Una storia che inneggia il profumo dei sentimenti di altri tempi, il sapore antico dell'amore filiale anche fra chi non ha lo stesso sangue che scorre nelle vene. Sì, perché l'amore universale è capace di tutto, va oltre qualsiasi barriera, supera ogni confine e viaggia senza tempo in cuori puri e in anime profonde.
Queste sono le parole con cui posso definire la grande storia umana che racchiude questo libro, non ci sono parole appropriate per definire, come meriterebbe, un romanzo così toccante e vibrante di resilienza. Una resilienza che narra una vita con le ali spiegate tra fantasia e realtà.
Dietro all'opera c'è la penna esauriente, mite e dolce di un'autrice veramente talentuosa. Dal suo inchiostro trasudano la caparbietà e il coraggio di una donna che nonostante abbia avuto due figli suoi e un divorzio alle spalle, ha voluto immergersi nell'esperienza dell'affido familiare. Un'esperienza, che secondo Ornella Stocco, autrice del romanzo, è tutta da provare. Sì, da consigliare anche alle persone single. Nonostante lei abbia partorito due figli, sangue del suo sangue, in un particolare periodo ormai maturo della sua esistenza, ha voluto abbracciare l'idea dell'affido.
Ho apprezzato persino l'introduzione, dove l'autrice presenta insieme alle altre essenziali figure femminili del romanzo, anche se stessa, con un occhio esterno e al contempo interiore. Ebbene, il romanzo si divide in tre parti, dove la Stocco decide di usare un punto di vista narrativo diverso. La prima parte affronta e spiega infatti la decisione di voler firmare un contratto di affido presso il Centro di Affido Familiare di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso. Infatti, l'ambientazione spazia tra Pieve, sede del Centro, e Cison di Valmarino, dove abita Ornella.
Serghei, oltre a essere il protagonista della storia a pari passo con Ornella, dall'altra incarna il personaggio più complicato, perché racchiude dentro di sé tantissima tenerezza e dall'altra moltissima rabbia di vivere. I primi incontri saranno difficili, perché Serghei non sarà così malleabile con Ornella. Ma non lo farà per presa di posizione nei suoi confronti, bensì per una presa di posizione verso la vita in se stessa, per la paura di essere abbandonato, oppure come di solito gli capita, di essere sballottato come un pacco a destra e a sinistra.
E la Stocco ci fa comprendere la difficoltà dello stato d'animo del ragazzo (quasi come se fosse lui) in punta di piedi, con garbo ed eleganza, laddove la privacy non venga oltraggiata, mescolando la realtà con una convenzionale e ben congeniata fantasia su fatti e personaggi. Serghei è un ragazzo buono, bello e anche solare, ma soprattutto istintivo. La sua bellezza è proprio questo, nel bene e nel male.
Vedremo un giovane che affronterà il periodo critico della sua età adolescenziale dividendosi fra la delizia del primo amore, l'impulsività rabbiosa dei suoi repentini cambi d'umore, la presenza di un coltellino a serramanico in tasca e l'uso di sostanze stupefacenti. Tutte definite le cosiddette "ragazzate". Dall'altra, però nasconde dentro al suo cuore anche tanta dolcezza e incantevole tenerezza, che grazie a Ornella tirerà fuori. La donna, nonostante i dubbi sull'affido davanti alle prime difficoltà incontrate con il ragazzo, alla fine si innamora letteralmente di lui come fosse un altro suo figlio o addirittura un suo adorato nipote.
Ornella per Serghei in quei momenti passati insieme diventa una madre, una nonna, una zia... Insomma, una figura familiare a tutti gli effetti.
La seconda parte del romanzo fa un passo indietro e con una sorta di flashback l'autrice racconta la tragedia che coglie la famiglia di Dimitrij a San Pietroburgo con la morte della moglie Sonya dando alla luce proprio Serghei, il quarto figlio. La Stocco, se prima protagonista a cuore aperto, qui fa diventare le lacune che ha sull'infanzia e la vita del ragazzo un vero e proprio romanzo addolcito dalla sua eccellente creatività.
L'autrice narra con maestria gli avvenimenti mischiando l'autenticità della realtà della prima parte con l'estro della seconda, ma soprattutto riesce a creare empatia fra il lettore, i sentimenti e le emozioni dei personaggi.
Infine la terza parte che unisce l'adozione da parte dei due veneti Claudia e Mario Boccia che non potendo avere figli adotteranno Serghei e andranno fino in Russia a prenderlo. Ma il destino ancora una volta sembra voler punire Serghei che appunto a causa delle numerose perdite subite, alla fine, già a soli quattordici anni (quando conoscerà Ornella), si sentirà perduto e terrorizzato dall'idea di essere abbandonato ogni volta. Inoltre, avremo ancora tra immaginazione e realtà anche l'epilogo della storia di affido tra Serghei e Ornella.
Concluderei, definendo "IL BAMBINO VENUTO DAL FREDDO" una favola dagli accadimenti amari e dai risvolti tragici, ma che nella sua anima nera, racchiude ancora una sfumatura di rosa che convince il lettore a credere sempre e comunque nell'amore. Perché l'amore può tutto.
Francesca Ghiribelli
scrittrice poetessa editor
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Il bambino venuto dal freddo #wattys2021
General Fiction🎇STORIA VINCITRICE WATTY 2021🎇 ➡️TRAMA Quattordici anni e già un passato da adulto. Un adolescente problematico, con tutta la rabbia di un'infanzia che non vuole ricordare e che lo porterà molto vicino al punto di non ritorno. Questa che sto per...