Non sono ancora arrivata a condividere il fatto che si tratti di reazioni normali. La mia psicologa continua a ripetermi che, con il passare del tempo, queste reazioni spariranno, che starò di nuovo bene come prima, eppure mi sembra così difficile da credere.
La cosa strana è che anche scrivere tutto questo mi sembra una reazione esagerata e assurda, eppure lo sto facendo e non mi dispiace.
La mia psicologa, dopo il nostro primo incontro, mi ha chiesto di portare con me il quaderno su cui di solito mi esercitavo a disegnare; era un po' come si fa con i bambini, lei faceva una domanda, una specifica e io rispondevo e allo stesso tempo disegnavo il modo in cui mi sentivo.
Ora più riguardo quei disegni più mi sembrano strani, eppure quando li ho fatti nemmeno ci ho fatto caso, la mano si muoveva, seguiva le mie parole quasi per fatti suoi.
Disegnavo tutto quello che le raccontavo di questi mesi.
Non ricordo l'ultima volta che ho dormito davvero bene, mi sembra passata un'eternità e non solo per me.
I miei genitori ormai non dormono più in camera loro, sono perennemente nella mia pronti a calmarmi quando mi sveglierò di nuovi in preda al panico, alle lacrime e alle urla.
Per fortuna non è sempre così, nel senso che le urla non sono una caratteristica onnipresente.Spesso nemmeno mi ricordo quello che ho sognato, ma appena sveglia resta impressa nella mia mente quella sensazione di terrore, di ansia, che mi porta a sudare e a tremare come se avessi appena visto il peggiore dei mostri.
Rimango impaurita per un po', pensando se sia o meno il caso di provare a dormire, ma tanto che lo voglia o meno il sonno non ritorna e così finisco per passare la notte in bianco.Spesso, proprio a causa di questi incubi, inizio a piangere. Premo la faccia contro il cuscino per evitare di farmi sentire e inizio a singhiozzare, quasi in modo isterico, forse per la paura, forse per il nervoso non lo so.
A volte, anche a caso, mi vengono queste "crisi" la notte.
Inizio a piangere senza un reale motivo, mi sfogo fino a quando non mi passa.
In generale un paio di volte, giusto 2 per ora, con i miei incubi la situazione è andata peggio.
Ho urlato come un'isterica e mi sono sollevata a sedere iniziando a scalciare, tirando pugni all'aria fino a quando mio padre non mi ha fermato e mi ha stretto forte. Singhiozzavo, stringevo forte la maglia che indossava temendo che si sarebbe allontanato, che mi avrebbe lasciata sola in quella stanza che ormai mi fa più paura che altro.
Mio fratello era in piedi stretto tra le braccia di mia madre, mi guardava terrorizzato così come io guardavo lui.
Mamma tremava, sembrava stesse per piangere.Ancora adesso non riesco a dormire, ora sono solo le 4:00 e io sto scrivendo questo pezzo di quella che ormai è parte della mia routine quotidiana.
Il sonno non è però l'unica cosa di cui mi sto privando in questo periodo.
Anche mangiare è diventato difficile ad un certo punto. Sono arrivata a saltare i pasti più volte di seguito, perché mi mancava l'appetito. A volte, dopo aver mangiato o anche senza averlo fatto, sono corsa a vomitare; era come se il mio corpo non riuscisse a contenere più nulla, nemmeno se stesso.
(su questo punto ora va leggermente meglio, mangio di più)
La fame, il sonno, mi facevano sentire sempre più stanca.
Quando tutto è iniziato si andava ancora a scuola quindi era difficile, ma riuscivo comunque a nascondere il tutto.
Ma quando mi alzavo, anche solo per arrivare alla lavagna o per andare in bagno, dovevo sforzarmi in una maniera incredibile per riuscire a muovermi in modo normale, ma verso fine anno era impossibile.
Ero sfinita, mi addormentavo in classe e, un paio di volte, ho rischiato di perdere i sensi mentre ero in corridoio.
Una di queste volte ho rischiato di sbattere la testa contro il bordo della finestra ma il bidello mi ha afferrata al volo.
Voleva parlare alla prof, non ricordo che stronzata gli ho detto, ma comunque ero riuscita ad arrivare al bagno viva e poi a tornare in classe e lui non le aveva parlato.
Era capitato ancora, qualche giorno dopo, ma ero riuscita a tenermi in piedi senza farmi notare da nessuno.
Tutta questa situazione mi portava ad essere costantemente stressata, e nervosa.
Una volta ricordo che mi ero fatta male al polso giocando a pallavolo durante ginnastica.
Il giorno dopo, in realtà, il mio polso stava più che bene, ma tenni la fascia per quasi tutta la settimana.
C'era davvero un forte dolore che mi costringeva a tenerla, ma mentivo quando dicevo che era per l'infortunio a ginnastica.
Ho sempre avuto l'abitudine a sfogarmi quando ero nervosa, da piccola era diverso, fare sport mi aiutava, ora era più complicato.
Alle medie mi capitava più frequentemente di avere attacchi di rabbia, tiravo i pugni al muro fino a che la rabbia non passava, qualche volta le mie nocche finivano per sanguinare.
Feci la stessa cosa.
Tirai un paio di pugni al muro con il polso che dicevo essermi infortunata, finendo per farmi male sul serio.
Nulla di grave comunque, una storta o roba così, le nocche erano sane e nessuno ci avrebbe fatto caso.
Ma ancora adesso, di rado, ho attacchi di rabbia e necessito di sfogarmi.
L'ultima volta è stato un po' di tempo fa, mi sono sfogata sulla coscia.
Ho iniziato a grattarmi forte, con le unghie, finché non mi sono graffiata la pelle facendomi uscire un po' di sangue.
Non potevo fare altro, non volevo che i miei lo notassero, sulla gamba era più facile da nascondere rispetto a delle nocche sanguinanti della mano.
Ah poi è venuto a farmi compagnia anche uno strano dolore.
Si blocca al centro del pento, è una fitta continua quindi non mi da tregua nemmeno per un secondo e a volte sembra farsi sempre più forte e quasi non riesco a respirare.
La prima volta che mi è venuta, e anche l'unica per ora, e stato al compleanno della mia migliore amica.
La situazione con le mie 'amiche' è una merda, ma vabbè, e lo stress e il nervoso che mi avevano fatto arrivare a provare mi aveva praticamente distrutta quella sera.
Avevo resistito per tutta la festa, per quella del giorno dopo, poi ero crollata e avevo passato la serata a piangere per il forte dolore.
Dopo qualche giorno durante i quali ero riuscita a rilassarmi almeno un po', sembrava essersi calmato e alla fine era sparita.
La mia psicologa mi guardava con attenzione mentre le raccontavo tutte queste cose, alla fine sorrise.
Il nostro primo incontro era stato molto silenzioso, quasi non le avevo detto una parola, poi avevo deciso di andarci di nuovo.
Ero convinta che finita la scuola la situazione sarebbe migliorata da sola quindi mi ero decisa a non tornare più da lei, ma mi ero sbagliata di brutto.
Le cose sembravano peggiorare e così, forse per disperazione, avevo deciso di fare un altro tentativo.
Sono ben lontana dallo stare bene, di questo sono assolutamente certa, ma almeno 2 notti su 7 le passo dormendo per davvero, ho ripreso a mangiare, i miei attacchi di rabbia per il momento sono spariti, i miei incubi ci sono ancora ma per ora non mi sono più svegliata in preda alle urla e non ho avuto bisogno di sfogarmi in alcun modo.
Non so come andranno le cose, non so se questo 'miglioramento' sia dovuto anche al fatto che probabilmente ho detto addio a quel gruppo di 'amiche', mi piace pensare di si, ma non voglio tornare la stessa persona di prima.
Ritornare così significherebbe rischiare un secondo crollo, io voglio arrivare a stare bene e basta.
È strano, perché odio parlare di me di solito, ma farlo senza che nessuno sappia chi sono è più semplice, e aiuta.
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¿Ansia sociale¿
Acak- Hai dubbi? - Hai insicurezze? - Hai problemi ad accettare il tuo fisico/carattere? - Ansia per una qualsiasi cosa? Magari le mie storie potrebbero farti sentire meno solo/a <3