Tredicesima parte

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SAMANTHA
«Svelti, il battito è quasi completamente assente, la stiamo perdendo!», urla uno dei paramedici, rivolgendosi a quella bambina.

È un uomo di circa quarant'anni e indossa una divisa arancione molto accesa, come tutti gli altri paramedici che ci sono sull'ambulanza. È accovacciato vicino a lei e le tiene una specie di piccola mascherina trasparente appoggiata sul naso e sulla bocca.

I miei genitori, sentendo quelle parole, assumono un'espressione, se è possibile, ancora più angosciata e non sembrano capaci di riuscire a dire niente.

Ehy, ma che mi sta succedendo?!

Sto sentendo come un brivido, lungo tutto il corpo: una sensazione mai provata prima, in tutta la mia vita.

Un istante dopo aver provato questa sensazione, lo stesso paramedico di prima riprende a parlare.

«Ora del decesso: 23.47. Mi dispiace tanto Signori Johnson, ma la vostra bambina non ce l'ha fatta», dice con un filo di voce, mostrando nei suoi occhi scuri uno sguardo triste e addolorato.

La vostra bambina?! Ma non può essere! Questo vuol forse dire che avevo un'altra sorella? Forse eravamo addirittura gemelle allora! Questo spiegherebbe perché mi somiglia tanto.

«Samantha! No! La mia piccolina! Non può essere morta!», urla mia madre, con una voce così straziante e strozzata dalle lacrime da essere quasi irriconoscibile, mentre mio padre cerca di tenerla, anche lui con gli occhi pieni di dolore.

Samantha? Perché continua a chiamarla come me?! Potremmo anche essere gemelle magari, ma una madre non dovrebbe saperci distinguere?

Provo a toccare la spalla di mia madre, per cercare di consolarla e dirle che io sto bene, ma...

Mi accorgo di non riuscire ad afferrarla.

La mia mano le oltrepassa la spalla, facendomi provare una sensazione di vuoto fra le dita.

Aspetta un attimo...

Sono l'unica a non essersi fatta nemmeno un graffio; nessuno mi ascolta e sembrerebbero addirittura non vedermi; quella bambina è praticamente identica a me e si trovava seduta proprio al mio posto, con tutto quel sangue sulla fronte; i miei genitori continuano a preoccuparsi così tanto per lei, chiamandola perfino con il mio nome...e ora questo!

Come ho potuto essere così sciocca da pensare di avere una gemella?!

Adesso vedo chiaramente come stanno le cose: quella bambina sono proprio io!

Questo significa che...

Sono io ad essere morta!



Ebbene, nonostante l'innocenza della piccola Samy, in questo capitolo anche lei realizza la triste realtà e si rende conto di ciò che le è accaduto...🥺

Secondo voi come prenderà questa notizia?

Vi confesso che zia Meg non ha ancora scritto i prossimi capitoli, perciò per ora è quasi tutto incerto...

A proposito di questo, avendo appunto finito le scorte dei capitoli, potrebbe servirmi nuovamente un periodo di pausa per scriverne dei nuovi, perciò: OCCHIO AGLI ANNUNCI IN BACHECA, nei quali vi terrò AGGIORNATI!🤗☺️

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