VERONICA
Approfitto di quell'abbraccio per trovare realmente un po' di conforto, in quanto, nonostante le scuse, veramente Samy mi manchi da morire.***
Ho impiegato almeno dieci minuti per convincere mia madre a non telefonare più il dottore, promettendole in cambio che mi sarei sforzata di mangiare di più (tenendo la teoria dello svenimento dovuto ad un semplice calo di zuccheri).
Infatti, subito dopo essere uscite dalla camera di Samy, mi ha praticamente pregata di andare a mettermi a letto e di aspettare che mi portasse la colazione lì.
***
Una tazza di latte fumante con l'aggiunta di un po' di caffè e dei biscotti al cioccolato: in qualsiasi altra occasione avrei fatto i salti di gioia con un vassoio a letto contenente una colazione simile.
Eppure ora, eccomi qui che guardo il fumo uscire dalla tazza, sforzandomi di finire tutto solo per tranquillizzare mia madre e non facendo altro che pensare alla notte passata.
Cosa ci facevo in camera di Samy? Ricordo solo che non riuscivo a dormire e che mi ero alzata per andare a bere un bicchiere d'acqua...
A proposito, non ricordo di averla bevuta, anzi, non ricordo affatto di essere stata in cucina a dire il vero.
Quindi, forse sono entrata in camera di Samy prima ancora di andare a prendere da bere...ma perché?
Conoscendomi, probabilmente non sono riuscita ad arrivare fino alla cucina senza bloccarmi davanti alla sua porta: questa è l'unica spiegazione valida che riesco a darmi.
Dando per vera questa ipotesi, quello deve essere stato il momento in cui ho deciso di entrare nella stanza.
Quindi, ora mi rimane solo da scoprire cosa ho fatto lì dentro. Sarò svenuta subito? Potrebbe essere che mia madre avesse ragione sul fatto che non abbia retto lo shock di rivedere la camera? Oppure, forse nelle mie scuse c'era un fondo di verità e ho avuto davvero solo un calo di zuccheri.
TOC-TOC-TOC-TOC
«Veronica, tutto bene? Hai finito la colazione?», mi chiede mia madre bussando alla porta e entrando ancora prima che io dica qualcosa, distogliendomi dai miei pensieri.
«Oh, ciao, mamma...sì sì ho mangiato tutto», le rispondo incredula delle mie stesse parole mentre guardo il vassoio effettivamente vuoto.
Evidentemente ero così concentrata a cercare di ricordare, da non essermi nemmeno accorta di mangiare.
«Oooh sono contenta che tu ti sia rimessa in forze! Mi raccomando, vedi di non farmi più prendere un colpo come quello di stamattina signorinella!», mi dice scuotendo in aria l'indice in segno di rimprovero, con un tono misto tra il sarcasmo e la vera preoccupazione.
«Tranquilla, mamma, te l'ho detto che era solo un calo di zuccheri, adesso sto già meglio, non hai bisogno di preoccuparti», le rispondo nella speranza che ciò che dico sia vero, cercando di convincere anche me stessa, e facendole un gesto con la mano per salutarla, per farle intendere che avrei preferito restare ancora un po' da sola.
«D'accordo, d'accordo, ho capito, me ne torno in cucina a lavare i piatti della colazione.» Mi dice mentre mi ritira il vassoio e dirigendosi verso la porta alzando gli occhi al cielo, farfugliando qualcosa che però non riesco a decifrare.
Ehy! Ecco qui la settima parte! Non so se alcuni di voi avevano visto in bacheca che l'avrei voluta pubblicare di mattina 😅 bhe, cause di forza maggiore (il sonno ahahah🤫🤫🤫) non me lo hanno permesso 😅😂 però ora eccomi qui!
P.s. mi scuso per il capitolo che non dice niente di troppo rilevante, ma se avrete pazienza, nel prossimo ci sarà qualcosa di importante! Piccolissimo spoiler: sarà il primo capitolo dal punto di vista della madre!😊
Buona giornata a tutti!😘
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LA CASA DI PLASTICA
Mystery / ThrillerVeronica Johnson è una ragazza di 17 anni che, la mattina del 29 febbraio 1996, si risvegliò da un coma in un ospedale, con ai piedi del letto i suoi genitori che le diedero la triste notizia che durante l'incidente d'auto, che ebbero 2 settimane pr...