Lo spirito❄

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"Un passaggio, con quello?", chiesi puntando al bastone.
Sapevo che Jack poteva volare grazie al bastone ma come intendeva portarmi fino in città con una mano occupata, volando?

Lui mi sorrise, mi si avvicinò ritrovandosi a pochi centimetri da me e fece scivolare una mano attorno al mio bacino.
Trattenni il respiro per la nostra vicinanza e con un forte scatto mi alzò velocemente in aria.
Mi strinsi a lui ed istintivamente posi le mani attorno al suo collo e nascosi il volto nella sua spalla.
"Guarda, va tutto bene", disse facendo risuonare la sua melodica voce nella mia mente, fino al mio povero e debole cuore.

Fidandomi di lui, guardai la città dall'alto e la sensazione era ben diversa da quella che provavo quando volavo in forma spiritica.
Con quel corpo sentivo brividi di tutti i tipi, vertigini, il cuore che batteva forte nel petto, il respiro affannarsi.

Ero terrorizzata ed ammaliata allo stesso tempo.
"Sembra che tu ti sia accomodata velocemente, molti urlano e tremano di paura quando li faccio volare", rise dicendo quella frase.
Non potei fare a meno di guardarlo.
Quante persone aveva retto nel modo in cui reggeva me in quel momento?
A quante altre ragazze aveva dato un passaggio come stava facendo con me in quel momento?

Sentivo la gelosia nutrirsi dentro di me, ma tornai a sentire le farfalle nello stomaco quando mi accorsi nuovamente di ritrovarmi tra le sue braccia.
Ribollendo per la sua presenza, posi il capo sulla sua spalla fin quando non arrivammo sopra il centro della città.
"Dove devo lasciarti?", chiese.

'Portami via con te, non lasciarmi mai'. Avrei tanto voluto riferirgli quelle parole passionevoli ma indicai una casa puramente casuale e lui si adagió con cura al suolo.
Lasciò il mio bacino e si allontanò da me.

"Ci siamo, è stato un piacere conoscerti", disse mettendo una mano in tasca dopo essersi messo il cappuccio.
"Anche per me, Jack", dissi sorridendogli.
Lui si voltò per andarsene ma si fermò quasi immediatamente.
"La tua voce, mi è molto familiare", disse tornando davanti a me e guardandomi curioso.

'Certo, ho fatto parte di ogni singolo giorno della tua vita', avrei voluto dirgli.
"Non so come, risponderti", dissi ammirando ancora i suoi occhi.
Avrei voluto fargli capire che ero io la ragazza a cui aveva chiesto di andare a pattinare una volta compiuta la mia stessa età.
Avrei voluto dirgli che ero io la fruttivendola e la venditrice che lo ha accompagnato fino ai suoi dieci anni.

'Ero io Jack, ero io!
Ricordati di quando nella fase adolescenziale avevi bisogno di una partner di ballo alla festa autunnale del paesino ed io ti avevo consolato su quella panchina, per poi ballare assieme a te per tutta la notte.
Ricordati, ricordati, ricordati di me ti prego!'

"Beh conosco l'intero pianeta, credo sia normale dopotutto", rise scrollandosi di dosso il pensiero.
Risi a mia volta, nascondendo la mia delusione.
"Alla prossima Hunt!", disse lanciandosi in aria e sparendo mentre io alzai una mano per salutarlo con un falso sorriso stampato in faccia.

Tornai alla mia tristissima vita e mutandoni in spirito alla vista di nessuno, decisi di lasciare Jack per quel giorno e riposarmi e deprimermi.

In forma di spirito, passeggiai per le strade, fra le persone che mi passavano attraverso di tanto in tanto.
Sbuffavo ogni un paio di minuti, mi veniva da piangere.
Mi chiedevo perché era successo proprio a me di fare da protettrice a Jack finendo di innamorarmene in quella maniera assurda.

Passai il giorno depressa e dormì in una caverna dove sapevo che nessuno mi avrebbe trovata.
Durante la notte osservai la luna e tentai di parlare all'uomo dentro essa, mi sfogai con lui e gli diedi la colpa di quella situazione complicata per poi pentirmi e chiedere scusa come se mi stesse veramente ascoltando.

Era tutto inutile, Jack non aveva più bisogno della mia protezione ma io continuavo a seguirlo e sorvegliarlo perché non ebbi ricevuto nuove informazioni ed indicazioni.
Era tutto uguale, solo più complicato.

Mi svegliai al suono del forte vento che batteva fuori dalla caverna.
Guardai le nuvole scure che si avvicinavano e capì che mancava poco all'arrivo di una tempesta.
Mi sbrigai a raggiungere la città e come una buona guardiana scelta dalla luna, mi assicurai che tutti in città stessero al sicuro.

Sorvolai ogni strada, ogni vicolo ed angolo della città e notai Jack con Sandy che guardavano dentro le finestre di ogni edificio che incontravano.
Mi abbassai immediatamente e rimasi a terra dove mi guardai nervosamente attorno finché non lessi 'The Inn'.

Mi tramutai in umana e mi sbrigai dentro all'hotel.
In tutti quegli anni avevo imparato a mettere soldi da parte ed essendo uno spirito che non sente bisogno di nulla è stato davvero facile raggiungere una certa somma.

"Salve, vorrei prendere una stanza", dissi sistemandomi i capelli scompigliati dal vento mentre entravo.
La segretaria osservò la mia acconciatura arruffata e poi chiese nome e cognome.
"Hunt Kherson", dissi velocemente.
"Abbiamo solo un paio di stanze disponibili ed hanno tutte un tempo preciso d'alloggio", disse con calma e lentezza la donna.
"Mi dia quella con il tempo più breve grazie", dissi senza pensarci troppo.

"Stanza 309, ecco a lei le chiavi", disse porgendomi le chiavi della stanza con la voglia di vivere di un bradipo.
Vidi la sabbia di Sandy volteggiare davanti l'Inn, così mi sbrigai a prendere le chiavi e corsi verso l'ascensore.

Raggiunsi rapidamente la stanza e chiudendo tutte le tende, rabbuiai la camera e mi buttai sul letto morbido.
Quell'hotel fu il primo posto in cui mi era venuto in testa di nascondermi e così mi procurai anche un buon letto per le successive tre notti, che erano il tempo d'alloggio offerto in quella stanza.

Non so cosa stessero cercando Jack e Sandy, ma l'importante era che non mi trovassero mai più e che l'incidente del giorno precedente non si ripetesse altre volte.
Mi duoleva al cuore dovermi nascondere così ma era mio dovere.
Dovevo rimanere invisibile.

Non so quanto tempo passò perché alzandomi di scatto dopo aver sentito bussare alla porta, capì d'essermi addormentata.
Passai le mani sul volto per sembrare meno dormiente ed aprì la porta di qualche millimetro.

"Si?", chiesi con la voce debole.
"Signorina stanno per servire la cena al piano di sotto, vuole venire? È  già mancata a pranzo, non vorrei che si sentisse male", disse gentilmente il ragazzo.

La Guardiana ~ Jack FrostDove le storie prendono vita. Scoprilo ora