Capitolo 4

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Hermione riabbassò la mano con la fialetta ora vuota e rimase a fissare la McGranitt. Il cuore le batteva a una velocità tale da farle temere un infarto, e Malfoy davanti a lei la fissava con il viso pallido come un morto vivente.

La McGranitt fece un altro cenno a Lumacorno che si avvicinò, affabile come sempre, e le puntò la bacchetta sul viso.

«Depellendam potionem, solve fasciculos.» ripeté la formula due volte ed Hermione sussultò quando, dal suo petto, sembrò sollevarsi una nebbiolina violetta, che si condensò come un filo e sparì nella bacchetta di Lumacorno. La testa le girò violentemente. Sapeva cosa significasse...

Un conato di vomito le risalì allo stomaco mentre realizzava che cosa aveva fatto.

Era stata drogata.

Qualcuno l'aveva...Malfoy l'aveva drogata. Le aveva somministrato una pozione d'amore che l'aveva...

Si piegò mentre la sensazione di nausea aumentava e respirò profondamente. «Tu...» sussurrò, riportando gli occhi pieni di lacrime a lui, che la fissava con la morte scritta in faccia. Si slanciò contro di lui prima che qualcuno potesse prevederlo, lei stessa. Non pensò neanche alla bacchetta o alla magia, non poté fare altro che assestargli un ceffone così forte da fargli girare la testa. La McGranitt l'abbrancò per le braccia, trattenendola a fatica mentre si dimenava.

Malfoy era rimasto immobile, barcollando contro le scale, e la guardava sconvolto, senza tuttavia proferire parole.

«Hermione...Hermione, basta!» la voce di Minerva non servì a calmarla.

«Come hai potuto!» urlò, protendendosi di nuovo verso di lui. «Come hai potuto farmi questo!» scalciò di nuovo e si liberò dalla McGranitt, balzandogli di nuovo addosso.

Malfoy alzò le mani per proteggersi il viso e le afferrò saldamente i pugni. «Granger...Granger, non sono stato io!» provò ad urlare mentre Hermione prendeva a dargli calci. «Ti prego, ti prego!» imprecò saldamente mentre cercava di tenerla abbastanza lontana. «Veritaserum!» urlò.

Hermione si immobilizzò. «Che cosa?» sibilò, inviperita.

«Datemi del Veritaserum.» ripeté lui. «Non ti ho dato io la pozione. E se non vuoi credermi ne hai tutti i diritti ma sono pronto a dimostrarlo. Datemi il Veritaserum.» si rivolse verso la McGranitt.

«Signor Malfoy, non possiamo somministrare così alla leggera una pozione tanto potente a uno studente.» Minerva scosse la testa, sorpresa.

«Io vi do il permesso di farlo.» ribatté lui, quasi puntando i piedi. «Non ho drogato nessuno.» scosse la testa, rivolgendosi a lei. «Non l'ho fatto Granger, te lo giuro.»

«Perché dovrei crederti, brutto figlio di...» Hermione si divincolò di nuovo dalla sua presa. Respirò profondamente, riprendendo fiato.

Lui scosse la testa. «Perché mai avrei dovuto farlo?» rispose, con una nota di disperazione. «Chi è stato a accusarmi?»

«Questa non è un'informazione che posso darle.» la McGranitt lo guardò con un cipiglio sul viso.

«Perché?» chiese. «Perché qualcuno può accusarmi ed essere creduto senza prove e io non posso sapere chi è stato o non posso difendermi?»

La McGranitt esitò per qualche secondo mentre la risposta rimaneva aleggiante tra loro quattro.

«Signor Malfoy...» prese un grosso respiro. «Quando è rientrato in questa scuola, quest'anno, sono state poste delle regole e delle restrizioni per...»

«Proprio perché sono a conoscenza di queste regole, professoressa, perché mai avrei dovuto fare una cosa del genere?» lui strinse i denti. «La prego. Farò quello che vuole, le firmerò anche una dichiarazione ufficiale. La prego, interrogatemi con il Veritaserum.»

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