"Più si ama una persona, più si é vicini ad odiarla"
François da la RochefoucauldEro davanti a lui, appena superato il cancello girai a sinistra, arrivando nella strada principale che porta al centro di Parigi, ma quando non sentì più il suo fiato sul collo mi girai di scatto.
Eros era tanto bello e ipnotizzante quanto testardo e orgoglioso, lo conoscevo solo da un ora e già avevo capito che avrei fatto meglio a stargli alla larga, ma ero troppo curiosa e volevo sapere qualcosa su di lui, così quando lo vidi dall'altra parte della strada lo raggiunsi.
-Senti ragazzina, non mi serve il tuo aiuto- contrasse la mascella e mi guardò con uno sguardo truce.
-Ma lo sai almeno dove stai andando?- di certo non lo sapeva, stava vagando per la strada con il capo basso, sembrava pensieroso e sicuramente infastidito dalla mia compagnia; non mi rispose neanche e svoltò la strada, arrivando in una via a sfondo chiuso.
Mi scappò da ridere e non riuscì a trattenere un sogghigno che attirò la sua attenzione, ero sicura che non sapeva nemmeno perché si trovasse in quel posto, ma mi sconvolse quando entrò in un bar e salutò il proprietario.
Rimasi lì impalata a osservarlo, i suoi capelli corvini venivano aggiustati periodicamente dalle sue dita affusolati, aveva un filo di barba da poco rasata che gli dava un aspetto maturo, anche se ero abbastanza sicura che avesse la mia stessa età; la mia attenzione però si spostò sul proprietario che chiese ad Eros chi fossi.
-Sinceramente, non la conosco- il suo sguardo cadde sul mio.
Decisi di andare via, chi si comportava da stronzo con me non meritava le mie attenzioni, quando però una mano mi circondò il fianco e mi costrinse a girarmi.
-Paul, che casa ci fai qui?- esclami dandogli un bacio affettuoso sulla guancia.
Paul era da sempre stato un mio grande amico, la prima volta che ci incontrammo eravamo alle elementari; mi asciugò le lacrime quando morì la mia nonnina, mi accompagnò alla mia prima festa e fu addirittura il mio primo bacio; ma il romanticismo finì lì, almeno per me.
Mi abbracciò e i portò al suo tavolo dove si trovavano i suoi amici e la sua ragazza Marlene, salutai tutti e mi misi a sedere; parlammo del più e del meno, i ragazzi erano simpatici e anche Marlene, di cui avevo solo sentito parlare, mi sembrava adatta al mio amico.
Incominciò a farsi tardi, nel mezzo delle loro conversazioni io rimasi comunque ad osservare Eros, che diversamente da me, si era ritirato dal bar da qualche ora; decisi di salutare tutti e andare via, ma quando varcai la soglia della porta e mi avviai a piedi verso casa, una macchina comune si accostò vicino a me.
-Sali, ti do un passaggio- la voce di Eros uscì dal finestrino abbassato, io feci finta dii nulla e avanzai dritta per la mia strada.
-Dai andiamo, è tardi non mi fido a lasciarti tornare a casa da sola-
-Noi due non ci conosciamo, non ricordi? io non salgo nelle macchine degli sconosciuti- trovai il coraggio e gli risposi finalmente a tono, era sicuramente il più bel ragazzo che avessi mai visto, ma non dovevo dargliela vinta soltanto per questo.
-Smetti di fare la bambina e sali, sennò ti faccio salire io- scoppiai a ridere e lui fermò la macchina, scese e mi trascinò per un braccio fino alla portiera.
-Va bene, va bene salgo da sola, oh mio Dio- montai in macchina e lo vidi accennare un sorriso beffardo.
-Dove si trova casa tua?- mi chiese trapassandomi con i suoi occhi splendidi anche al buio.
-Perché mi odi?- le parole mi uscirono dalla bocca e lo sentì sospirare per interminabili secondi.
-Io non ti odio, semplicemente non voglio che tu mi stia attorno- sorrisi nervosa perché aveva praticamente affermato quello che pensavo.
-Se non mi vuoi attorno è perché mi odi, no?- chiesi in maniera scherzosa.
-No, e adesso dimmi dove si trova casa tua- rispose burbero.
Guardava dritto la strada e si era girato verso di me soltanto quando lo condussi verso casa mia, sembrava sempre così scontroso, eppure nei suoi occhi vidi paura.
Arrivati a destinazione accostò la macchina e aspetto una mia mossa, ma io rimasi lì ferma e immobile perché realmente io in casa non volevo tornarci; il rapporto con i miei è freddo e incostante, non sanno nulla di me e io di loro.
-Hai intenzione di scendere o hai bisogno che ti accompagni a rimboccarti le copertine?- ridemmo insieme e mi accorsi che stava abbassando leggermente la guardia, così mi venne l'idea di chiedergli qualcosa di più.
-Scendo soltanto se rispondi a una domanda- sbuffo e si grattò la nuca nervosamente, ebbi tutta la sua attenzione e così mi girai anche io verso di lui.
-Perché ti sei trasferito qua?- non ebbi neanche il tempo di finire la frase che lui mi interruppe.
-Camille, non risponderò a nessuna delle tue domande, e te dovresti ringraziarmi per questo-
-Che vuoi dire?- la curiosità prevalse.
-Che sicuramente non hai bisogno di uno come me, un altro problema- detto questo mi squadrò da capo a piedi e mi sorprese con una affermazione.
-Il tuo fidanzato è un coglione- mi disse senza smettere di sciogliermi con i suoi occhi perlacei.
-Non ho un fidanzato- mi venne da ridere, chi mai vorrebbe essere il mio ragazzo.
-Sembrava mangiarti con gli occhi- questo scambio di opinioni mi sconvolse, stava forse parlando di Paul.
-Piuttosto sembra che tu mi stia mangiando con gli occhi- mi morsi la lingua subito dopo, che avevo nella testa, penserà sicuramente che volevo provarci.
-Adesso scendi, Mon Cheri- gli sorrisi timidamente e scesi dall'auto, prima di entrare in casa lo salutai con la manina, adesso si che sembravo una ragazzina.
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Tears & Smiles
Chick-LitCosa succede quando una persona piange davanti a te? Nella testa di Eros, in questa situazione, compare la soluzione per risolvere la sofferenza della persona. Esso cerca di evitare il più possibile le relazioni, soprattutto dopo essere stato tradit...