Capitolo XI

96 10 3
                                    

Zack controlla il telefono per l'ennesima volta, ma ancora nessun messaggio.

Che abbia cambiato idea?
Che non voglia più lavorare con lui?
Che se la sia presa per essere piombato in camera sua in piena notte con un gatto randagio?

Eppure non sembrava essersi arrabbiato, ma dato che non lascia mai trapelare le sue emozioni è difficile dirlo con certezza.

Si tira una ciocca di capelli ingoiando un urlo sfrustrato.

"Che hai questa volta?" esala Norah, la voce di chi è già stanco di ascoltarlo e il principio di emicrania che l'avverte che sarà sicuramente una delle sue pare mentali, visto che Zack è bravo a lamentarsi solo delle minuzie, mentre per tutto il resto tace e si nasconde dietro un sorriso.

"Secondo te ho fatto qualcosa di sbagliato?"

"Dammi un tempo limite. Altrimenti restiamo qui fino all'anno prossimo".

"Cattiva".

"Perchè pensi di aver fatto qualcosa di sbagliato?"

"Il ragazzo con cui sto lavorando ad un progetto avrebbe dovuto contattarmi per dirmi quando possiamo rivederci, ma non l'ha ancora fatto".

"Non hai pensato che magari è a lezione?"

"E in sei ore non ha avuto due minuti di tempo per scrivermi un messaggio?".

"Scrivigli tu, allora".

"Non ho il suo numero".

"E nessuno dei tuoi mille amici può dartelo?"

"Non sono miei amici, solo gente che conosco e con cui scambio due chiacchiere" mette il broncio "e no, a quanto pare è così riservato che nessuno in conservatorio ha il suo numero".

"Woah, tipo strano".

"Ehi! Non giudicare a priori una persona" esclama "e poi Chris non è strano, è solo introverso. Ma una volta che ci parli è simpatico ed è anche molto divertente".

"Ho capito, ti piace".

Il viso di Zack prende fuoco come un eretico. "Ma che stai dicendo?!" urla portandosi le mani alle guance, "No che non mi piace! Come ti viene in mente una cosa del genere?! Io e lui, No! Non voglio nemmeno pensarci! Nope."

Norah si sfrega la fronte sconsolata. In piena fase negazionale.
"Stavo scherzando, Zack" perchè altrimenti il ragazzo arriva al punto di combustione e lui tira un sospiro di sollievo.
"Perchè te la prendi tanto?"

"Non me la sto prendendo, è solo che...".

"Se se, ok. Non mi interessa" sventola una mano per aria. Tanto parlare con Zack a volte è come parlare ad un muro.
"Che pensi di fare, quindi?"

"Non lo so" ammette giocando con le mani, "se ha cambiato idea e non vuole piu lavorare con me, non posso certo obbligarlo. Non è un compito, è solo qualcosa che volevo provare."

"Deve per forza essere lui ad aiutarti?"

"Sento che è l'unico al momento che possa comprendere la mia musica".

A lui non piace essere arrogante, ma è consapevole di essere un gradino sopra gli altri.
Non ha problemi ad aiutare Ezra a studiare, a discutere con Gordon di artisti e spartiti o a lavorare con i suoi compagni di corso, ma con Christopher ha scoperto di poter parlare ore di musica e ricevere un feedback con lo stesso entusiamo e la stessa abilità di capire passaggi sconosciuti ai più. E anche quando il suo monologo era diventato troppo arzigolato anche per lui, era rimasto in silenzio ad ascoltarlo, come se fosse davvero interessato ai suoi spunti ed alle sue parole.

Rooted in my mind {BL}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora