Capitolo XV

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La donna si porta con raffinatezza la tazzina di caffè alle labbra, bevendone solo un sorso prima di riappoggiarla sul piattino ed incrociare le lunghe gambe snelle.

I suoi occhi color miele, contornati da una sottile linea di eyeliner, scrutano con attenzione il volto di Zack come se fossero passati anni dall'ultima volta che l'han visto e purtroppo è così.

"Quante volte ti ho detto di tagliarti la frangia? Figuriamoci se un ragazzo deve indossare delle mollette."

"Non ho più quindici anni, mamma. Posso acconciarmi i capelli come voglio".

"L'impertinenza però è ancora quella".

Zack irrigidisce le spalle ed il suo disagio giunge fino all'altro capo del bar, dove Ezra ha obbligato i due fratelli ad occupare un tavolino per tenere sotto controllo la situazione.

"Quasi tre anni che non ci vediamo e le prime parole che mi rivolgi sono per criticarmi?" sospira triste il biondo.

"E la colpa di chi è? Te ne sei andato di casa, non rispondi al cellulare e costringi tuo cugino a mentire... Io e tuo padre non ti abbiamo educato in questo modo".

"Hai ragione" sorride sardonico. "Mi avete allevato per diventare il vostro erede, non uno squattrinato che abita in una mansarda".

"Visto che lo sai è giunto il momento di mettere un punto a questa sceneggiata e tornare a casa. Direi che hai già sprecato abbastanza tempo".

"No".

"No?"

"È finito il tempo in cui vi lasciavo controllare la mia vita" replica serio. "Ho scelto la mia strada e non ho intenziome di abbandonarla".

"Cantare in un parco è la tua strada? Sono queste le tue grandi aspirazioni?" alza un sopracciglio lei.

"Se anche fosse, non è qualcosa che vi concerne. Sono indipendente e grande abbastanza da capire che le mie scelte hanno delle conseguenze. Belle o brutte che siano, sarò io ad affrontarle".

"Dimentichi una cosa, Zack. Tu sei un Bailey e come tale la gente si aspetta solo il meglio da te. Un tuo sbaglio è una macchia indelebile sulla famiglia".

"E allora lasciatemi andare" annuncia.

La donna prende un altro sorso per controllare il suo temperamento ed il sorriso che mette in scena è lo stesso che usa Zack quando sta parlando con qualcuno che si crede superiore a lui, ma in realtà è un ignorante.
"È questa la maturità che hai perseguito lontano da casa? Scappare dai problemi piuttosto che sistemarli?".

"E quale sarebbe il problema? La mia passione per la musica?"

"La tua mentalità è il problema!" ed il suo tono di voce costringe qualche cliente a voltarsi verso di loro. "Se stessi facendo progressi non avrei problemi a lasciarti diventare un cantante, ma pensi che non sappia che hai rifiutato di firmare con delle etichette famose? Ti ho ripetuto un sacco di volte che sei troppo arrogante, ma tu hai preferito fare di testa tua e cos'hai ottenuto? Niente!".

"Sono rimasto me stesso" ribatte lui reggendo il suo sguardo. "Per te forse non varrà nulla, ma per me vale tutto".

"Questa scusa comincia a puzzare di vecchio".

"Allora sarà meglio che tolgo il disturbo, così non ne sentirai più l'odore".
Si alza facendo stridere la sedia ed i tre scattano in piedi.

"Dove pensi di andare?" si sdegna la donna. "Non abbiamo ancora finito di parlare. È questo il rispetto che porti a tua madre?"

Zack si ferma restando di spalle. "Come stai? Dove vivi? Stai mangiando bene? Sono queste le domande che dovrebbe fare una mamma al figlio che non vede da anni, ma a te non è passato nemmeno per l'anticamera del cervello di interessartene".
Torna a guardarla ed il suo volto è sfigurato da un mesto sorriso. "Dicevi che dovevo ascoltarti per il mio bene, ma da quando ho lasciato quella casa me lo sto costruendo da solo giorno dopo giorno."

Rooted in my mind {BL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora