distopia .

I nuovi dei [OC]

(Per la roleplay di LaRagazzaDelCringe, devo ancora mettere appunto alcune cose ma questo è lo scheletro, almeno inizio a consegnare qualcosa). Credo che il periodo in cui la cultura latina e la cultura greca si sono mescolate sia davvero interessante, quindi pensavo di basarlo su quello.
Si consiglia il tema bianco o pergamena, e la grandezza del font al minimo.

Spero vada bene <33

Nome
Ονομα
[ Ἀγλαΐα ]

Aglaia o Aglea, etimologicamente, significa “splendore, magnificenza” che di sicuro rispecchiano il carattere vanitoso e capriccioso di una ragazza apparentemente così dolce e pacata. È una delle Cariti, conosciute come Grazie ai romani, ed era la più devota ad Afrodite ! O almeno così si direbbe. Era in realtà invidiosa della grandezza della dea, ma col tempo, il sentimento di ricambiato da Afrodite ; pur essendo la dea della bellezza, la bella tra le belle, in qualche modo invidiava le attenzioni che la sua seguace, Aglaia, iniziava ad ottenere. Quindi finì per essere Aglaia, l' invidiata addirittura da Venere in persona.

Cognome

Επίθετο
[ ? ]
Non aveva cognomi; non che venissero usati. Aveva svariati soprannomi, certo, ma qualora venisse invocata, era quasi sempre per nome. Oltretutto, anche semplicemente essendo chiamata per nome, veniva definita come uno splendore.

Età
ηλικία 
[ 16 ]
Sembrava essersi bloccata a sedici anni. Che fosse davvero così? O che fosse veramente una sedicenne, quella figura così leggiadra e forse solo apparentemente giovane? A tutti avrebbe interessato sapere la sua età, forse così giovane o magari eterna.

Orientamento
Σεξουαλικότητα
Da brava seguace di Afrodite, ne sapeva più di molti, sull'amore. E lo professava e ci credeva come fosse un dogma, in tutti i suoi modi e forme. Tormentava, stuzzicava, e non si faceva problemi nel distruggere coppie per divertimento, o per perdere l'interesse sull'interessato, come fosse un gioco.
Lei veniva inseguita, da uomini e donne, di tutte le età. E la divertiva, perché era di indole cattiva e trovava piacere nel vedere gli altri soffrire.