima profumavano ancora l'ambiente, mescolandosi con il profumo del sapone per i piatti.
Il primo elfo che la vide si inchinò con suo sommo disappunto e le prese una mano trascinandola verso il tavolo più vicino.
Hermione sussultò colta alla sprovvista quando vide qualcun altro seduto allo stesso tavolo. Le dava le spalle, ma lei lo avrebbe riconosciuto anche in mezzo ad una folla tutta vestita di nero, sul tavolo c'era un piccolo vassoio pieno di biscotti di ogni forma e sapore e un bicchiere di latte.
- Stai mangiando latte e biscotti? - gli domandò stupita.
- Avevo iniziato con del Whisky Incendiario. – rispose il mago annoiato – Ma poi ho pensato che non sarebbe stato carino svegliarsi domani con i postumi di una sbronza.
- No.- concordò lei appoggiando la testa sul suo braccio, sospirò grata di quel contatto, le sembrò di aver ripreso a respirare – Non sarebbe stato carino.
- Cosa ci fai qui? – le domandò.
- Sai che non riesco a dormire senza di te. – rispose strofinando il volto sul suo braccio come una gatta che fa le fusa – Il letto mi sembra tre volte più grande ed è freddo.
- Quindi mi vuoi per scaldare il letto? - le domandò divertito.
- Non mi piace passare sola la notte.
- La notte passerà in fretta.
- Se riesci ad addormentarti.
Il mago si voltò a guardarla, sembrava stanco. Hermione sapeva che anche lui faceva fatica ad addormentarsi senza di lei.
Si era innamorata di ogni sua ruga colma di dolore, dei suoi occhi di tenebra e delle sue mani ruvide.
Severus era così imperfetto che era... perfetto.
- E' una cosa stupida. – gli disse accarezzandogli il volto.
- E' vero. – rispose lui socchiudendo gli occhi, beandosi di quel dolce contatto con la sua mano.
- Però lo facciamo lo stesso.
- Sì.
Hermione sospirò, smise di accarezzarlo e prese un biscotto dal vassoio, lo intinse nel bicchiere di latte del suo compagno e lo portò alla bocca.
Era dolce e burroso, la fece sentire subito meglio.
Restarono in silenzio finendo i biscotti, inzuppandoli a turno nel latte, cercando di stare il più vicino possibile.
Era sempre bello il silenzio con Severus, non sapeva dire bene il perché, ma con lui il silenzio valeva più di mille parole.
Dopo cinque anni le cose non erano cambiate.
Per essere sempre efficienti e precisi gli elfi avevano tappezzato le pareti della cucina con svariati orologi: ogni parete si riferiva ad un momento diverso della giornata.
Severus sollevò lo sguardo nello stesso istante in cui la lancetta dei minuti raggiungeva quella delle ore sul numero dodici.
- E' ufficialmente il giorno del nostro matrimonio. – disse voltandosi verso Hermione che, finalmente, mostrava qualche segno di stanchezza.
La strega sospirò e si alzò.
- Credo che sia giunto il momento di tornare a letto. – gli disse lisciandosi la vestaglia di lana – Ci vedremo nel pomeriggio. Sarò quella vestita di bianco con in mano dei fiori che, sicuramente, mi faranno starnutire.
Il preside tirò le labbra in un sorriso.
- Bene. Sarò quello che il fiore all'occhiello.
La strega ridacchiò allontanandosi, fece solo un paio di passi quando si sentì afferrare per una mano e tirare.
Severus l'aveva fatta sedere velocemente sulle sue gambe e si avvicinò per baciarla.
- Severus! – disse lei imitando malamente la voce della McGranitt – Le tradizioni!
- Voglio dare un ultimo bacio alla mia fidanzata. – le disse a fior di labbra – Perché la prossima volta che ti bacerò sarai mia moglie.
Si baciarono lentamente, esplorandosi senza fretta, assaporando quella sensazione sempre uguale, ma anche sempre unica.
Quando si separarono Hermione gli sorrise e si alzò.
- Buonanotte, Severus.
- Buonanotte, Hermione.
Tornò alla sua camera più tranquilla e si addormentò subito.
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Noi
FanfictionMini serie sulla coppia Severus/ Hermione. E' formata da 5 storie: 1) Piton 45.0 FM Il suo corpo era vecchio. La sua anima era vecchia. Si sentiva come Silente nell'ultimo anno della sua vita. Si sedette pesantemente sul letto con addosso solo l...