[ raccolta casuale - Original Characters , contests , etc . ] ; don't steal or copy . [ siccome ho già avuto problemi del genere con i profili passati , se qualcuno ruberà qualsiasi idea senza chiedere e/o citarmi , stavolta ci vado giù pesante . ]
Wow, scriverlo è stato davvero difficile. Qui la sottoscritta è troppo emotiva. Consiglio di impostare il bianco per una migliore esperienza! Alla fine del capitolo c'è una mini scheda OC che riassume tutte le cose che ho scritto.
• Introduction ACTE I - • première partie - Le début • deuxièmepartie - perte ACTE II - • première partie -Garçons • deuxièmepartie -Conclusion et épilogue
Dans tout Paris, je m ' abandonne Et jem'envole, vole, vole, vole, vole, vole, vole
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Introduction
"Olivier"
Originario dal latino - com'è comprensibile che sia, vista la sua provenienza - significa Olivo o albero di ulivo; il che è abbastanza scontato. Dovrebbe rappresentare la scienza, la pace, la sapienza, in fondo anche Atena o Minerva, proprio la divinità che le rappresenta, aveva l'ulivo come pianta sacra. Persino Shakespeare apprezzava questo nome, tanto da introdurlo nella sua "dodicesima notte". Eppure a lui non piaceva il suo nome, era una cosa stupida, non doveva essere un problema nella sua vita così perfetta dall'esterno. Un albero d'ulivo! Non riusciva nemmeno a capire come avesse fatto quel nome a farsi strada tra le vie Parigine fino a diventare un nome così famoso e usato. Comune, addirittura. Il suo onomastico sarebbe stato il terzo o il decimo giorno di Giugno, non che lui lo sapesse o ricordasse, comunque. Sembrava che i suoi genitori troppo snob avessero cercato sulla prima rivista disponibile i "dieci nomi più scontati per il tuo bambino o bambina. Più libro per le ricette in omaggio!". Nessuno ne parla mai, di quanto sia orrendo pensare al tuo nome, e a quanto non ti piaccia, e che dovrai dirlo ogni volta che incontri qualcuno di nuovo, e avrebbe anche potuto cambiarlo all'anagrafe, ma sarebbe cambiato qualcosa? E poi, che nome avrebbe dovuto scegliere? Perché ribattezzarsi da solo? E comunque non è che poi gli facesse così tanto schifo. Cioè, in realtà sì. Ma poteva benissimo fare finta che non gliene importasse niente, come faceva con tutte le cose che lo circondavano, d'altro canto. Ti avrebbe stretto la mano sotto la pioggia leggera, e ti avrebbe sorriso freddamente, più freddamente di come il vento ti avrebbe soffiato sulle spalle, e ti avrebbe detto "oh, oui, je suis Olivier" , senza lasciar poi una grande espressione trasparire dai suoi occhi. E tu avresti forse anche dimenticato il suo nome, troppo impegnato a dire il tuo, e avresti cercato di evitare frasi in cui servisse ricordarlo per non fare brutte figure, perché come si chiami ora proprio non riesci a ricordartelo, e non potresti neanche mai immaginare quanto invece a lui il suo stesso nome faccia schifo e lo perseguiti quando non pensa a niente. A volte chiedeva ai suoi perché l'avessero scelto. "Les oliviers"lo guardavano dolcemente. "c'est ici que nous nous sommesrencontrés"; e la risposta non cambiava mai, e pensava a quanto una decisione insignificante possa avere un impatto su una vita. Su tante vite. Si chiedeva anche se le persone intorno a lui ci pensassero. A te interessa il tuo nome? Dico davvero, ci hai mai pensato sul serio? Tipo, che ti sei guardato allo specchio, o hai fissato il soffitto, con la musica, magari, per poi rifletterci per qualche minuto o un'ora o un'eternità intera e dire 'sì, il mio nome è fantastico' o 'avrei preferito se mi fossi potuto dare un nome da solo' o 'okay, probabilmente la mia vita non sarebbe cambiata'? Magari lo hai incontrato persino. Passeggia per le strade, come un comune mortale, perché in fondo è quello che è, e non ci hai parlato, e non ti sei chiesto se parlasse la tua lingua, perché era uno su tanti nella folla o in quella dannata sala da attesa nella quale ti veniva da piangere e vi sarebbe bastata una piccola spinta in più per conoscervi, e stai tranquillo che adesso l'avresti riconosciuto. Sì, avrebbe fatto una di quelle presentazioni che odia tanto, e tu non avresti notato alla repulsione nella sua espressione mentre avrebbe pronunciato il suo nome, perché in realtà c'è talmente tanta gente a cui non piace il proprio nome che non sapresti distinguerli.