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Hermione sedeva al tavolo della biblioteca, tutto intorno a lei era silenzioso e illuminato dalla luce fioca della sua bacchetta. Anche quella notte decise che poteva passarla lì, nel suo posto preferito, lontana dal vociare rumoroso che riempiva la sala comune di Grifondoro, lontano da occhi continuamente su di lei mentre teneva i libri tra le mani, ma soprattutto lontana dalle cattiverie che tutti gli studenti ultimamente le riservavano.
Troppo studio, sta sempre sui libri, guarda che sciatta oppure ancora non si cura e pensa solo a primeggiare.
Hermione era stanca, stanchissima.
In quei giorni aveva dovuto studiare moltissimo, portando avanti progetti extracurricolari e ripassando tutto per essere pronta per le lezioni.
Aveva voglia di stare da sola, di godersi il silenzio e la pace che solo la biblioteca sapeva concederle.
Era notte fonda ed Hermione sapeva che non doveva essere lì, il coprifuoco era passato da un pezzo, ma lei voleva continuare a rilassarsi.
Aveva da giorni un pensiero fisso che la perseguitava. Non era solo nell'ultimo periodo a dire il vero ed Hermione doveva ammetterlo soprattutto a se stessa, ma era da un po' che certi pensieri le ronzavano in testa.
C'era una persona che la tormentava, che continuava a presentarsi davanti ai suoi occhi occupando gli spazi più intimi e proibiti della sua mente.
A lezione faticava a stare attenta perché non riusciva a togliergli gli occhi di dosso: quel portamento elegante e quasi regale, quegli occhi profondi e impenetrabili, quelle mani grandi, possenti. Avrebbe voluto perdersi in quel tocco delicato ma sicuro e voleva continuare a bearsi di quel profumo di menta che annusava ogni qual volta il suo professore di pozioni passava tra i banchi terrorizzando l'intera classe. Ma non lei.
Lei si sentiva accaldata ogni volta che lo vedeva, sentiva il suo corpo rispondere ad un impulso recondito e primitivo che neanche lei inizialmente era in grado di capire.
Finalmente però era riuscita a liberarsi di quel peso e aveva ammesso a se stessa che desiderava quell'uomo così enigmatico e seducente, che lo voleva. Voleva essere posseduta, presa con forza, scopata.
Quei pensieri la fecero arrossire e la portarono alla realtà: era ancora seduta sulle sedia con il libro di pozioni davanti.
Ma era sola, nessuno l'avrebbe vista se avesse solo per un attimo deciso di toccarsi.
Lentamente fece scendere la sua mano sotto al tavolo, iniziando gentilmente ad accarezzarsi le cosce, solo coperte dalle calze auto reggenti di lana. Il contatto inizialmente timido, si trasformò presto in carezze erotiche e le unghie iniziarono a graffiare le gambe sode e lisce di una giovane donna promettente.
Pian piano Hermione ascoltò solo l'istinto del suo corpo e portò una mano tra le gambe: era bagnata.
Solo il pensiero di quell'uomo la faceva eccitare a dismisura e niente, se non un orgasmo, potevano placare quella fame insaziabile di lui.
Lentamente spostó il tessuto delle mutandine, già completamente fradicio, intrufolando le dita minute sul clitoride.
I movimenti divennero veloci e ritmati, gli occhi socchiusi e la testa abbandonata all'indietro.
Hermione godeva, perdendo il controllo di se stessa e del luogo in cui si trovava. Stava osando, stava andando contro le regole e questo ogni tanto le piaceva.
I respiri divennero gemiti e i gemiti parole, finché in preda ad una lussuria incontenibile, Hermione venne chiamando il suo nome: si, professor Piton, così, vengo per lei...
Le scosse e i tremori provocati dall'orgasmo la fecero sussultare sulla sedia dove già Hermione stava muovendosi selvaggiamente.
Dopo qualche secondo la giovane aprì gli occhi a fatica, li aveva tenuti chiusi per tutta la durata dell'atto, immaginando solo cosa Severus Piton avrebbe dovuto farle e le parve per un istante, di vedere un ombra in lontananza.
Hermione, che sciocca, sono le tre del mattino, chi vuoi che ci sia qui? La stanchezza gioca brutti scherzi, meglio se te ne vai a dormire.
Così la studentessa si alzò lentamente, beandosi di quel momento di estrema soddisfazione che il suo corpo le aveva regalato e si incamminò verso il dormitorio, facendo levitare dietro di lei una pila incredibilmente alta di volumi.
Hermione però non sapeva che qualcuno, ben nascosto dietro un alto scaffale di noce, si stava godendo quell'incredibile scena con occhi stupiti, ma decisamente eccitati.

La biblioteca dei segretiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora