Per tutto il viaggio in auto che porta Manuel, Chicca e Simone a casa del primo, il maggiore teme gli possa scoppiare la testa da un momento all'altro: l'amica e il pilota hanno scelto di sedersi dietro, ignorando il "Ma che so' 'n taxi?" di Manuel che proprio non capisce come si possa diventare così amici nel giro di neanche mezz'ora.
Mai aveva sentito Simone parlare così tanto, non pensava che bastasse la presenza di Chicca per farlo diventare quasi logorroico, ma è esattamente quello che succede.
Da quando sono saliti in macchina, e anche adesso che si trovano sul pianerottolo di casa Ferro mentre Manuel cerca le chiavi nelle tasche dei pantaloni, non hanno smesso di parlottare tra loro - di Manuel, ovviamente.Inserisce le chiavi nella toppa e "Se avete intenzione de parla' male de me tutta la sera ditemelo che tolgo il disturbo." sbuffa lasciando le chiavi nello svuotatasche sul mobile a destra e lanciando il bomber verde sul divano.
"Fai meno 'r permaloso che non stamo a parlà male de te, Simo non te conosce bene, ce devo pensà io." ridacchia Chicca chiudendosi la porta alle spalle e andando a controllare la presenza di birre in frigo per capire se ordinarle insieme alla pizza.
Simone intanto si è ammutolito, rosso in viso per il rimprovero di Manuel e curioso di guardarsi intorno per scoprire qualcosa di più su di lui.
"Manco mezz'ora e già è Simo?" sbuffa una risata il maggiore mentre si toglie le scarpe e le lascia all'ingresso. "Oh te poi mette' seduto eh, che stai a fa' fermo qua." ridacchia sfiorandogli la spalla con la sua per poi buttarsi poco elegantemente sul divano.
Simone, che davvero se ne sta in piedi al centro del salone con le mani dietro la schiena, annuisce e si toglie la giacca verde piegandola - sotto gli occhi divertiti del padrone di casa - e poggiandola su una sedia vicina.
"Simo te che pizza voi?" si volta quando vede apparire la testa di Chicca da quella che presume sia la porta della cucina.
"Una - margherita andrà bene." gli sorride e titubante si avvicina a Manuel che intanto ha già acceso la televisione. Si siede al lato opposto del divano e continua a guardarsi intorno, notando la quantità di colori che abbellisce le pareti, i mobili, i tappeti per terra. Nota anche parecchio disordine e per questo si tortura le dita, per evitare di alzarsi e mettere ogni cosa al suo posto, smosso dalle sue manie di ordine e pulizia.
"Sì 'o so, pare che è cascato 'n'arcobaleno qua dentro, 'mi madre s'è voluta occupà de sta stanza. Camera mia è tutta nera infatti." ridacchia Manuel nel notare l'espressione curiosa del piccolo.
"No è - bello, così colorato." sorride focalizzandosi sulla tv davanti a sè e passandosi le mani sui pantaloni più e più volte, pensando che vorrebbe proprio vederla camera sua, ma in un altro contesto.
Manuel lo nota e volta completamente la testa nella sua direzione "Comunque prima stavo a scherzà, puoi parlà quanto te pare." non gli sembra superfluo sottolineare l'ovvio perché ha imparato che il piccolo non ci mette niente a sentirsi a disagio, anche per il nulla.
Simone annuisce accarezzando la stoffa del copridivano - scelto e regalato da mamma Anita - con l'indice e tenendo lo sguardo basso "Sì lo so, anche noi stavamo scherzando." preoccupato che Manuel possa essersi davvero offeso.
Il maggiore annuisce lentamente non sapendo come ribattere, spera però di incrociare lo sguardo dell'altro che invece - presume per imbarazzo - lo sta evitando. "È simpatica Chicca." finalmente alza lo sguardo su di lui e Manuel sorride.
"'O so. Siete diventati migliori amici 'n mezz'ora praticamente." ridacchia portando un piede sul divano per potersi girare meglio verso il pilota, che gli sta sorridendo.
"Macchè." sbuffa una risata. "Anzi penso di - dovermi tipo scusare, non so." Simone porta il pollice sulle labbra per mangiucchiarsi l'unghia.
"E de che?" Manuel aggrotta le sopracciglia non capendo proprio a cosa stia alludendo.
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L'ultima curva - Simuel
Fiksi PenggemarAU in cui Simone è un pilota di motorsport e Manuel il suo meccanico. Insieme sognano la Formula 1.