IX. SCACCO AL RE

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RESIDENZA DI ODA
ORE 15.30

Oda, era irrequieto.
Seduto sul divano vicino al caminetto della sua maestosa villa, agitava la gamba con fare nervoso.

ODA: "Ok... stiamo... calmi!!"

Erano morti tutti.
Capì, di essere rimasto solo.
Anzi, l'ultimo.

ODA: "Non è stato un caso! È tutto legato a quella lurida puttanella!!"

Comprese che il tutto era in qualche modo collegato al suo "processo", ma non sapeva a chi imputare la colpa.

ODA: "I genitori? Che abbiano assoldato un... assassino? No, impossibile! Sono dei morti di fame!!"

Ma ignorava dell'esistenza di Eva, così come i suoi compari; tuttavia, fece aumentare a dismisura le difese perimetrali della sua magione, con guardie, cani, telecamere ed allarmi laser.

ODA: "Sfido chiunque ad entrare!"

Era irrequieto come non mai, tanto da chiamare ogni secondo la vigilanza fuori dalla villa.

ODA: "Notato qualcosa di strano?"

Ma dall'altro lato del walkie-talkie, nessuna risposta.

ODA: "Ohi! Cosa cazzo state combinando li fuori?? Vi pago un occhio dalla testa!!"

Nel "branco", costui è sicuramente il più ricco in assoluto: Banche, industrie e chi più ne ha, più ne metta.

Eppure, in questo preciso istante, tutti quei soldi servivano a poco per calmare il suo attuale nervosismo.

Soprattutto quando vide che nel giardino, le sue guardie erano come tramortite.

I cani, furiosi alani da combattimento, idem.

Le telecamere inquadravano in alto.

I laser, spenti.

ODA: "Cosa... cazzo??"

D'istinto, prese una spada cerimoniale che aveva appesa sul caminetto, una di quelle da esposizione.

ODA: "C-Chiunque tu sia... NON MI FAI PAURA!!!"

Ma tremava, reggendo a malapena l'arma tra le sue mani.

Perché sapeva, anzi percepiva che qualcosa o qualcuno, si trovasse nelle sue immediate vicinanze.

"Oh? Te la stai facendo sotto?
Non fai più lo spavaldo come in
tribunale, dico bene?"

Una voce femminile alle sue spalle, lo fece girare di scatto.

Una voce femminile alle sue spalle, lo fece girare di scatto

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EVA: "Ti... VEDO... O-da-kun!!"
ODA: "UWAAAAH!!!"

Cadde con il fondoschiena a terra per lo spavento, nel vedere la donna poggiata sul vetro della zona bar lì vicino.

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