Luce e Jane erano nello stanzino dove Peter, o meglio, Uno, le aveva lasciate.
«Non preoccuparti, piccola. Peter ci tirerà fuori di qui in men che non si dica.»
«Ho tanta paura.»
«Non ne devi avere, tesoro. Jane, ascolta, ce la faremo e scaperemo da qui e vivremo una lunga e felice vita, noi tre insieme.»
«Me lo assicuri, Luce?»
«Te lo giuro sulla mia vita.» disse Luce seria, come mai prima d'ora.
«Luce, Jane, possiamo andare.» Peter le interruppe.
«Hanno fatto tutti resistenza, ho dovuto liberarmi di loro.» il biondo cercò di giustificare tutto il sangue presente nei corridoi e su di lui.
«Hai ucciso anche i bambini e il dottore?» domandò allarmata Luce.
«No, Brenner è ancora vivo.» rispose Peter.
«Ma loro cosa ti hanno fatto? Erano piccoli e indifesi...» la voce della mora si ruppe. In fondo si era affezionata a quei bambini.
«Hanno tentato di uccidermi, non erano tanto indifesi. Soprattutto se conti che la maggior parte di loro è ancora instabile. Ho dovuto farlo per salvaguardare me stesso, altrimenti non li avrei nemmeno sfiorati, lo sai, Luce.»
«Lo so, Peter» si asciugò le lacrime che le imperlavano le guance.
Si diressero nel locale caldaie e tutti e tre insieme disintegrarono il tubo che li avrebbe condotti al di fuori di quei laboratori.
Stavano per assaporare la libertà: per Peter e Luce sarebbe tornata dopo venti lunghi anni, per la piccola Jane sarebbe arrivata per la prima volta nella vita.
Percorsero tutto il tragitto correndo, chiudendo l'enorme buco che avevano creato rompendo il tubo e scavando nella terra grazie al dono di Luce.
Mancava poco alla tanto agognata libertà.
«Ci siamo quai, resistete ancora un po'.» le incoraggiò Peter.
Poco dopo, come promesso, erano fuori dai laboratori di Hawkins.
«Sì! Siamo fuori!» esultò Luce saltellando da tutte le parti.
Jane si guardava intorno meravigliata: gli alberi in fiore erano di mille colori e mandavano un profumo buonissimo.
Era primavera, dentro e fuori i tre.
Era l'inizio di una nuova vita finalmente in libertà.
Peter sorrideva soddisfatto: ora poteva amare la sua Luce alla luce del sole, libero nel cielo, e costruire una nuova vita insieme a lei e alla piccola Jane.
«Luce.» la chiamò.
La mora dagli occhi grigio perla gli si avvicinò.
Lui non disse nulla e la baciò con trasporto, piangendo di gioia.
Jane corse ad abbracciare i due ragazzi, piangendo anche lei: i fiori colorati le davano l'allergia, ma a lei non importava perché quel viola e quel giallo erano cento volte più belli e brillanti dei fiori che disegnava nel laboratorio.
«Ehi piccola, hai l'allergia, eh?» Luce si chinò per asciugare le lacrime della bimba.
Peter sorrise alla scena: quella era la sua nuova famiglia. Un po' particolare, ma era la sua famiglia.
«Andiamo, vi porto a casa.»
Il ragazzo iniziò a camminare e uscì dal bosco e continuò a camminare fino a che non arrivò davanti ad una casa dall'aspetto un po' trascurato e abbandonato.
«Questa sarà la nostra casa. Certo, va un po' sistemata, ma una volta finita sarà perfetta. Vi piace?»
«È molto bella, ma come fai a sapere se non c'è già qualcuno?»
«Questa era la mia casa appena arrivato ad Hawkins. Dopo la morte di mia madre e mia sorella nessuno l'ha voluta comprare. L'ho sempre tenuta d'occhio, anche dal laboratorio.» spiegò Peter.
«È una bella casa.» disse Jane, andando verso la porta e aprendola con la mente.
I due ragazzi si guardarono facendo spallucce e seguirono la bambina.
La mora, appena entrata, tossì per la troppa polvere.
Prese un gran respiro e la soffiò via da tutto l'ingresso.
«Sarà facile pulire...» rise Peter seguito a ruota dalle due ragazze.Erano passati sei mesi e grazie ai loro poteri la casa era stata sistemata in un batter d'occhio.
Peter aveva anche trovato un lavoro, mentre Luce aveva deciso di occuparsi della casa.
Jane aveva iniziato a frequentare la scuola e adorava matematica, anche se faceva un po' di fatica a comprenderla.
Erano una famiglia a tutti gli effetti.
Infatti i due giovani avevano ufficialmente adottato la bambina di ormai otto anni e avevano in progetto, in un futuro non troppo lontano, di ufficializzare la loro relazione con il matrimonio.
«Luce! Ho preso B al compito di matematica!» Jane era entrata come una furia in salotto.
«Bravissima, Jane. Stasera cena speciale, allora.» Le sorrise la giovane.
«Evvai!»esultò la piccola.
Poco dopo entrò in casa anche Peter.
«Ehi! Ho preso B in matematica!»
Il biondo accarezzò i capelli castani di Jane e si complimentò con lei.
Poi salutò la sua fidanzata con un bacio a fior di labbra.
«Ciao, Luce.»
«Ciao, Peter.»
Più tardi la ragazza preparò la cena, con qualche difficoltà dato che non era ancora un'esperta dei fornelli. Almeno non aveva rischiato di bruciare la cucina come la prima volta che ci aveva provato.
«Ragazzi, è pronto in tavola.» richiamò i due che stavano oziando bellamente in salotto.
Si sedettero a tavola e iniziarono a mangiare, chiacchierando di tutto e di più.
«E Stacy ha preso meno di me!» esultò la piccola Jane.
«Bene, allora abbiamo una piccola secchiona in casa.»
«Non sono una secchiona, sono solo brava.»
«Certo, Jane.» ridacchiarono i due ragazzi.
La piccola mise il muso ma fu subito sostituito da un bel sorriso.
Dopo cena andarono in salotto a gustarsi il dopocena con un buon libro e un bicchiere di vino rosso. Ovviamente per la piccola c'era la Coca-Cola.
«Jane, oggi hai imparato qualcosa di nuovo a lezione di pianoforte?» chiese Luce curiosa. Aveva instillato la passione per il piano nella bambina, ed era molto contenta di ciò.
«Sì! Ora ti faccio sentire.» disse la bambina castana entusiasta.
Si sedette al pianoforte e iniziò a fare le scale per prendere la mano con i tasti. Poi iniziò a suonare una melodia con dita un po' incerte.
La melodia si rivelò essere "You are my sunshine".
Peter si avvicinò al pianoforte e si sedette accanto alla bambina; iniziò a premere i tasti anche lui e insieme suonarono a quattro mani.
Luce iniziò a canticchiare.
Quel quadro famigliare le piaceva parecchio e non poté fare a meno di sorridere, grata a Dio per averle dato una seconda occasione.
«Siete la luce dei miei occhi.» disse ai due per poi abbracciarli e baciarli.Per il resto posso dirvi che Luce e Peter si sposarono un paio d'anni più tardi.
Purtroppo arrivò la conferma che i genitori di Luce furono uccisi poco dopo il rapimento della ragazza, ai tempi solo una bambina.
Martin Brenner, dopo lo sterminio dei suoi bambini-esperimenti si ritirò in Pennsylvania, dove morì in circostanze misteriose.
Ora Peter, Luce e Jane vivono felici ad Hawkins, come una normale, forse un po' stramba, famiglia in libertà.
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Luce dei miei occhi || Ax001
FanfictionOCx001. A è una bambina normale, o così lei crede fino a quando non viene rapita e portata al cospetto del dottor Martin Brenner. La storia differirà un po' dall'originale, soprattutto nel finale.