X. LA VISITA

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Il vecchio giudice stava sorseggiando del buon vino, quando bussarono alla sua porta.

GIUDICE: "Uh? Chi sarà mai?"

Nel momento in cui aprì, si ritrovò di fronte una bellissima donna.

GIUDICE: "E... lei chi è?"
EVA: "...............La... sorella di Mia..."
GIUDICE: "Oh... capisco! Prego, entri pure!"

L'anziano uomo, sapeva che quegli imputati erano tutti morti.

E forse, comprese che l'inaspettata visita di Eva, non fosse un caso.

GIUDICE: "Gradirebbe un po' di vino?"
EVA: "Con piacere..."

Con la mano nervosa, il giudice versò alla donna un calice di succoso nettare d'uva.

Eva, lo sorseggiò sensualmente.

Sapeva comunque, di non dover fare troppo affidamento al suo sex-appeal; questa volta, non era necessario

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Sapeva comunque, di non dover fare troppo affidamento al suo sex-appeal; questa volta, non era necessario.

Il giudice, in lacrime e disperato, si sedette sulla sua poltrona.

GIUDICE: "La... vede quella valigetta sopra il mobile! È... piena zeppa di soldi! I LORO soldi maledetti..."

Eva, lasciò che il vecchio finisse di parlare.

GIUDICE: "Non ne avevo mai visti così tanti in vita mia... ho... CEDUTO... ed ho scambiato la vita di una povera innocente con quei soldi sporchi di sangue..."

Era disperato.
Ma pentito del suo gesto.

EVA: "Capisco... ed è tutto qui ciò che voleva dirmi?"
GIUDICE: "S-Si! Grazie mille, per aver dato la possibilità ad un povero stolto... di confessare i suoi mortali peccati..."

A quel punto, Eva si avvicinò a lui.
Ma con la pistola ben puntata alla fronte.

GIUDICE: "Potrà... mai perdonarmi?"
EVA: "No... mi spiace!"
GIUDICE: "Comprendo... allora... faccia ciò che deve..."
EVA: "Ma le garantirò una cosa veloce..."

APPARTAMENTO DEL GIUDICE

ORE 12.00

Fuori in strada, vi è il solito traffico.

Ed in quel caos, nessuno udì il suono del proiettile silenziato che tolse la vita a quel vecchio giudice corrotto.

***

Adesso, era finita.

Adesso, era finita

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EVA: "..."

Seduta sulla panchina del parco, i cui lei e la sorella si promisero di andare insieme in Italia, sorrideva.

Ma il suo animo era triste.

DIVA: "Prenditi qualche giorno di vacanza..."

Fu il consiglio della fidata assistente prima di tagliare le comunicazioni.

EVA: "Spero non mi odierai per questo..."

Parlava come se Mia fosse lì con lei.

Non era affatto fiera di questa vendetta, ma quelle persone avrebbero potuto farlo di nuovo.

Con un'altra innocente.
Con un'altra... Mia.

EVA: "..."

La donna quindi si alzò per andarsene, ma con gli occhi puntati verso il cielo.

EVA: "Ciao, Mia-chan! Forse un giorno, quella pizza riusciremo a mangiarla eh?"

Solo allora, sorrise.
Perché l'adorata sorella era ancora viva nei suoi ricordi.

E quelli, nessuno poteva ucciderli.

FINE

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