Sabato

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Sabato mattina mi sono svegliato con un forte mal di testa, non ricordo niente di quello che ho fatto ieri dopo essere tornato a casa. Guardando il cuscino tutto bagnato credo che ho pianto, ancora. Allungo il braccio e cerco di prendere il telefono sul comodino e sussulto nel vedere un suo messaggio che ha mandato la scorsa notte. il messaggio dice: "Hey, non so ancora di preciso perchè ti sto scrivendo questo messaggio ma forse è per chiederti di nuovo scusa per oggi... ti voglio dire che la scena a cui hai assistito non è per colpa mia ma di Elena, la mia ex. Quando l'ho vista venire ho cercato di mandarla via visto che arrivavi tu ma, proprio in quel momento si è avvinghiata a me e tu sei sbucato dall'angolo della strada. Sono sicuro che sarai un po' arrabbiato con me e quindi oggi non ti vengo prendere per andare a scuola. Ciao e buona notte Teo." se non sapevi perchè scrivere questo messaggio perchè l'hai fatto? Certo, ora dà la colpa all' ex, e se anche fosse scommetto che gli è piaciuto. Tiro due pugni al cuscino, ignoro completamente il suo messaggio, comincio a prepararmi ed esco di casa. Arrivato a scuola, a passo veloce vado nella mia classe per paura di incontrarlo e non sapere come comportarmi. Nelle prime ore non faccio altro che pensare a lui, a me e a noi. Perchè mi sento così? Quando sto con lui o soltanto lo penso, mi sento così fragile, come un oggetto di vetro che cade sul pavimento andando in frantumi. Non avevo mai provato una sensazione del genere e, a dire la verità mi fa venire la nausea. All'intervallo scendo in cortile con Alessio e lo vedo che ride con un ragazzo, mentre io sto qui a sentirmi male per colpa sua. La rabbia si fa strada dentro di me ma riesco a controllarmi dall'andare da lui e picchiarlo. Ad un tratto comincia a girarmi, sento la testa sottosopra e corro subito in bagno lasciando Alessio da solo. Appoggio i gomiti sul lavandino e mi sciacquo la faccia e questo mi distoglie per un attimo dai miei pensieri. Piano piano mi accascio per terra e mi metto la testa tra le mani pensando a cosa mi sta succedendo. Non posso star male per una persona come lui, non posso e non devo. Voglio allontanarmi da lui e ho già un'idea. Prendo il cellulare e cerco il numero di Carmen, una ragazza che mi ha confessato il suo amore due settimane fa ma gli avevo detto che per il momento non mi andava e per fortuna ora mi sarebbe torna utile.
Gli mando un messaggio dove gli dico di aspettarmi davanti la mia classe alla fine delle lezioni. La campanella suona appena invio il messaggio e, mi reco velocemente nella mia classe sperando che Alessio, sicuramente arrabbiato, non mi farà nessuna domanda. Quando le lezioni sono finite, vedo Carmen spuntare dalla porta. La raggiungo e mentre ci incamminiamo verso l'uscita gli dico: "Senti Cà... ho pensato a quello che mi hai detto l'altra volta e beh mi chiedevo se ti piacevo ancora." Lei sbalordita dalle mie parole diventa un po' rossa e annuisce. " Beh che ne dici se proviamo a metterci insieme?" vedo che trema e diventare tesa, ma  annuisce, per la seconda volta. Arrivati vicino al cancello vedo Daniel che mi fissa appoggiato sulla sua moto. Fa qualche passo verso di me ma, è proprio in questo momento che la mia piccola vendetta ha inizio. Mi giro verso Carmen, le prendo il viso e le do un bacio sulle labbra. Ora è tutta rossa in viso ed ha gli occhi un po' lucidi. "Ora vado, ciao." gli sussurro nell'orecchio, mi giro per vedere che faccia ha fatto ma, non è più dietro di me bensì è sulla moto. La mette in moto e sfreccia, facendo un rumore assordante a gran velocità per la strada. A quel frastuono molti ragazzi si sono girati spaventati. Mi incammino verso casa e comincio a sentire una strana sensazione nello stomaco, ho un bruttissimo presentimento. Sono quasi arrivato a casa e in lontananza credo di vedere una moto su una macchina e una persona vicino con le mani alla testa. Mi avvicino sempre di più e non ci vuole molto a scoprire che c'è stato un incidente. Guardando meglio, rimango allibito da quello che sto vedendo. Quella è la moto di Daniel, ne sono sicuro. Mi volto verso destra e  vedo Daniel accasciato a terra, mi avvicino correndo e vedo che ha una ferita che perde sangue dalla nuca. Sento l'uomo dietro di me che chiama un'ambulanza. Prendo la testa di Daniel e la poggio sulle mie gambe cercando di trattenere le lacrime che minacciano di uscire. E' colpa mia, se solo non avessi avuto quella stupida idea non gli sarebbe successo nulla. L'ambulanza arriva dopo pochi minuti che invece a me sono sembrate  ore. L'infermieri mi danno il permesso di salire con loro e presto arriviamo in ospedale. Lo portano in sala operatoria e purtroppo mi fanno aspettare fuori e non faccio altro che camminare avanti e in dietro. Passano due ore senza sapere come sta ma poi, un dottore esce da quella stanza e gli chiedo subito come sta. " Il paziente per fortuna non ha subito lesioni gravi interne però ora si trova in uno stato di coma." cazzo! "E quando si sveglierà?" spero in una risposta buona. "Non lo so. Potrebbe svegliarsi fra qualche ora, giorno o mese. Noi lo terremo qui sotto osservazione." dopo avermi detto ciò chiedo al dottore se può ricevere visite ma mi dice che per un po' e meglio di no. Così decido di andare a casa e farmi una doccia. Dopo averlo fatto ritorno in ospedale e chiedo all'infermiera dove si trova la sua stanza. Appena me lo dice, a passo veloce mi dirigo là. Quando apro la porta lo vedo lì, su un letto con addosso tanti fili attaccati a delle macchine. Vederlo così mi provoca un male terribile allo stomaco. Mi siedo sulla sedia accanto al letto e comincio a fissarlo accarezzandogli il viso. Spero che si svegli presto perchè non ce la faccio proprio a vederlo cosi. E intanto una piccola lacrima che non riesco a trattenere, scende sul mio viso.

7 giorni per amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora