Capitolo 15 (+18)

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Il viaggio di ritorno per Yoongi era stato un po' traumatico. Un mal di testa lancinante tanto per cominciare, dovuto alla quantità di alcool spaventosa bevuta la notte precedente. Ricordava benissimo quanto successo nella sua stanza ma aveva deciso di fingere di non ricordarselo affatto, perché si vergognava. Non poté fare a meno di pensare al fatto che Taehyung non aveva tentato di fargli qualcosa e ne era rimasto sorpreso. Nonostante la caviglia dolorante, quella mattina era già in ufficio. Taehyung non si era presentato, aveva mandato un certificato in cui si prendeva un giorno di ferie - cosa assolutamente legittima per un dipendente, l'unico che non aveva questi privilegi era proprio lui - così era da solo. Stava compilando una serie di documenti quando la porta del suo ufficio venne bruscamente aperta.

"Non ti avevo detto cosa dovevi fare? Era necessario perdere il tuo tempo per due giorni con i dipendenti? Devi uscire con la signorina Woods, sono stato chiaro? Sei così stupido."

Yoongi si irrigidì immediatamente e alzò lo sguardo verso di lui.

"Non voglio farlo."

Suo padre non sembrava pronto ad una reazione del genere o ad una simile risposta, perché immediatamente fece un passo avanti prendendo il ragazzo per la cravatta, tirandolo a sé con una tale forza che Yoongi si sentì strozzare.

"Quello che tu vuoi è irrilevante. Quello che tu pensi non ha la minima importanza. Non devi pensare, mi hai capito? Tu devi fare quello che ti dico!"

"Ti ho detto che non voglio farlo!"

Probabilmente nemmeno Yoongi era preparato a quello che accadde dopo. Suo padre lo schiaffeggiò, colpendolo in piena guancia, facendolo sobbalzare sulla sedia. Fu uno schiaffo forte, talmente forte che gli fischiarono le orecchie e gli girò la testa.

Il padre di Yoongi aveva il braccio che gli tremava, uno sguardo furente di chi avrebbe voluto fare peggio.

"Se non farai come dico io, la porta è quella!"

"L'azienda era della mamma. Non me ne vado."

"L'azienda è stata lasciata a me, non a te. Se la vuoi, devi sottostare a quello che dico io. Chiama la signorina Woods."

Suo padre non disse altro e lasciò il suo ufficio. La guancia gli bruciava, suo padre era stato sempre violento verbalmente con lui, ma mai gli aveva messo le mani addosso. Non si era mai spinto così tanto oltre. Doveva esserci un motivo per cui aveva perso il controllo così. Come se avesse... Paura di qualcosa? Molto lentamente si alzò in piedi, composto e serio come sempre. Era consapevole che i dipendenti avevano sentito le urla di suo padre ma non gli importava. Non era interessato a ciò che potevano pensare. Fatto sta che appena iniziò - un po' zoppicante - a camminare per il corridoio gli si affiancò un segretario.

"Signor AD, ha bisogno?"

Inaspettatamente Yoongi fermò il proprio passo.

"In realtà sì. Oggi lascio l'ufficio in anticipo. Ho già mandato i comunicati, i documenti e tutto ciò che era necessario. Per questioni urgenti potete scrivermi via mail."

Le varie teste chine sui computer si tirarono su, come se non credessero a ciò che avevano appena sentito. Ignorando il brusio, Yoongi lasciò il grande edificio diretto da qualche parte.

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I passi del ragazzo in giacca e cravatta si fermarono. Era sicuro che il posto fosse quello giusto, eppure...

"Non è possibile."

Yoongi si passò nervosamente una mano tra i capelli scuri, guardando la lapide di un perfetto sconosciuto a meno di un metro da lui. La fotografia, il nome, le date di nascita e morte. Non conosceva quella persona. Notò qualcuno a pochi passi da lui, così gli si avvicinò immediatamente.

Bonded Domination [taegi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora