CAPITOLO 2 // Monaco

213 2 0
                                    

Mi trovavo a Monaco, città natale del mio migliore amico e dove anche io ero cresciuta dopo che i miei genitori dovettero lasciare lItalia per lavoro. Avrei assistito alla gara quella domenica e, di conseguenza, avrei rivisto lui.

Erano passate due settimane dal Gran Premio di Spagna e da quel bacio rubato a Max sul terrazzino. Non lo avevo più visto. Non si era unito a noi quella sera a Barcellona, ma non mi stupii, daltra parte non laveva mai fatto.

Era sabato e mi trovavo al box Ferrari durante le qualifiche. Stavo aspettando che Charles finisse per poi andare a farci un giro per le strade della nostra città. Ascoltavo Mr. Brightside die The Killers seduta su una pila di vecchie gomme usate, muovendo la testa a ritmo di musica, mentre ogni tanto controllavo il televisore per vedere i progressi del mio migliore amico. Era una giornata di sole, mi sentivo leggera, non avrei voluto doverlo consolare per una qualifica andata male.

Mi sentii chiamare da lontano mentre la canzone stava finendo. Era Daniel. Fu solo quando alzai lo sguardo per salutarlo che mi resi conto non fosse solo.

Ghiaccio. Fu questo che vidi nei suoi occhi azzurri e freddi. La sua bocca tirata in una smorfia difficile da decifrare. Cercai di fingere che la sua presenza non mi rendesse in qualche modo strana e salutai Daniel a mia volta.

-Ciao Dan, come stai? Hai già finito?

-Laura! Tutto bene, tu? Sì, sto aspettando che finiscano gli altri per vedere come mi sono piazzato

Il suo sorriso era sempre contagioso, sarebbe riuscito a strapparmi una risata anche nei momenti più tristi. La sua sola presenza metteva allegria e ciò contrastava immensamente con il ragazzo alla sua destra.

Continuava a guardarmi e le mie capacità di dialogare con Daniel si stavano riducendo sempre di più. Non riuscivo a smettere di spostare il mio sguardo su di lui, mi attirava come una calamita, non potevo farne a meno.

Il telefono dellaustraliano squillò improvvisamente, interrompendo la nostra conversazione

-Scusate, torno subito

Disse allontanandosi dallentrate del box.

-Ciao

Tentai di interrompere limbarazzante silenzio che si era creato.

Non rispose. Continuò a guardarmi per quello che mi sembrò un secolo, poi improvvisamente mi prese per un braccio, con il suo fare prepotente, ma delicato al tempo stesso, e mi trascinò lontano dal team e da chiunque avrebbe potuto vederci o ascoltarci. Lo seguii, trovandomi destabilizzata e incapace di opporre resistenza. Sapevo che sicuramente non avrebbe avuto brutte intenzioni.

-Perché?

Mi chiese improvvisamente quando ci fermammo in un luogo più appartato.

-Cosa?

-Non lo so, secondo te?

-Max, io

-No Laura, perché mi hai baciato?

Boccheggiai, incapace di dargli una risposta. Mi stava guardando dritto negli occhi, incatenando quellazzurro al mio marrone. Stava aspettando impaziente una risposta che non potevo dargli, perché nemmeno io ne conoscevo il motivo.

-Non lo so

Abbassai lo sguardo. Lo vidi con la coda dellocchio allontanarsi leggermente mettendosi le mani tra i capelli. Sembrava frustrato.

-Non lo sai Cosa vuol dire che non lo sai? Non ci siamo nemmeno mai parlati noi due! Che fai baci chiunque tu veda versare due lacrime?

-Max ti prego, io non so cosa mi sia preso, non mi era mai successo, mi è venuto spontaneo, mi dispiace non succederà più te lo prometto, torneremo a ignorarci come abbiamo sempre fatto, non lo dirò a nessun-

Light me up in flames // Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora