CAPITOLO 17

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L'odore del caffè e la luce accecante proveniente dalla finestra mi svegliarono troppo presto.

Mi strofinai gli occhi e cercai in tutti i modi di mettermi dritto, ma avevo dolori ovunque e mi sentivo spezzato in due.
Impiegai cinque minuti buoni per capire che fossi ancora a casa di Jungkook e un sorriso da ebete si propagò per tutto il mio viso.
Avevo passato la notte più bella della mia vita.

Spostai le coperte e mi alzai bruscamente, rimproverandomi mentalmente per aver causato solo altro dolore ai miei reni.
Abbassai gli occhi e sorrisi di nuovo.
Stavo indossando dei vestiti che Jungkook mi aveva lasciato sulla sedia accanto il letto e mi sentivo leggermente in imbarazzo ad indossarli. Era una cosa così...intima.

Barcollai fino alla cucina aggrappandomi al muro.
Jungkook era lì, indaffarato sui fornelli. Mi fece sorridere il modo in cui si spazientì per la non riuscita di un omelette, e si tirò i capelli all'indietro sbuffando.
Mi avvicinai di più a lui, nonostante avessi paura di come avrebbe reagito trovandomi ancora lì. Ma ero sicuro che dopo la serata di ieri, non avrebbe detto niente di male.
Avanzai di qualche passo, fino ad arrivargli proprio accanto.

«Buongiorno» dissi semplicemente, con un sorriso a trentadue denti.
Le nostre braccia si sfiorarono e un brivido mi attraversò la schiena.

«Buongiorno» mi rispose secco e senza nemmeno voltarsi. Sembrava troppo preso a sbattere l'ennesimo uovo con una frusta.

Il sorriso sparì definitiva dalle mie labbra, ma cercai comunque di intraprendere una conversazione.

«Che stai facendo?» chiesi con il cuore che urlava di esplodere.

Lui incollò gli occhi sulle mattonelle di fronte il piano cottura, come se fosse l'unica cosa che gli interessasse in quel momento.

«Preparo la colazione, puoi sederti lì» mi indicò la sedia vuota accanto il tavolo e io annuii, mentre dentro di me si stavano già verificando scenari tragici.
Jungkook sembrava essere tornato il ragazzo freddo di prima.
Aveva davvero già cancellato quello che ci eravamo detti? Si era pentito anche quando gli avevo detto di non farlo?

No, mi aveva promesso che non si sarebbe pentito.

Andai a sedermi proprio come mi era stato consigliato e sbuffai appoggiando i gomiti sul tavolo, tenendomi la testa fra le mani.
Avrei tanto voluto urlare.

Un piatto di omelette con tanto di decorazione mi si presentò davanti e quasi mi strozzai nel vedere Jungkook arrossire alla mia reazione.
Lui andò a sedersi proprio accanto a me e iniziò a mangiare subito, senza nemmeno dire una parola.

Presi un pezzo di frittata con la forchetta, ma non avevo voglia di mangiare con quel silenzio imbarazzante tra noi.

«Jungkook, c'è qualcosa che non va?» Provai a chiedere con il cuore che mi batteva fortissimo.
Lui scosse solo la testa e continuò a mangiare.

Sbuffai appoggiando le bacchette sul piatto con troppa forza e lui alzò di scatto la testa finalmente.
«Perché mi tratti come se fossi invisibile?» chiesi nervoso.

«Sto solo cercando di non dire niente di sbagliato»

E in quel momento i nostri occhi tornarono a fissarsi, intensamente, come due amanti in una notte di passione.
Jungkook aveva due grandi occhi scuri chiazzati da piccole scintille luccicanti ed io venni catturato completamente da quel turbinio di stelle.
Avrei voluto abbracciarlo subito, stringerlo a me e non lasciarlo mai più andare.
Improvvisamente tutto era cambiato.
Ogni freddezza era sparita e il sorriso ampio che mi fece Jungkook in quel momento non me lo sarei dimenticato per niente al mondo.
Le sue labbra erano tirate verso l'alto e il naso si era appena arricciato. Il piccolo neo che tanto amavo sotto il suo labbro inferiore adesso era visibilissimo e non ci capivo più niente.

Give Me Your Forever | Taekook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora