Luigi
Ho desiderato così ardentemente, così a lungo, di riaverla vicina a me, che ora quest' abbraccio mi sembra tutto fuorché reale.
Insieme ai corpi, anche le nostre anime si fondono, dando vita ad uno spettacolo meraviglioso.
Vorrei essere all'infuori di me per guardarmi, per guardarci, per scattarci una foto, così da incorniciarla e appenderla sulle pareti della mia mente e del mio cuore.Carola è la mia Musa ispiratrice: potrei parlare di lei, dell'effetto benefico e al contempo malefico che ha su di me,
per ore, giorni, mesi, senza mai stancarmi.Ci sciogliamo dall'abbraccio e, in un batter d'occhio, sopraggiunge la nostalgia del momento appena passato.
Mi ricompongo, anche se con estrema difficoltà. Ho ancora la sua pelle addosso e il suo profumo persiste, invadente, nelle mie narici.
Lei mi guarda, con uno sguardo
che trasuda passione e desiderio, in attesa di mie istruzioni.«Forse è il caso di sederci al nostro tavolo, ti va?» le dico, nel tentativo di smorzare la tensione.
Mentre ci dirigiamo al tavolo, fremiamo entrambi e non smettiamo di cercarci.
I nostri sguardi si incrociano continuamente, senza alcun genere di sforzo, nonostante la caoticitá del locale.Lei, palesemente nervosa, si bagna spesso le labbra con la lingua, sottoponendomi consapevolmente ad una tortura incessante.
Io mordo le mie di labbra, per trattenere quel fottuto desiderio di saltarle addosso.Sistemo con minuzia le maniche della mia camicia bianca trasparente, che lascia visibili i miei capezzoli. Sento lo sguardo di Carola su di me... Devo deglutire più volte prima di poter reggere ancora una volta il suo sguardo.
«Allora? Come vanno le cose? Presumo bene, dato che non hai avuto neanche un minuto per scrivermi o chiamarmi sino ad oggi» esordisce, con un tono inquisitorio e minaccioso.
«Procede molto bene, sono coinvolto in moltissimi eventi radiofonici, spettacoli televisivi, in-store... Ho un'agenda pienissima.
Non essere così dura con me... non è tutto come sembra Carola.»«E allora com'è che dovrebbe essere? Sono stanca delle tue scuse Luigi. Non so nemmeno perché ho accettato di vederti.»
Arrabbiata, si alza di scatto, pronta ad andarsene, pronta a lasciarmi di nuovo, ma io glielo impedisco, afferrandole il braccio.
«Ti prego, aspetta... Ho bisogno di te»Lei si gira, rimane per qualche secondo a guardarmi e poi dice:
«Ah sì? Credevo che io non avessi bisogno di te e nemmeno tu di me. Se rimango non è per te, ma solo perché sto morendo di fame.»
Quelle parole trafiggono il mio cuore alla stessa stregua di una spada.
Me lo merito. Sono stato egoista; non ho risposto ai suoi messaggi per giorni, come posso pretendere che le cose ritornino tutte a un tratto come prima?Ordiniamo le nostre pizze, ma l'attesa, in quel clima bellico, sembra durare un'eternità.
Non so come comportarmi, così decido di farle domande inerenti al lavoro, nella speranza di placare il suo animo adirato.
Funziona.
Rimango lì a fissarla: i suoi occhi luccicano mentre parla di danza, contratti, teatri ed incontri importanti.La ascolto diligentemente e nel mentre con i miei occhi traccio i contorni della sua figura.
Cosa mi sono perso... È così speciale.Mentre accenna alla preparazione dello spettacolo, le indico con l'indice l'angolo della bocca.
Era leggermente sporca di salsa di pomodoro, ma era talmente presa dal suo discorso che non aveva recepito il mio segnale.
Così mi sporgo verso di lei per toglierle quella buffa macchiolina.
«Sei Impazzito? Ch-che fai?» dice, diventando improvvisamente rossa.
«Sei sporca, vieni qua» le rispondo.
Scoppiamo entrambi a ridere e lei, ormai docile, si avvicina a me, dischiudendo le labbra.
Con estrema delicatezza e lentezza, pulisco la macchiolina incriminata e ne approfitto per contemplare da vicino le sue labbra dannatamente carnose.Siamo a un centimetro di distanza e in assoluto silenzio.
Poso il tovagliolo, poi poggio la mia mano sul suo viso e comincio ad accarezzarla.
Carola chiude gli occhi in un atto liberatorio, per poi riaprirli piano piano.« Ti prego... Smettila. »
«Smettila di fare cosa? Perché?»
«Di illudermi... Mi stai facendo impazzire»Mi avvicino al suo orecchio e le sussurro: «Sei tu che mi fai impazzire Carola... Tu non hai idea ... Non hai idea del potere che hai su di me»
«Non... N-Non può essere...»
Le nostre labbra stanno per sfiorarsi, i nostri respiri sono quasi diventati un unico respiro...
Poi, come al solito, rovino tutto.
Il mio telefono squilla ed io, stupido come non mai, interrompo il momento decidendo di rispondere.
Lei mi guarda basita, cercando di ricomporsi e di realizzare quello che stava per succedere.
Una chiamata urgente mi costringe ad andare via di fretta e furia.
Cosa ca**o ho fatto... Ora mi odierà...
Mi odio anch'io...Pago il conto, la saluto distrattamente, lasciandole un bacio sulla guancia.
«Scusami Carola, scusami davvero... Giuro che ti chiamo appena posso. Perdonami»Me ne vado, con l'amaro in bocca ed il rimpianto di aver risposto a quella maledetta chiamata, di non aver colto l'occasione per assaporare le sue labbra.
Mi giro un'ultima volta e la vedo lì, entrare nel suo taxi, con un volto che trasuda delusione.
STAI LEGGENDO
Amici mai || Caroligi
FanfictionLa storia di due talenti, Luigi Strangis (cantante) e Carola Puddu (ballerina) che, in un futuro auspicabile, si sono concessi il privilegio di amarsi. 💓