VI. IL CASO È CHIUSO

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Tabitha & C.
Ore 17.30

TABITHA: "E quindi... uhm... lei sarebbe la signorina Suzuka, dico bene?"
EVA: "Proprio così!"

Utilizzò il nome della madre, presentando un curriculum di tutto rispetto per un posto di stagista presso lo studio.

Tabitha, immediatamente si leccò le labbra.

TABITHA: "Nel mio studio proteggiamo i vari clienti dalle ingiustizie di tutti i giorni! Sono persone... molto facoltose e potenti!"
EVA: "Si! Ho seguito buona parte dei suoi processi! Lei è... un vero squalo in aula!"
TABITHA: "Lavorando qui, capirai che non è un impiego per deboli di cuore! Devi essere spietata!"

Come sempre, Eva non era avventata in ciò che faceva: Seppur vicina al suo bersaglio, la porta del lussuoso studio di Tabitha era semichiusa, quindi erano entrambi visibili dall'esterno.

Telecamere già hackerate da Diva.

TABITHA: "Ma tornando a noi... credi di avere la stoffa per lavorare qui?"
EVA: "Mi creda, farei qualsiasi cosa pur di apprendere da lei, Tabitha-san!"
TABITHA: "Oh? Qualsiasi... cosa?"
EVA: "Si, certo! Qualsiasi... cosa!"

Tabitha sorrise con perversione.
Ha sempre adorato le donne, tanto che si è circondata di sole ragazze allo studio.

Tutte sue "amanti".
E voleva anche Eva nel suo harem.

Difatti, si pose alla sue spalle, ponendo le mani su di esse.

TABITHA: "E dimmi... cosa saresti disposta a fare per me?"
EVA: "Uhm..."

Si sfilò elegantemente dalla sua presa, per stendersi sulla scrivania dell'avvocatessa.

Si sfilò elegantemente dalla sua presa, per stendersi sulla scrivania dell'avvocatessa

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EVA: "Potrei... offrirmi mente e corpo!"
TABITHA: "Oh? Tu farai molta strada! Me lo sento! Eheh!"

Le due, si baciarono sulle labbra.
Tabitha era molto impetuosa, sbottonando la camicetta di Eva con avidità.

E come per Rihodo, la ragazza provava solo sdegno per quella infima persona.

Ma doveva contenersi.
Colpire solo quando al momento propizio.

EVA: "Ma... non potremmo appartarci?"
TABITHA: "Che c'è? Sei timida? Le altre sono abituate, fidati! Fai sentire le tue grida di piacere senza problemi!"
EVA: "Veramente pensavo di andarci giù pesante con lei! In fondo... sto già lavorando, dico bene?"
TABITHA: "Può essere! Eheheh!"

La convinse a chiudere la porta a chiave ed oscurare le vetrate con le tapparelle.

Eva, ghignò sotto i baffi.

TABITHA: "Dove eravamo rimaste?"
EVA: "Che magari poteva concedermi l'onore di sbottonarle il vestito?"
TABITHA: "Oh? Ci facciamo audaci adesso? Bene! Mi piaci sempre di più!"

Eva era seduta sulla scrivania, quindi prese Tabitha da dietro, abbracciandola alla vita e salendo lentamente con le mani verso il generoso petto della donna, che già gemeva entusiasta.

Lentamente, Eva sbottonò i bottoni della camicetta di Tabitha, che tra l'altro è molto alta.

TABITHA: "Uhmmm... ma dove sei stata nascosta per tutto questo tempo, eh??"
EVA: "Ssssh! Perché parlare? Godiamoci il momento di piacere!"
TABITHA: "Mmmmmh!"

Da esperta seduttrice, Eva ben sapeva dove toccare e palpare.

I baci sul collo, facevano rabbrividire lungo la schiena Tabitha, ormai in preda ad una fantastica estasi di lussuria.

TABITHA: "Aaahn! Non fermarti tesoro!"
EVA: "Certo che no! Le farò provare delle sensazioni inimmaginabili! Mi creda... la farò letteralmente morire di piacere!"
TABITHA: "Oh si! Mi piac... UH???"

Tabitha indossa sempre un foulard nero al collo.

Eva, cominciò a stringere il nodo, mentre con le gambe accavallate intorno al corpo, le bloccava i movimenti.

TABITHA: "H-Hey! Cosa..."
EVA: "Te l'ho detto no? Che ti avrei fatto... MORIRE di piacere!"
TABITHA: "Ohi... OHII!!??"

Il foulard, divenne una specie di cappio.
Con i tacchi, l'avvocatessa scivolava sul pavimento, quindi non riusciva nell'intento di divincolarsi da quella presa.

Anzi, Eva la tirava verso di se, sempre con il nodo che man mano si stringeva.

Gli occhi di Tabitha, si tinsero di rosso.
Il respiro, cominciò a mancare.

Presa dal panico, si agitava senza poter chiedere aiuto.

Aveva chiuso la porta a chiave.
Ed oscurato le finestre.

Nessuna poteva entrare.
O vedere cosa stesse succedendo.

TABITHA: "Gaaahhcccssssss..."
EVA: "Me l'hai fatta morire due volte... adesso io mi prenderò tutto il tempo possibile per farti soffrire ed agonizzare!"
TABITHA: "Aaaaaghhhhhhggrbbbbbb!!!???"

Per ogni secondo che passava, la donna si faceva via via cianotica in volto.

Ma Eva allentava di tanto in tanto la presa, giusto uno spazio per far riempire di poco i polmoni di Tabitha.

Un mero pretesto per ristringere il foulard e falle assaporare una falsa speranza.

TABITHA: "Ggggghhrrrrrllllll!!!"

Schiumò dalla bocca, mentre o bulbi oculari quasi fuoriuscivano dalle orbite, poiché Eva decise di farla finita una volta per tutte.

Strinse e strinse così forte, che alla fine, il collo dell'avvocatessa si spezzò.

E cadde a peso morto, con il suo corpo che agonizzò per terra prima di esalare, e per sempre, l'ultimo respiro.

Poi la lasciò appesa per simulare una sorta di suicidio, con un messaggio scritto sul pc della scrivania:

"COLPEVOLE!"

Nemmanco fosse un'opera d'arte.

EVA: "La tua carriera finisce qui... stronza!"

L'assassina si riaggiustò i vestiti ed uscì da quell'ufficio come se niente fosse, eludendo gli sguardi delle segretarie presenti.

DIVA: "Non ti hanno vista ne arrivare e ne uscire! Un vero fantasma!"
EVA: "Ma non basterà! Gli altri colpevoli si insospettiranno adesso..."
DIVA: "Non preoccuparti! Li tengo sempre sotto controllo! Se uno di loro dovesse anche solo tentare di fuggire..."
EVA: "Mi avvertirai! Lo so!"

Ed infatti, non appena la notizia che Tabitha e Rihodo erano morti, i restanti imputati si preoccuparono non poco, esprimendo le loro paure in una videoconferenza.

ODA: "Signori... Stiamo calmi per cortesia!"
TOORU: "CALMI?? Quei due sono MORTI!! E non venirmi a parlare di coincidenze!"
OZUKI: "Non so voi, ma resterò al sicuro nel mio "bunker" personale!"
TOORU: "Fanculo! Io me ne vado dalla città!"

Il rampollo dell'azienda farmaceutica, non se lo lasciò dire due volte: Prese la chiavi della sua auto sportiva e sfrecciò ad alta velocità verso una meta non ben definita.

Peccato ignorasse quel satellite che lo stava tenendo sotto strettissima sorveglianza...

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