🟡Eddie Munson || La ragazza di Munson | PARTE 1

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1400 parole

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Ed eccomi qui, nel bel mezzo del nulla, con solo alberi e piante attorno.

Sono ormai giorni che vengo qui per liberarmi dai miei pensieri, anche se ottengo solo l'effetto contrario.

Forse è solo questo che voglio.
Forse voglio solo aggrapparmi all'ultimo ricordo che ho di lui.

Sono ormai giorni che lui è scomparso.
Da quella notte non si è più fatto vedere, nemmeno da me.

Nemmeno un messaggio, un segno, qualcosa, qualsiasi cosa che mi permettesse di capire che fosse vivo e che stesse bene, ma nulla.

Finalmente trovo il luogo dove ero diretta: il tavolo da picnic.

Mi ci siedo sopra, passo le mie dita sul legno, mentre ripenso a tutti i bei momenti passati insieme in questo posto.

La musica, le risate, tutte le volte che abbiamo fatto l'amore, tutte le volte in cui ci siamo
messi a ballare sulle nostre canzoni preferite, le partite di D&D, solo io e lui.

Una lacrima mi solca il viso, poi una seconda, una terza e subito mi ritrovo a piangere ripensando al ragazzo che mi ha rubato il cuore.

Mi manca così tanto.

Improvvisamente una scheggia mi penetra il dito.

Fortunatamente riesco a toglierla facilmente, così porto la mano al viso e successivamente il dito trafitto alla bocca.

Dopo qualche secondo sento dei rumori.
Sembrano delle foglie calpestate
ma non voglio crearmi illusioni.

Non può essere lui.
Forse dovrei smettere di cercarlo e andare avanti, ma purtroppo il mio cuore non mi da tregua, non gli interessa più nulla che non sia un ragazzo dai folti capelli e dalla assurda personalità.

Di nuovo foglie calpestate.

Forse sarà solo un castello di carte, o forse no, dopotutto potrei anche riabbracciare il mio ragazzo, no?

Mi volto velocemente verso quello che sembra essere il luogo da cui proveniva il rumore.

Purtroppo ad attendermi non è però chi speravo io.

«Bene bene... ma chi abbiamo qui? La ragazza di Munson.» annuncia Jason spuntando da dietro alcuni cespugli e guadagnandosi l'attenzione degli altri giocatori di basket che sono con lui.

«Oh cerchi ancora il tuo amato svitato, tesoro?» mi provoca qualcuno.
«Magari lo hai anche trovato e lo stai nascondendo, no, pazza?» dice qualcun altro.
«Magari gli hai dato una mano ad ammazzare Chrissy.»

A quelle parole però è Jason a infuriarsi contro il suo compagno.

«Non devi mai più nominarla. Mi hai sentito coglione?» urla agitando una mazza da baseball verso il ragazzo che spaventato annuisce.

Il ragazzo con su la divisa di basket si volta di nuovo verso di me.

«Hai ancora quella stupida maglietta addosso? L' "Hellfire Club"- riprende, mimando le virgolette- che nome stupido per nascondere degli sfigati e assassini.»

Jason si avvicina sempre più a me.

«Sai siamo andati a parlare con il tuo amichetto svitato, quello strano senza ossa...» intuisco che sta parlando di Dustin.

«Lasciami in pace, Jason.» dico alzandomi dal tavolo e andando diretta verso di lui.

Non mi fa paura.

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