Non ti faccio niente.

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A chi è andato avanti.

                                                                                                                  A chi va avanti.

                                                 E a chi continuerà a farlo, nonostante tutto.



Non ti faccio niente.

"Qual è più profondo? L'oceano o l'amore?"

Eccola, la domanda che più di tutte racchiudeva per Thea D. Hooper il mistero più grande della sua vita. Diciannove anni e solo adesso cominciava a chiedersi quando sarebbe stata in grado di dare la risposta giusta, che fino a poco tempo fa sarebbe stata senza dubbio: l'oceano.

Lei non conosceva l'amore nel suo significato più intimo e passionale.

Tuttavia, l'aveva sempre ritenuto qualcosa di pari intensità alla sensazione che provava ogni volta che si trovava sott'acqua.

Quando si immergeva, il mondo cambiava.

Tratteneva il fiato, apriva gli occhi e tutti i colori là fuori sfumavano in quel blu freddo ed eterno, che si frantumava in scintille di luce nel momento in cui la ragazza nuotava più a fondo, per poi girarsi di schiena e guardare in alto.

E rimaneva così, senza doversi sforzare, senza dover sfidare una gravità che rimaneva sospesa, proprio come lei.

Quei fili di luce sfuggivano nell'acqua, si deformavano, cambiavano direzione e illuminavano la sua pelle come se fosse la più preziosa delle perle.

Se ne stava sospesa nello spazio e nel tempo, con i capelli che danzavano sinuosi davanti al suo viso, ostacolandole la visuale per qualche secondo, per poi rischiararla; e riecco la luce.

Nessuno poteva raggiungerla.

Nessuno poteva portargliela via.

E se solo fosse stato per lei, se solo avesse potuto scegliere, si sarebbe donata anima e corpo a quel blu limpido e primordiale, che la abbracciava con pressione e delicatezza al tempo stesso, avvolgendola in una eco fatta di suoni e silenzi.

L'eco dell'eternità.

                                            
                                     Lysborg, Danimarca.

                                                                                                               23 giugno 2016.

Era cominciato tutto con quell'app.

Just4Fun.

Nome intrigante, vero?

Solo che non era un'app come tutte le altre. Era invisibile e potevi accederci solo tramite invito.

Una volta registrato, l'app ti faceva qualche domanda e come prova del nove esigeva l'accesso alle funzioni del dispositivo dal quale ti eri collegato per verificare le risposte, a partire dai tuoi dati personali.

Questo perché i membri di Just4Fun potevano avere solo tra i 18 e i 24 anni. No minorenni, troppe grane in passato con la legge e no adulti, in quanto meno...spericolati.

Doveva essere un gioco.    [ SPIN-OFF del romanzo "Nome In Codice: H.A.C.K.E.R."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora