I capelli castani scompigliati, gli occhi con il riflesso della luna, la sagoma più innocente dell'idea dell'innocenza stessa. Guardava il cielo stellato e asserviva nella sua mente che non vi fosse nulla di più affascinante e meraviglioso. Elliot zampettò sulla balaustra e saltò sulle tegole del tetto. Falcata dopo falcata con le sue zampette agili balzò poi sulle gambe della propria padrona e si accoccolò.
«Sempre tra i piedi tu, eh?» Il micio si strofinò sul palmo di lei.
«Farai li bravo micio qui mentre io sarò a lavoro, sono stata chiara? Lontano dalla tappezzeria, Elliot, non ti far lasciare sempre alla signora Fairfax»
Si aggrappò al petto della ragazza e mosse la coda in senso di diniego. Era un gatto troppo furbo, troppo malizioso per i suoi gusti ma ne era innamorata.
Quando Jamie si rese conto che era troppo tardi per stare ancora lì si alzò e ritornò nell'appartamento strapagato, che non era effettivamente un granché. Quando sei uno studente e ti vogliono torcere fino all'ultima lira questo è il risultato. Quanto meno lo aveva reso più che gradevole recuperando parte del mobilio della sua vecchia stanza, inoltre, Elliot rientrava nell'arredo. Prima di andare dormire condivisero del latte caldo.
Studiare a Baltimora non era stato male, un'esperienza nella norma, forse un' pò al di sotto delle aspettative, ma non si poteva richiedere che fosse Yale o Harvard.
Il fiore dell'età dedicato allo studio aveva valso la laurea in medicina e le spettava ancora un anno e mezzo di asfissiante tirocinio in chirurgia d'urgenza, che nonostante fosse una materia insidiosa di suo, vuoi per i pazzi che ti ritrovi un giorno si e l'altro pure, vuoi per il caos quotidiano del pronto soccorso, quello che la rendeva un'esperienza così antipatica era il personale, talmente odioso e irritante.
«Jeff, che abbiamo oggi?»
«Trauma cranico e qualche distorsione. Tutto tranquillo!»
«Allora niente che una giornata in pronto soccorso non possa cambiare»
Si infilò guanti e passò in rassegna l'ambiente, poi indossata la tuta gialla, diede disponibilità per gli arrivi.«Tieni, ti servirà.» Jeff le porse un caffè. «Mi sta prendendo un sonno... Grazie»
«Ci vorrà tempo prima che finiscano in sala operatoria. A proposito, perché non sei a osservare le divinità chirurgiche?»
«Sala piena, compiti assegnati, idem per i posti in galleria. Sembra che per assistere bisogni andare a letto con il chirurgo o essere la cocca del capo. Insomma siamo in un dramma al pari di Grey's Anatomy ma senza il dottor Stranamore» l'uomo rise.Il cerca persone squillò.
«Campbell, tieni lontana la signora dal marito!» Annuì alla dottoressa Flyn e si mise sulla porta.
«Signora torni in sala d'attesa, qui non può fare niente»
«É morto? É morto? Fatemi entrare, vi prego!» Le lacrime grondavano dal viso. Jamie guardò dentro la stanza per trovare i parametri dell'ECG, vide che la dottoressa Flyn stava cercando l'origine dell'emorragia. Non riusciva a vedere l'uomo che era sopraffatto dai medici ma tentò di tranquillizzarla.
«Non è morto signora. Non può entrare, ha una ferita da arma da fuoco, i medici devono concentrarsi per poterlo aiutare»
«No, no! Fatemelo vedere!» Fu costretta a bloccarla per i polsi e bloccare la porta al meglio delle sue possibilità. «Signora, signora!»
«Dio! Che sta succedendo!» L'infermiera Diaz le andò in aiuto, trascinò la donna lontano tra spasmi e grida.«Campbell, muoviti!»
«Dottoressa»«Veloce, inizia ad incidere!» Lo aveva già fatto diverse volte, non era un problema. Non capiva perché la dottoressa avesse aspettato lei fino a quel momento e non avesse eseguito prima.
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Jam hearts'
FanficJamie Campbell amava solo e soltanto il suo lavoro. Era una specializzanda affamata di sangue e odiava quando gli uomini cercavano di sopraffarla, solo perché donna in un mondo maschilista. Sapeva ciò che voleva e come raggiungerlo; era maledettamen...