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Mentre stavo seduta sulla poltrona di casa pensavo a come sarebbe stato aver vissuto in Canada.
Stare nella mia terra madre, lì dove c'è la neve, i ghiacciai, i muschi e tutti i piccoli boschi. Amo profondamente l'inverno, potrei dire di amare il fatto che puoi leggere sulla soglia della finestra bevendo una cioccolata calda, avvolta da una coperta.
I giorni d'inverno sono i miei preferiti, mi sento a casa in quei momenti e il freddo mi avvolge come le mani gelide di mia madre.
Presi la mia felpa nera, indossai il mio cappotto lungo insieme a un basco nero con la visiera e uscii di casa.
Mi incamminai verso il negozio di scarpe colmo di decorazioni natalizie, poi spalancai la porta ed entrai.
Avrei dovuto prendere un regalo alla mia migliore amica Ara, ancora dormiente in appartamento.
Mi addentrai nel negozio, cercando invano le Converse che avevo visto qualche giorno prima in vetrina, e che, ormai non vi erano più.
Chiesi ad un'addetta, e mi rispose che erano finite in magazzino, ma sarebbero arrivate durante la vigilia di Natale.
Così uscii dal negozio, e mi incamminai verso il locale di Starbucks situato affianco al nostro condominio.
Entrai, e andai verso il bancone, dove sempre al solito posto mi aspettava Jay, il cameriere che ormai era diventato un amico con qui parlare di tutto, senza sentirti giudicata.
"Il solito?" Disse il ragazzo appena mi vide.
"Come sempre" risposi con un sorriso.
Vidi Jay girarsi e iniziare a preparare la mia solita cioccolata calda. Tolsi il cappello e il cappotto, e mi sedetti su una delle sedie vicine al bancone, poi vidi Jay con la cioccolata calda in mano intento a non farla cadere, perché scottava, e aveva riempito troppo la tazza.
"Attenzione" mi disse facendo cenno con la testa.
"Secondo me dovresti fare tu attenzione, e comunque grazie"
"Dovrei ringraziarti io, mi migliori le giornate"
Sorrisi. "Qualche bella notizia oggi?" Dissi.
"Niente di che, so solo che passerò Natale con i miei genitori, tu invece? Pensi che riuscirai ad andare in Canada quest'anno?" Il ragazzo moro si sedette di fianco a me.
"Purtroppo no, mi dispiace tanto non poter vedere mio padre, ma Natale lo passo con Ara, neanche lei andrà dai suoi quest'anno, e mi dispiace lasciarla da sola"
"Sei una persona fantastica" mi sorrise, "Qualche giorno venite da me? Pranziamo insieme"
"Certo, dopo avviso Ara, ti dico"
Finii di sorseggiare la mia cioccolata calda, e mi incamminai verso l'uscita.
"Ora vado, Ara sarà già sveglia, e devo farmi trovare lì" dissi mettendomi il cappotto e il cappello.
"Ti voglio bene"
"Ti voglio bene" risposi chiudendomi la porta alle spalle.
Il palazzo dove vivevo era a due passi; arrivai lì, salii le scale, ed entrai in casa.
Ritrovai Ara ancora addormentata in camera, quindi decisi di farle la colazione: preparai i pan cakes, e del latte al cioccolato.
Poi mi sedetti sulla mia poltrona insieme alla mia coperta, presi gli auricolari, ascoltai della musica, e nel mentre lessi un libro.
Poi vidi Ara sveglia, i capelli ricci le coprivano il viso, ed era avvolta dal piumino bianco del suo letto.
Lei e l'inverno non andavano d'accordo, in compenso però, le piacevano i dolci.
"Che cos'è questo buon profumo?"
Mi disse con voce rauca.
"Ti ho preparato i pan cakes, se vuoi c'è anche il latte al cioccolato"
La vidi correre verso la cucina, e la bloccai:
"Prima il piumino lascialo in camera, mettiti la felpa e poi vieni a mangiare"
"Hai ragione" mi sorrise.
"Però sbrigati, che sono ancora caldi"
Vidi la riccia correre in cucina, e poi mi incamminai anche io verso di lei.
"Come sono?" Le chiesi
"Ti amo." Mi rispose, entusiasta di ritrovarsi la colazione già fatta, come ogni mattina dopo tutto.
"Sei passata da Jay oggi?" Mi disse.
"Si, e ci ha invitate a pranzo uno di questi giorni" la informai.
"Va bene, non avevamo programmi vero?"
"Quand'è che tu hai mai avuto programmi nella tua vita?" Le dissi ironica.
Mi lanciò il cuscino, e passammo la mattinata a parlare.
"Più tardi devo andare in università, è il ultimo giorno prima delle vacanze" le dissi.
"Va bene, però poi andiamo da Jay, devo parlargli" mi disse, e io la guardai incredula.
"Hai intenzione di dirglielo sul serio sta volta?"
"Lo farò oggi, e tu verrai con me, dopotutto non deve essere difficile dirgli che mi sono innamorata di lui , giusto?" Mi guardò chiedendo segno di approvazione.
"Non finirai per balbettare come sempre quando lo vedrai?" Le dissi
"Sono psicologicamente pronta. Credo" la confusione avvolse la sua espressione.
"Dai, stai calma, ti aiuterò" le sorrisi.
In quel momento pensai a quello che mi aveva detto Jay qualche giorno fa, "Dirò ad Ara quello che provo appena la vedrò" , non ci credetti tanto, però sapevo che quei due sarebbero finiti dal balbettare per parlarsi a vicenda all'andare a braccetto per le strade di Seoul a parlare della vita, e di tutto quello che avrà in serbo per loro.
Ci avete mai pensato a come possa essere trovare l'anima gemella?
Avere qualcuno che ti ama incondizionatamente, senza giudicarti, e volendoti bene qualunque cosa succeda.
Staccai la testa dai miei pensieri e mi misi a preparare il pranzo.
Avrei preparato i tteokbokki insieme ai noodles, poi sarei andata in università.
Finito di preparare, pranzammo, poi mi vestii e uscii.
L'università era piuttosto lontana, ma ci si arrivava facilmente in treno.
Passai il mio pomeriggio tra pennelli e colori, fuori dalle finestre si intravedeva il paesaggio innevato, decisi di dipingere esso.
È strano come dipingere possa provocarmi sempre un brivido, rivedo me stessa in quello che disegno, sempre. È la mia vera essenza.
Le ore passarono velocemente; poi tornai a casa dal mio ultimo giorno.
Entrai e trovai Ara sotto pressione:
"Pensi che dovrei dirglielo?" Mi guardò
"Sincera? Direi di sì" le sorrisi, poi ci avviammo verso il bar e mi accomodai su un tavolo. Intanto lei ordinava. Lì arrivò il suo momento.
Vidi il volto di Jay pieno di gioia che cercava di contenere, mentre Ara era girata di spalle. Vidi la riccia girarsi verso di me e sorridere.
Ero felice. Ero contenta che si fossero riconciliati, e almeno ora potevano parlarsi senza fare scena muta, o balbettare.
Intanto mi incamminai verso di loro:
"Mi dispiace interrompervi, ma io avrei ordinato una cioccolata calda" sorrisi.
"Certo, adesso finisce il mio turno, posso prendere qualcosa con voi" disse Jay.
Ci sedemmo al tavolo, e iniziammo a parlare.
Dopo un po' di chiacchere, li lasciai da soli, e andai a casa.
Mi misi a dipingere fino all'ora di cena.
Poi sentii la porta spalancarsi e la voce di Ara travolgermi:
"Ho preso delle pizze se hai fame" disse entusiasta.
"Grazie, e come mai tutto questo entusiasmo?"
"È una liberazione parlarci senza balbettare, è un buon ascoltatore, ed esprime la sua opinione senza paura. Sono felice" disse tutto d'un fiato addentando un pezzo di pizza.
"Sono felice che vi siate ritrovati" dissi sorridendo "Ora vado a dormire, non ho fame"
"Okay, notte" mi disse sorridendo al telefono.
"Notte" cinguettai dopo essermi chiusa la porta della camera dietro le spalle.

I Want All Of You || Bang ChanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora