al diavolo le possibilità.
Dazai Osamu spalancò la porta dell'appartamento che si trovava davanti a sé. a passi svelti, passi sicuri, come se conoscesse la piantina di quella casa a memoria, arrivò davanti alla camera di Nakahara. il quale aveva a dosso una felpa grigia, era più grande di lui. Dazai aveva sempre portato una taglia più grande della sua, e nonostante fossero passati quattro anni, Chuuya Nakahara continuava a starci tre volte dentro quella felpa. Chuuya Nakahara erano passati otto anni da quando Dazai Osamu l'aveva visto piangerne nella sua stanza. ed era incredibile come Dazai necessitasse di stringerlo come aveva fatto anni prima. era incredibile come necessitasse di baciare di nuovo quelle labbra, labbra di cui non sentiva il vero sapore da anni. era incredibile come Chuuya in quel momento avesse bisogno di essere stretto dalle braccia bendate di Osamu, ma soprattutto era incredibile che in quel momento Chuuya stesse piangendo sulla spalla di Dazai, era incredibile come Nakahara stesso non si ricordasse di essere corso contro ad Osamu e non si ricordasse di avergli stretti le braccia al collo per avvicinalo un altra volta a se.
-mi dispiace veramente - le parole di Osamu erano nulle.
Chuuya sapeva che mentiva. non gli importava. non voleva soffrire ancora. dopo quel giorno, dopo quell'attimo di debolezza che gli aveva fatto incollare le proprie labbra si quelle di Dazai, lui lo avrebbe dimenticato. non importava che le loro labbra giocassero insieme a toccarsi in quell'attimo e che entrambi gli amanti stessero desiderando quel momento da anni. non importava Chuuya avrebbe chiuso con Dazai per sempre. lo aveva promesso a se stesso.
schiocchi tra le labbra dei due, l'unico suono udibile era tale. necessitavano di respirare, respirare l'altro, fino a consumarlo, da quanto non si staccavano da quel bacio? secondi, minuti, ore o forse giorni. poco importava importava solo che i due si sentissero tranquillo tranquillo dopo anni. importava solo che per quella notte il duo nero fosse di nuovo vivo, non importava altro, non in quel momento. che dopo di quel bacio entrambi non sarebbero stati più quelli di cinque secondi prima? possibile. non gli importava.
le lingue dei due si inseguivano e danzavano insieme, una danza malinconica, stessa malinconia che avrebbe segnato il volto dei due quando si sarebbero respirati per troppo tempo e sarebbero stati obbligati a staccarsi. ma non importava, non ora. chi se ne frega di chi avrebbe sofferto, si sarebbero lasciati a prescindere, alla fine erano loro i testimoni di quell'errore, gli unici e soli. due testimoni di un enorme errore, poco sarebbe stato difficile uccidere due uomini già morti.
le lacrime bagnavano quel bacio rendendolo salato e malinconico, quasi angosciante.
le coscie di Chuuya intorno alla vita di Dazai erano però l'ennesima prova che quel piccolo ragazzo si stesse fidando delle mani di Dazai, era l'ennesima prova che Chuuya non avesse paura di cadere grazie a Dazai. ed era dannatamente frustrante. che fosse dannato Dazai e l'amore che Chuuya provava nei suoi confronti.
l'aria scarseggiava ed era giunto il momento di staccarsi ed abbandonarsi di nuovo. che dannata storia d'amore. che dannato Dazai e che dannato Chuuya. perché non odiarsi come tanto si dicevano? perché doversi ritrovare di nuovo nella situazione di avere bisogno di rimanere intrappolati negli occhi dell'altro? il duo nero. molto credevano che non fossero umani. sbagliavano. perché solo due uomini sarebbero stati capaci di amarsi talmente tanto da cercare di uccidere l'altro e se stesso con la distanza. perché solo Dazai Osamu, il finto demone prodigio, sarebbe riuscito a rimanere incastrato nella perfetta trappola per topi che lui stesso aveva ideato contro Chuuya. e solo Chuuya Nakahara, un fallimentare esperimento di laboratorio, si sarebbe riuscito ad innamorare del disinfestatore che provava ad uccidere lui piccolo topolino.
se volessimo raccontare la storia di due scemi forse ci potremmo basare su quella della soukoku, due deficenti che si amavano così tanto da non riuscire a stare insieme. forse Chuuya avrebbe dovuto uccidere Dazai a calci quando era entrato nel territorio delle pecore. e invece era solo riuscito ad innamorarsi del bastardo che aveva per anni manipolato le sue scelte. e ferite nuove si aprivano, e le cicatrici traboccavano di sangue ancora. che cicatrici di merda. una cosa dovevano fare ricucirsi le ferite e neanche quello erano riusciti a fare.
due rose nere.
ecco cosa erano.
destinate a ferire chiunque le tocchi.
a partire da loro stessi.
anzi no.
le rose sarebbero state più intriganti di loro due.-lasciami spiegare-
-Dazai ti prego non ho bisogno di sentire nuove balle-
-perché ieri mi hai chiesto di ucciderti?-
-perché non me lo hai chiesto ieri?-
gli occhi di Chuuya erano incastonati in quelli di Dazai. un mare in tempesta ecco come li avrebbe descritto il più alto. Chuuya aveva dei bellissimi occhi. per questo motivo la prima volta che usi corruzione Dazai aveva paura di non vederli più. Corruzione il potere di Chuuya Nakahara o almeno il potere di Arahabaki. Chuuya era solo il corpo in cui il dio della distribuzione giapponese era andato a nascondersi. e ogni volta che usciva allo scoperto cancellava i bellissimi occhi di Chuuya facendo diventare le orbite del ragazzo completamente bianche. era agghiacciante. spaventoso a detta di tutti. ma affascinante secondo Dazai.
-perché sei di nuovo qui?-
-chuuya tu vuoi che io sparisca vero-
-si, ma prima devi dirmi una cosa-
-cioè?-
-ammetti che tutto quello che è successo negli anni che stimo stati insieme era un tuo gioco malato, ammetto che non mi amavi, oppure menti e di che non mi ami, alla fine del bravissimo a mentire-
Chuuya si era avvicinato di nuovo alle labbra di Dazai. aspettavano entrambi una risposta di Dazai. come al solito d'altronde
-Chuuya Nakahara io non ti amo-
le labbra dei due si incontrano e scontrarono una volta ancora.
perché non potevano vivere il loro per sempre felici e contenti? perché le storie così annoiano, ma soprattutto non vivono in un mondo fatato come quello di Biancaneve. perché nella mafia non si ama, gente come loro che era cresciuto in quell'ambiente niente sapeva di amore. e poi soprattutto il per sempre vissero felici e contenti dopo un po' è noioso. chissà cosa sarebbe successo a Biancaneve se dopo che il principe avesse rotto il maleficio la faccia gli si fosse usurata per colpa del veleno e allora il principe l'avesse lasciata la. allora forse le rose e i fori sarebbero appassiti una volta a per tutte. perché è sempre così. le cose possono rimanere morte per sempre, ma nulla rimane vivo per sempre.
e come la più triste storia di Biancaneve anche Dazai se ne andava. se ne andava lasciando Chuuya solo ad aprire una nuova bottiglia di vino, per dimenticarsi ancora una volta il suo nome ma non quello di Dazai.
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le cicatrici traboccano di sangue perché solo così ci si può ricordare come si soffre.
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cicatrici-Soukoku
FanfictionPer quanto Dazai ci provasse la sensazione delle labbra di quel ragazzo con i capelli color rame e gli occhi dello stesso colore del celi estivi erano impresse dentro di lui, propio come una cicatrice fresca. Dazai Osamu fa parte dell'ADA da quattr...