CAPITOLO 12

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Non sapevo esattamente come ci ero finito con una coperta di lana addosso, disteso sul grande divano di Jungkook.
Non sapevo nemmeno come avevo fatto ad addormentarmi ieri sera -o meglio, questa mattina- dopo aver passato la notte avvinghiato al corvino a baciarci come se quello fosse l'ultimo giorno prima della fine del mondo.

Quando aprii gli occhi, del ragazzo non c'era nemmeno l'ombra -non che mi aspettavo di trovarlo accanto a me- ma, pensavo che fosse da qualche parte pronto ad urlarmi in faccia per essere rimasto da lui a dormire.

E invece nulla.
Tutto taceva.

Mi guardai in giro stropicciandomi gli occhi.
Ero ancora troppo assonnato per capire esattamente come fosse fatta la casa di Jungkook.
Di sicuro, era moderna, un normale attico di lusso con il pavimento in parquet grigio.
Le tende avorio coprivano le grandi finestre a vetri, ma il il sole riusciva ad illuminare la stanza lo stesso.
Mi alzai andando alla ricerca del corvino. Avevo quasi timore ad essere lì dentro.
Una porta scorrevole separava il salone da quella che doveva essere la cucina e con un grande sospiro decisi aprirla, sperando di non trovarci nessuno.

E invece, per sfortuna, vidi Jungkook di schiena, seduto sullo sgabello della penisola con la testa tra le mani.
Imprecai mentalmente a quella visione, probabilmente, sarei dovuto andarmene il prima possibile senza dirgli nulla.
Sarebbe sicuramente stato meglio per la mia salute mentale.
Le sue urla mattutine non le avrei rette per nulla al mondo.

Sospirai e mi avvicinai piano a lui «Jungkook?» Sussurrai.

Avevo una paura fottuta.

La sua testa si mosse e mi guardò attentamente prima di sorridere.
Sbattei gli occhi per vedere meglio.

No, non era un'allucinazione.

Jeon Jungkook stava sorridendo a me, un sorriso pieno con tanto di fossette e naso arricciato.

Che cosa stava succedendo? Era forse ancora ubriaco o aveva bevuto già al mattino?

Ma il mio cuore esplose nell'esatto momento in cui piegò la testa di lato e mi fece cenno di avvicinarmi a lui.
Probabilmente stavo ancora sognando e tutto ciò che stavo vedendo in questo momento non era reale.

Avanzai di qualche passo fino ad arrivare allo sgabello accanto al suo.
Mi accomodai titubante, tutti quei sorrisi non me la raccontavano giusta.

«Buongiorno, hai dormito bene?» mi disse, il sorriso di prima era sparivo ma, i lati delle sue labbra erano ancora rivolti verso l'alto.

Che cazzo?

Decisamente stavo ancora dormendo, questo era il Jungkook dei miei sogni, non quello reale.
Mi pizzicai un braccio un po' troppo forte e soffocai un grido di dolore.
Lui alzò un sopracciglio, aspettando una mia risposta.

«Molto bene e tu?» dissi agitandomi sopra quello sgabello troppo scomodo per i miei gusti.

Che imbarazzo, stavo per sentirmi male.

Lui in risposta fece un piccolo sorriso e il battito del mio cuore accelerò ancora una volta.

«La sai una cosa, Taehyung?» Disse improvvisamente, girando il mio sgabello e facendomi voltare verso di lui.

Non ci capivo più niente, mi sentivo catapultato in una dimensione parallela e questo che avevo davanti non era il Jungkook che conoscevo.

«Che cosa?» dissi prima di deglutire, ma era come se le parole non uscissero chiare dalle mia labbra.

«Ti sto odiando molto più di quanto non faccia di solito» sussurrò avvicinandosi al mio orecchio.

Mi si mozzò il respiro nello stesso istante in cui pronunciò quelle parole. Perché un momento prima andava tutto bene e il secondo dopo doveva sempre rovinare tutto facendo lo stronzo?

Give Me Your Forever | Taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora