Il ragazzo delle poesie

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Roma a ottobre incarna l'ostinazione di chi vorrebbe vivere un'estate eterna; non si arrende ai primi freddi, alla nebbia e alla pioggia, bensì conserva un calore mite che, ormai privo della ferocia dei mesi precedenti, culla i suoi abitanti nell'illusione che l'inverno sia ancora lontano.

Il cielo è di un azzurro immacolato quando Simone, il cui umore è purtroppo non rispecchia la distesa blu sopra la sua testa, varca il cancello della città universitaria per le prime lezioni del suo secondo anno di matematica. La tappa fissa al bar gli permette di fare il primo sorriso della giornata, tirato ma sincero, al suo amico Giulio che lo attende per il consueto caffè mattutino.
"Che hai fatto, Simo? Hai una faccia".

Simone risponde alla domanda preoccupata dell'amico con una spiegazione dettagliata delle circostanze che hanno rovinato il suo umore: la sua migliore amica che insiste per farlo partecipare a una serata, la sua volontà di presentargli un ragazzo davvero troppo carino, la sua risposta esageratamente brusca e spazientita, e infine la conseguente rabbia di Laura, che da due giorni non risponde ai suoi messaggi e non gli rivolge parola.

"Senti, perché non provi con una poesia?" propone Giulio, beccandosi un sopracciglio alzato e un'espressione scettica.
"Ma mi ci vedi a scrivere poesie? C'è un motivo se ho scelto matematica."
"Mica ho detto che la devi scrivere tu. Non hai mai sentito parlare del ragazzo delle poesie?"

La ruga tra le sopracciglia di Simone si accentua mentre la sua testa si scuote in segno di diniego.
"Dai, l'avrai visto qualche volta. È quel ragazzo riccio con la barbetta che sta spesso qui sul viale dell'università. È una specie di artista di strada, scrive poesie e le vende per qualche euro. Secondo me Laura sarebbe contenta se gliene comprassi una."

Scrivere poesie per poi venderle agli angoli delle strade; che cosa bizzarra, pensa Simone. Ha visto artisti di strada di ogni genere, ma di solito cantano, suonano, disegnano, ballano. Non pensava che ci fossero anche i poeti.
Quella nuova informazione solletica la sua curiosità, oltre a infondergli la speranza di ottenere il perdono di Laura. Ringrazia Giulio per il suggerimento e si avvia a lezione, ripromettendosi di cercare il fantomatico ragazzo durante la pausa.

***

Quando Simone lo vede, rimane stupito da quella sorta di trasandata eleganza che lo contraddistingue. Il ragazzo è appoggiato a un muretto e indossa un cardigan lungo fino a metà coscia, una maglia leggera, anfibi consumati e jeans strappati sulle ginocchia. L'unica nota di colore che spezza il nero altrimenti totale del suo vestiario è data da una sciarpa leggera bordeaux acceso, che ogni tanto svolazza sospinta dal vento e che danza insieme ai piccoli orecchini a forma di piuma che ondeggiano dai lobi del ragazzo.
Le dita sottili e delicate della mano destra reggono una sigaretta, la cui estremità di tanto in tanto sparisce tra le labbra perfettamente disegnate. Le unghie sono decorate da uno smalto nero; nonostante sia stato applicato con poca cura, non stona affatto e anzi, gli si addice.

Simone rimane ipnotizzato per qualche attimo a osservare quei movimenti lenti e ripetitivi: le guance che si incavano leggermente per aspirare, la mandibola - già sottolineata dalla barba incolta e irregolare - che si fa più marcata nel momento in cui il ragazzo solleva di poco la testa e soffia fuori il fumo. Inizialmente il giovane non si accorge di lui, poiché è intento a leggere e rileggere un foglietto spiegazzato, con un'espressione pensosa e forse vagamente insoddisfatta. Poi d'un tratto lo nota, e gli rivolge la parola.

"Ciao" dice semplicemente, con una voce bassa e suadente, che a Simone ricorda, in una sinestesia sorprendentemente vivida, il tocco del velluto. Non sta sorridendo, ma il suo tono è gentile.
Simone risponde al saluto e chiede "tu sei il ragazzo delle poesie, giusto?", sentendosi un po' stupido per quella definizione che ora gli appare infantile.
Un angolo della bocca del suo interlocutore si solleva, in un sorriso divertito.
"Sì, sono io."

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