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-Dazai a cosa devo l'invito di un incontro con il vostro presidente-
-Boss ci sono delle facciende importanti che riguardano yokohama-
-Ascolto-

Dazai era riuscito a dare tutte le informazioni necessarie per l'incontro a Mori e ora era a casa sedraiato sul suo letto. Osamu fissava il soffitto aveva un milione di cose a cui pensare, ma tutte erano passate in secondo piano appena si ricordò del dannato sogno che aveva fatto quella mattina. Come era possibile che il moro avesse sognato tra i tanti avvenimenti del capitolo precedente della sua vita propio il ragazzo ramato. In quel momento Dazai aveva gli occhi chiusi e la figura del ragazzo rosso gli si parava davanti, i lineamenti del fisico minuto ma allo stesso tempo allenato faceva mozzare il fiato a Dazai. Solamente ricordarsi il cambiamento del corpo del suo ex-partner dai suoi quindici ai diciotto anni gli mozzava il fiato e iniziava a sentire il tessuto delle sue mutande stringere. Odiava dover ammettere che il fisico del ragazzo dagli occhi azzurri gli faceva raggiungere un eccitazione mentale assurda. In realtà quel ragazzo lo faceva eccitare. Era andato a letto con venti ragazze da quando aveva lasciato la mafia, ma ogni volta riusciva a figurare davanti a sé il ragazzo e questo era un problema. Si perdeva in milioni di ricordi e spesso gli era capitato di rivolgersi a lui, chiamando la mal capitata col suo nome, Chuuya, Nakahara Chuuya. Osamu amava ripetere il suo nome soprattutto quando era da solo, per non dimenticare il suono, anche se era una mossa veramente stupida da parte del bendato essendo che in questo modo i tagli non riuscivano a diventare cicatrici e questo lo faceva solo soffrire. Ma l'essere masochista di Dazai Osamu il demone prodigio era un fatto ovvio. Le labbra di Dazai si muovevano lente per scandire perfettamente il suono delle lettere del nome del ramato. Ogni vibrazione delle labbra di Demone lo faceva tremare.

Le labbra di Chuuya stavano divorando lentamente l'autocontrollo e la concentrazione di Osamu, ogni movimento sulle labbra dell'altro facevano imprimere Nakahara nei ricordi di Dazai. Ogni schiocco delle labbra dei due faceva affondare la lametta ancora più affondo sulla loro pelle limpida e liscia. Ogni sussulto proveniente dalle labbra di entrambi li condannava a un eterno circolo vizioso di lussuria e dolore. Ogni sussulto proveniente dalle labbra del Demone prodigio faceva salire l'eccitazione del ragazzo coi capelli ramato. Le labbra di Chuuya scendevano sempre più in basso, baciando ogni porzione di pelle del castano bruciandogli la pelle. Ogni movimento del ramato faceva stringere il tessuto sotto le mani di Dazai, cercava qualcosa a cui aggrapparsi per non perdere completamente il senno in quel pozzo di lussuria, cercava di non affogare. Nakahara era arrivato fino ai jeans del moro, che ne frattempo stringeva il tessuto che rivestiva il materasso del letto di Chuuya. L'eccitazione in quella stanza era alle stelle. Le mani di Chuuya si muovevano sull'erezione di Osamu, i movimenti erano lenti e precisi per far impazzire il demone. La vista del rosso in mezzo alle sue gambe era asfissiante per Dazai prendeva lunghissime boccate d'aria per non perire completamente alle bruciature che donava il tocco del possessore di Arahabaki. Il mafioso castano stava per urlare blasfemie contro il ramato ma qualsiasi cosa stava per dire scremo dalle labbra Osamu appena la bocca di Chuuya prese il membro di Dazai. Le labbra di Nakahara si muovevano voraci sull'erezione dell'altro facendo produrre a Dazai ansimi  e gemiti di disperazione.
-C-chu-chu hai intenzione di farmi morire qui mh-
il rosso non rispose oggettivamente impossibilitato, ma per far comprendere al demone prodigio le sue intenzioni inizio a far passare le sue mani sull'erezione di Dazai, amplificandone così le sensazioni. Il ragazzo fulvio alzo lo sguardo e la visione che gli si parava davanti era paradisiaca. Il castano aveva le pupille ristrette che faceva ancora più brillare il colore ambrato dei suoi occhi, le guance erano colorate di un rosso accesso che andava a netto contrasto con la pelle chiare e le bende, che solitamente soffocavano la pelle del moro, ma che ora erano più lente su tutto il corpo. Il nirvana dei sensi questo era l'unico pensiero del rosso e più guardava il semi-bendato più il suoi movimenti erano veloci.
-porca puttana chu- le labbra del ragazzo con gli occhi azzurri smisero di avvolgere il membro del castano. -mh sgombro- il ragazzo continuava a muovere la mano sopra la sua erezione. stava per morire. era come nel nirvana se solo quel ragazzo rosso non avesse smesso lui probabilmente sarebbe venuto in quel preciso istante. le labbra di Dazai vennero di nuovo intrappolate da Chuuya in una danza la quale melodia era dettata dalla lussuria. era perfetto. era tutto perfetto la mano sinistra del castano si fece largo nella bocca di Chuuya il quale inizio a lavorarci. le due dita del demone avevano perso tutta l'attenzione del fulvio il quale muoveva attentamente e minuziosamente la lingua per sporcarle della sua saliva. il ragazzo con gli occhi ambrati avrebbe passato tutto il tempo della sua inutile vita ad osservare Chuuya, i suoi sensi erano alle stelle sentiva tutto amplificato, quasi come quando incideva nella sua pelle dei profondi solchi, i quali lasciavano defluire il sangue caldo e ferroso giù dalle sue braccia. facevano sentire a Dazai di provare qualcosa, il bruciore che proveniva dai suoi tagli era un qualcosa inclassificabile per il bruno, faceva riaccendere i suoi sensi anche solo per quei pochi minuti. ma questo era il paradiso terrestre a confronto. il demone prodigio fece scivolare, con un lentezza disarmante, le dita via dalla bocca del ragazzo con gli occhi colore celo. entrambe le mani del castano in quel momento lo stavano accompagnando a sedersi sulle sue gambe e lui, Chuuya, era troppo soggiogato dallo spreca-bende per non fare come gli era stato ordinato. era lì i loro petti incollati, la sua testa nell' incavo del collo di Osamu e le dita di quest'ultimo che tracciavano una linea di saliva tra le sue natiche, fino ad arrivare alla sua apertura. i visi di entrambi erano rossi un po' per il momento, un po' per l'eccitazione e l'alcol sicuramente non aiutava. ma erano lì Chuuya fremeva impaziente di quella piccola pressione, che ormai per quanto volesse negare era la parte che più aspettava dopo ogni missione, perché effettivamente era da un po' che i due si "intrattenevano" di queste attività, dopo la maggior parte delle missioni soprattutto quelle stancanti, oppure quando litigavano o anche quando Dazai doveva farsi perdonare di qualcosa o spesso anche solo per un umano e mero bisogno, perché da quando si erano legati al fare sesso i due avevano cercato di giustificare in ogni modo questo incessante bisogno che avevano l'uno nel toccare l'altro e viceversa, ma non ce l'avevano fatta. era fin troppo duro per entrambi ammettere che necessitavano di quel contatto. stavano così bene, anche al di fuori dell' atto, a toccarsi sfiorarsi o solo incrociare lo sguardo e questo faceva paura ad entrambi. per un periodo Dazai sprono Chuuya ad allenarsi più tempo, ovviamente sono ed esclusivamente con lui, nel usare la sua abilità 'corruzione' Chuuya aveva rifiutato si sentiva talmente sporco solo al pensarci. un movimento secco, un dolore rude e un gemito strappato. Chuuya si dovette attaccare di più all'altro e alzare leggermente il suo posteriore per riuscire, a fatica, a respirare di nuovo
-non sei più vergine da un prezzo chu-chu dovrebbe essere normale per te ormai- Dazai ghignava, ghignava per nasconde l'eccitazione che provava in quel momento, le unghie di Chuuya nella sua pelle il fiato caldo di quest'ultimo che sussultava ad ogni vibrazione che Dazai produceva muovendo le sue dita. era stupendo il demone non avrebbe voluto altri.
-taci i-initile ammasso di bende- formulare una frase o anche un generico insulto in quella situazione era impossibile per lui. le dita di Dazai al suo interno iniziarono a muoversi, paradisiaco, e Nakahara "involontariamente", a detta sua, muoveva i fianchi per assecondarle. le unghie nella carne di Osamu, il corpo che vibrava, quel senso di completezza lo stava uccidendo.

ma non lo avrebbe mai ucciso come l'alcol che ancora una volta in quella giornata stava ingurgitando, un dolore sordo si faceva spazio all'altezza del petto. e il bruciore della saliva e del bile che salivano nella sua gola era sicuramente meglio. ma Nakahara non ci teneva a pulire il suo vomito dal pavimento della sua cucina perciò, in modo quasi automatico ormai, si muoveva verso il bagno, per accasciarsi nuovamente sul water e vomitare tutto quello che stava bevendo da tutta la giornata. la gola bruciava, bruciava un po' come le cicatrici che si riaprivano sulla sua pelle come se quell'idiota di Dazai stesse ripassando una lametta in quel preciso punto.
-ti prego basta non c'è la faccio più- Chuuya aveva appena finito di vomitare e si era pulito la bocca, ora l'unica cosa che gli rimaneva, oltre al suo senso di stordimento, erano le lacrime che gli segnavano il viso gli occhi rossi che facevano risultare ancora di più l'azzurro dei suoi occhi. e poi ad un tratto un rumore dalla porta

-Chuuya-chan sono Ane come stai-
-Ane-san domanda di riserva?- alcune volte ringraziava la sua abilità per permettergli di aprire la porta senza alzarsi.
-o Chuuya cosa è successo ancora un brutto sogno? l'ultima volta che hai bevuto così era quattro anni fa, quando Dazai-kun se n'è andato-
-Kōyō-san non lo nominare neache ti prego- la donna dai capelli rossi si abbassa verso il ragazzo e fece passare una mano sulla sua guancia per asciugare le sue lacrime
-ho capito che non stavi bene da quando non mi hai risposto hai messaggi, mi sono preoccupata- un gemito strozzato uscì dalle labbra di Chuuya.
-va tutto ok diciamo che non ho dormito bene-
-Chuuya sai che mi puoi dire cosa ti turba. io sono qui-
-preferico affondare nel vino, nessun rancore Ane-san ma non ho voglia- odiava la sensazione di impotenza. odiava dover dire che Dazai gli mancava, odiava dover ammettere che avrebbe bisogno di lui e non di Kōyō in quel momento. odiava se stesso perché quella maledetta cicatrici non era tale. odiava il fatto che il sangue scorresse lento e che si portasse via tutte le sue energie. odiava gli innumerevoli segni che Dazai gli aveva lasciato, e odiava ancora di più se stesso perché nonostante tutto quella sensazione gli legava i piedi a terra e lo faceva sentire umano. umano e vivo.

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le cicatrici sono ricordi di vecchie ferite nasconderle non serve a nulla.
le cicatrici servono solo da promemoria per non soffrire di nuovo nello stesso modo.
le cicatrici servono per indicarci qualcosa.
le cicatrici fanno parte di noi è ci rendono a tutti unici.
le cicatrici servono per mantenere accesa la fiamma della vita.
le cicatrici servono per ricordo.
le cicatrici servono a tutti a me a te a noi.
le cicatrici hanno bisogno di essere curate da mano esperte.
ma ad alcuni rapporti basta il dolore e le cicatrici e la certezza che solo l'altro persona possa ricucirle una volta per tutte e farle smettere di sanguinare.

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cicatrici-Soukoku Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora