Una poesia anche per te

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Trascorrono un mese insieme, durante il quale a Simone sembra di toccare il cielo con un dito, ogni minuto di ogni giorno. Si è innamorato di Manuel probabilmente dal momento in cui l'ha visto per la prima volta, e averlo per sé gli sembra un regalo fin troppo prezioso per essere reale. Quella creatura misteriosa e indomabile, con gli occhi di sogno e il cuore di poesia, che pare quasi appartenere a un altro mondo.

In lui c'è sempre qualcosa che rimane sfuggevole e inafferrabile, e che in quel mese prende le sembianze di una tristezza vaga ma persistente, che abita i suoi occhi anche in momenti apparentemente felici, mentre fanno l'amore o mentre sono semplicemente insieme. Più volte Simone prova a farsi strada in punta di piedi tra quei suoi tumulti segreti, ma tutto ciò che riceve in cambio sono sorrisi, carezze e parole volte a rassicurarlo o a cambiare discorso.

Quella preoccupazione di fondo però non è sufficiente a inquinare la felicità che Simone prova e dalla quale, suo malgrado, si lascia cullare. Costruiscono in pochi giorni una loro quotidianità, che non sa di ripetitività, bensì di rassicurazione. Piccole pennellate su una tela bianca, frammenti di una vita che li vede muovere i primi passi insieme.

Simone che si alza dalla scrivania per recarsi in salotto e trova Manuel seduto e concentrato davanti a un foglio di carta.
"Che fai?"
"Scrivo te."
Sulla fronte del minore si forma una ruga di confusione.
"Scrivi di me?"
"No, scrivo te. Ti trascrivo su un foglio, cerco di tradurti in poesia. Non so se ce riesco, però."

"Perché?" chiede Simone mentre si avvicina, per poi sedersi sulle sue gambe.
"Non lo so mica se so' abbastanza bravo per scrivere qualcosa di così bello".
Lo sguardo del giovane poeta è adorante mentre Simone gli accarezza le guance e arrossisce, sbuffando una risata e scuotendo la testa.

La notte, qualche volta Manuel si addormenta in una posizione bizzarra: completamente sdraiato sul corpo di Simone - che solitamente dorme a pancia in giù - con la testa poggiata sulla sua schiena. Simone ha intuito che tende a farlo quando i pensieri lo tormentano in modo particolare, e ha bisogno di sentirlo il più possibile.

"Mamma me diceva che da piccolo lo facevo spesso, soprattutto quando facevo gli incubi. Me sa che m'è rimasto il vizio" gli ha spiegato, infatti, con un sorriso timido sul volto. "Solo che mo' peso, non te voglio schiaccià."
Simone ha ricambiato il sorriso e ha schioccato la lingua, rassicurandolo: "macché, non pesi niente". Ed è vero, è un peso dolce il suo. Gli sembra così piccolo e fragile, e farebbe qualsiasi cosa pur di liberarlo dal dolore che il mondo gli ha arrecato e che fin troppo spesso gli ha gravato sulle spalle magre.

Sono folle di te, amore
che vieni a rintracciare
nei miei trascorsi
questi giocattoli rotti
delle mie parole.
Ti faccio dono di tutto
se vuoi
tanto io sono solo un ragazzo
pieno di poesia
e coperto di lacrime salate
io voglio solo addormentarmi
sulla riva del cielo stellato
e diventare un dolce vento
di canti d'amore per te.

Quel mese con Manuel è un vero e proprio idillio; ma si sa, la perfezione non è cosa di questo mondo e, quand'anche viene raggiunta per un breve attimo, è irrimediabilmente destinata a intaccarsi. Accade una mattina, quando Simone si gira nel letto, con i sensi ancora immersi nella confusione del dormiveglia, convinto di trovare Manuel accanto a sé. Ma non lo trova.

Al suo posto, sul cuscino, vi è un foglio ricoperto da quella grafia disordinata e frettolosa che ormai riconoscerebbe tra mille. È come se i pensieri si susseguissero troppo velocemente nella testa del giovane poeta e la sua mano dovesse affannarsi per intrappolarli su carta prima che scappino via. Con il cuore in gola, Simone comincia a leggere, e quelle parole tracciano una realtà tremenda davanti ai suoi occhi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 16, 2022 ⏰

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