Un tempo vi fu un Alseide ribelle e mite, perfida e gentile, accattivante e innamorata.
Era bella.
La pelle di latte, i capelli di miele , le labbra di vino.
Incoronata da fiori. Innocentemente nuda.
Amava danzare sulle note della pioggia, correre con il vento,
amoreggiare con i satiri e nascondersi ad osservare i viaggiatori, costretti ad attraversare il bosco.
Era affascinata dagli uomini.
Gli vedeva quando passavano per quei boschi con occhi reverenziali. Che sentissero la presenza della ninfa?
A volte si divertiva a terrorizzare gli uomini.
Si avvicinava.
Furtivamente.
Un fruscio.
Un ramo spezzato.
Dei sassi calciati.
L'intonarsi di un canto.
Correndo leggiadra comparendo e sparendo tra gli alberi.
Avvicinandosi silenziosa alle spalle del viandante.
Gli metteva le mani al collo e gli sussurrava un antico canto di morte.
Finché non sveniva tra le sue braccia dalla paura.
Senza più svegliarsi.
Ma si sa, il gioco è bello quando dura poco, infatti l'Alseide si stancò presto dei suoi svaghi.
Decise di voler vedere anche le altre espressioni degli umani non solo la paura.
Sfortunatamente questa decisione la pese nel giorno sbagliato.
Vi era un giovane radioso come il sole. Stava attraversando il bosco con i suoi compagni di caccia.
Un addio al celibato durato sette giorni di caccia sfrenata.
Quel giorno sarebbe stata la vigilia del suo matrimonio.
Era felice e sporco.
Decise di andare alla cascata mente gli altri dormivano.
Pensava alla sua futura sposa. Era sempre nella sua testa.
Nel suo cuore.
Si appartenevano, si amavano, si aspettavano.
Innauguratamente, scappò agli alberi il pettegolezzo che vi era un giovane nel bosco, non era l'unico, vero, ma era solo.
Separato dal gruppo.
L'Alseide non desiderava altro.
Andò ad osservare il ragazzo.
Le piaceva.
Più dei satiri.
Più dei viandanti barbuti a cui rubava l'anima.
Decise che sarebbe stato suo.
Gli si avvicinò alle spalle, era l'unico modo che conosceva di approcciarsi agli umani.
Lui non la sentì entrare in acqua, troppo vicino alla cascata.
La ninfa si bloccò. Cosa avrebbe dovuto fare ora?
Mettergli le mani al collo?
In quel momento il giovane si girò.
Dopo uno spavento iniziale sorrise.
Credevo che quella ragazza fosse stata mandata dai suoi amici.
Un "ultimo divertimento" prima del matrimonio.
Coordialmente le spiegò che non aveva intenzione di toccarla perché aveva un altra donna.
Che infelice unione di parole.
L'Alseide si arrabbiò come non mai.
Rifiutata dal giovane da lei prescelto per un inutile donna umana.
Gli saltò al collo infilzando le sue spalle con le unghie.
Purtroppo per lei il giovane era, sì stanco, ma forte e vigoroso.
La respinse e iniziò a correre.
Non la sentiva, ma la vedeva.
Appariva e spariva.
Finché non gli saltò di nuovo addosso facendolo cadere.
Si rotolarono per qualche metro.
Il ragazzo riuscì a spingerla lontana.
Nell'impeto spinse anche sé senza rendersi conto che non c'era più terreno.
Cadde in un fosso.
La gamba fece un tremendo rumore sotto di lui.
Non aveva più vie di scampo.
La ninfa lo raggiunse.
Con posso felino gli girò intorno.
Il giovane forte nel suo orgoglio le disse di sbrigarsi ad ucciderlo tanto non sarebbe andato lontano con una gamba rotta.
Lei spostò lo sguardo dai suoi occhi alla sua gamba.
La osservò.
Si girò e cominciò a camminare nel bosco.
Rimasto solo cercò di fare qualche passo inutilmente.
Gridare non poteva o avrebbe attirato di nuovo quella donna.
Quando stava per decidersi a chiamare soccorso lei si ripresentò.
Nelle mani teneva delle erbe che si mise in bocca, masticò e in un movimento veloce mise la poltiglia sulla gamba del giovane allontanandosi subito dopo.
Povero lui, si sentiva così confuso dalle azioni controverse della ninfa.
Cosa voleva quella donna da lui?
Perché l'aveva attaccato?
Per la prima volta L'Alseide aprì bocca e disse con voce cupa:" È più bella di me?".
Il ragazzo in difficoltà non risorse.
"Dimmelo!"
Scosse la testa.
"Cos'ha allora che io non ho?"
"Il mio cuore"
"Io non posso averlo?"
Scosse di nuovo la testa.
Con sguardo freddo la ninfa si avvicinò al giovane professando queste parole:" allora lei non avrà mai più niente di te."
Lo agguantò per un braccio e lo mise in piedi.
Incredibilmente la gamba lo resse.
Formicolava nel punto dell'impacco ma non faceva male.
Con una forza sovrumana la ninfa trascinò il ragazzo verso il centro del bosco.
Ogni volta che tentava di liberarsi dalla morsa della ragazza i rampicanti gli si avvolgevano intorno costringendolo all'immobilità come se tutti gli alberi collaborassero per impedirgli di fuggire.
Arrivati al centro del bosco i rami ormai lo stringevano fra le loro spire.
Il fiato arrivava a stento.
La ninfa si mise a guardarlo.
Si avvicinò con passo delicato e gli gettò le braccia al collo.
Si allungò in punta di piedi e diede un bacio sulla sulla fronte, poi sulle labbra, e infine si chinò a baciargli il lato del cuore.
Alzando lo sguardo sussurrò:"scegli me."
Ma il ragazzo dignegò.
Con rabbia iniziano a sgorgare perlacee lacrime dagli occhi dell'Alseide che a contatto con il terreno fecero crescere una corteccia.
Il giovane tentò di scappare ma i tralci che l'avevano avvolto scivolarono hai suoi piedi bloccandolo.
La corteccia crebbe e avvolse il ragazzo.
I piedi.
Le gambe
Il bacino.
Il busto.
Le braccia.
Al viso la crescita rallentò dando il tempo alla donna della foresta di dire:" ora sei mio" e l'albero l'avvolse.
Tutt'oggi i viandanti temono quella foresta.
Prima perché chi vi entrava non era detto che tornasse ora perché si sente un pianto continuo e disperato.
C'è chi dice sia il vento che passi tra le fronde ma in realtà e un giovane ragazzo intrappolato per l'eternità dentro un tronco d'albero, possesso di un Alseide.Come si trova l'ispirazione?¿
Più ci pensi meno arriva.
Be' il mio metodo per evocarla sta nel chiedere aiuto.
Ho chiesto tre parole ad una persona, tre parole di qualsiasi genere.
Risposta: quadrato, rombo, rettangolo.
Ah.
Perfetto.
Che ci faccio?¿
La genialata è stato guardare il significato delle figure.
Quadrato→Terra. età vita umana, mesi lunari, il creato
Rombo→Il rombo era il simbolo del mistero della donna che creò la vita.
Rettangolo→ è il legno, legato alla crescita e allo sviluppo
Secondo problema : come unisco la terra, una donna e il legno?¿
Mitologia!
Molto a lieto fine... Ma sono soddisfatta.
Domanda quante volte parla il ragazzo?¿
Soprattutto cosa dice?¿
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