5.

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Mi alzai tardissimo quella mattina. Era il 23 di Dicembre, e dovevo dirigermi al negozio, per prendere le scarpe che avrei regalato ad Ara.
Misi le scarpe, ed uscii.
Mentre mi dirigevo al negozio decisi di passare al bar di Jay.
Lui era lì. Aveva ricominciato a lavorare come se niente fosse successo.
"Buongiorno" disse.
"Perché? Io non me lo spiego ancora. Dovevi semplicemente rimanere a casa finché sarei arrivata ieri. Era così difficile? Spiegami. Potevi rimanere a casa, avremmo parlato, e poi ti avrei lasciato andare" dissi con voce assonnata.
"Io dovevo andare a casa" disse indifferente.
"No Jay. No. Non puoi farmi questo. Non puoi farmi venire un attacco d'ansia ogni volta che sparisci. E in più questa volta ti sei portato anche Ara. Non va bene. Né per te, e neanche per la mia salute mentale."
Il ragazzo mi guardò triste.
"Tu vuoi troppe spiegazioni. Io e Ara siamo andati a fare un giro insieme, e si è rotta la macchina."
Gli presi il braccio senza essere brusca e poi gli dissi:
"Ti sei procurato una ferita. Non so cosa sia successo, ma ti sei fatto male. Se solo aveste avvisato, non sarei andata così in panico.
Ora però devo andare in negozio. Ne riparleremo dopo a casa."
Poi andai in negozio, e ritornai a casa.
Ara stava ancora dormendo. Io intanto iniziai a preparare il pranzo.
Pranzai da sola, dato che Ara non aveva fame, ma le lasciai lo stesso un porzione di cibo, se in caso le sarebbe venuta fame più tardi.
Poi andai in camera mia, e mi misi ad ascoltare la musica.
Passarono un paio d'ore. Poi decisi di andare a fare una doccia.
L'acqua calda sembrava mi avesse tolto tutta la rabbia che avevo contro Jay, fu davvero come togliersi un peso dalle spalle.
Uscii dalla doccia e misi il pigiama.
Poi vidi Ara seduta sul divano, con una faccia che mi sembrò triste.
"Che succede?" Chiesi.
"Jay mi ha invitata a passare il Natale con lui e i suoi genitori" disse, senza guardarmi in faccia.
"Puoi andare" dissi a voce bassa.
"Davvero? Non mi aspettav-"
"Basta che non sparite di nuovo" la fermai.
Poi mi abbracciò, e non mi sentii arrabbiata, ma tranquilla, sapevo di potermi fidare di lei.
"Ara"
"Si?" Si girò.
"Stasera esco, ho bisogno di pensare da sola, non mi aspettare, okay? Arriverò tardi" dissi.
Mi fece una smorfia come per dire che potevo andare, e che capiva come mi sentissi in quel momento.
Poi annuì.
Preparai qualcosa da mangiare per cena, e poi uscii.
Mi faceva sentire libera uscire la sera.
Misi un dolcevita nero, un maglione di lana, i jeans, e gli anfibi. Infilai la mia giacca, e uscii.
La luna mi illuminava la strada, e mi piaceva pensare che le stelle fossero il mio punto di riferimento, per trovare la via di casa.
Camminare per Seoul mi faceva pensare a tante cose, ma senza esserne sovrastata; quella città, in sé, mi dava senso di sicurezza in qualche modo.
L'aria fredda mi accarezzava il viso, e il mio naso arrossì.
Ho sempre pensato che l'inverno fosse la mia casa, la neve mi avvolgeva, il freddo mi accarezzava e mi faceva sentire bene.
Passai ore in giro per la città a camminare, e tornai a casa alle quattro di mattina.
Entrai in casa, e mi infilai la felpa del pigiama, poi mi addormentai sul divano.
Mi svegliai quattro ore dopo. Mi alzai dal divano, e cercai Ara invano.
Controllai i messaggi, lei me ne aveva lasciato uno dicendomi che Jay l'avrebbe portata a fare shopping tutto il giorno per la vigilia di Natale, e che poi sarebbe tornata tardi.
Mi lavai e feci colazione.
Poi mi arrivò un altro messaggio da parte di Chan:
'Ti va di passare Natale insieme? Non ho nessuno con cui passarlo, ma poi ho pensato a te' diceva il messaggio.
'Certo, vieni tu a casa mia? Non ci sarà nessuno per i prossimi due giorni, quindi se vuoi puoi rimanere' risposi.
'okay:)) A che ora posso venire?' rispose.
'quando vuoi, io sono disponibile tutto il giorno' scrissi.
Fui felice di quella notizia. Io e Chan avremmo potuto parlare, e avrei potuto passare due giorni con qualcuno di nuovo.
Tolsi i pantaloni del pigiama e misi quelli della tuta, poi infilai un maglione bianco con il colletto.
Preparai il pranzo, poi mangiai, mii sedetti a guardare il classico film di Natale.
Verso le sei di sera sentii il citofono squillare.
"Chi è?" Chiesi.
"Sono Chan" disse.
Aprii la porta, e mi ritrovai il ragazzo con i ricci spettinati e colmi di neve, nonostante tutto non gli mancava il suo bellissimo sorriso.
Lo abbracciai
"Ciao Chan, come stai?"
"Penso di stare piuttosto bene, e tu?" Chiese
"Entra intanto, poi parliamo" dissi.
Gli presi la giacca, e gli dissi dove potesse mettere le scarpe.
"Io sto bene, credo" dissi.
"Perché 'credo'?" Chiese il ragazzo, e sembrò preoccupato.
"Sono ancora un po' scossa dalla faccenda di Jay e Ara."
"Non ti preoccupare, l'importante è che ora stanno bene" venne verso di me, e mi abbracciò di nuovo, come se volesse comunicarmi che sono al sicuro, e che va tutto bene.
Non volevo finisse più quell'abbraccio.
Poi gli feci cenno di sedersi sul divano.
"Cioccolata calda?" Chiesi.
"Se non è troppo disturbo, va bene" disse, sembrando preoccupato.
"Non te lo avrei chiesto se mi avessi disturbato, anzi, non avrei neanche accettato l'invito, quindi non disturbi, okay?" Sorrisi.
"Grazie" lo sentii bisbigliare, sembrò felice.
Gli diedi la cioccolata, e poi mi sedetti anche io sul divano.
"Posso farti una domanda?" Chiese.
"Dimmi tutto" dissi.
"Ara? Con chi passa il Natale? Non la ho vista in questi giorni."
"Ara passa il Natale con Jay. Non mi dà fastidio che lei vada da lui, certo, di Ara mi fido, ma di Jay non tanto."
"Lo so, Jay non riesce mai a stare al suo posto, cerca sempre di fare stare bene le persone che ama, ma poi finisce sempre per ferire qualcuno" disse.
"Okay, però ora non voglio parlare di queste cose, sei venuto per passare una bella serata, e per domani una bella giornata, quindi.." dissi.
"Che cosa hai voglia di fare?" Chiese.
"Vorrei conoscerti di più, non abbiamo parlato tanto, o, almeno, non ci conosciamo così tanto bene"
"100 domande?" Disse.
"Sii, avevo pensato alla stessa cosa" sorrisi.
"Chi comincia?" Chiese.
"Comincia tu, fammi qualunque domanda" dissi.
"Okay, allora, so che può essere banale, ma, il tuo colore preferito?"
"Non è per niente banale invece, comunque mi piacciono il nero e il viola, però preferisco il nero, e il tuo?"
"Nero, anche io" sorrise "poi, posso chiederti quali sono i tuoi fiori preferiti?" Disse.
"Le margherite. Amo le margherite, sono semplici, ma bellissime.
Ora tocca a me, e ti chiedo una cosa un po' strana, hai sorelle o fratelli?"
"Ho una sorella e un fratello, Hannah, e Lucas" disse "tu invece?"
"Ho una sorella, Sarah, è molto più piccola di me, ma vive insieme al suo fidanzato in Canada" dissi "posso chiederti come va la tua vita sentimentale? Se non è troppo fuori luogo ovviamente, se no, cambio" chiesi.
"Non mi sono mai innamorato veramente, sono sempre state solo cotte passeggere, non ho mai avuto il brivido che si prova ad amare. Tu invece? Se non è una domanda scomoda"
"Beh, mai avuto un ragazzo in tutta la mia vita. Nessuno mi ha mai conosciuta veramente, o mi ha mai reputata bella, che io sappia" dissi.
"Penso che tu ti stia sbagliando. Io penso che tu sia bellissima." Sorrise.
Mi sentii bene, non penso che me lo abbiano mai detto così sinceramente.
"Posso farti una domanda? Dove vive la tua famiglia? Riesci mai a vederli i tuoi parenti?"
"Io sono nato qui a Seoul, ma la mia infanzia l'ho vissuta in Australia. Tutta la mia famiglia e i miei parenti sono lì, molte volte mi mancano, ma il mio lavoro non mi permette di vederli" disse, mentre il suo sorriso scompariva.
"Anche i miei parenti sono lontani, sai? Vivono tutti in Canada, e dire 'parenti' è una grande parola. In Canada io ho solo mia madre, e mio padre, che si spende cura di lei. E dei miei zii , cugini e nonni non ho notizie da anni. L'unica persona che vorrei fosse al mio fianco, è in Canada, a combattere contro il cancro." Dissi e una lacrima mi rigò il viso.
Chan mi abbracciò, non servirono parole per farmi capire che in qualche modo lui capiva il mio dolore.
Poi dissi:
"Non dovevo piangere, scusa. È che parlare di mia madre mi fa stare male, perché non posso stare lì al suo fianco, a combattere insieme a lei. Comunque non voglio parlarne ora."
Chan intrecciò le sue dita con le mie.
"Ti va di guardare un film?" Chiese.
"Certo, aspetta, devo mettere il regalo di Natale per Ara sul suo letto, non so se tornerà, ma glielo lascio, in caso mi dimentichi."
Andai in camera mia a prendere le scarpe, poi presi un pennarello, e scrissi un bigliettino: 'Ti voglio un mondo di bene. Passa il Natale sempre con un sorriso, okay?
Ah, e goditele'
Poi lasciai il pacchetto e il biglietto sul suo letto.
Poi preparai qualcosa da mangiare, cenammo, e poi andai in sala da Chan, e mi sedetti accanto a lui.
"Cosa guardiamo?" Chiesi.
"Tu che preferisci?" Rispose.
"Uno dei classici? Ti va?" Dissi.
Poi feci partire 'Mamma ho perso l'aereo'. E dopo un po' mi accasciai a Chan, finii con l'addormentarmi appoggiata a lui.













I Want All Of You || Bang ChanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora