Capitolo 1.

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Se quando aveva sei anni avessero detto a Linda che a sedici sarebbe finita tra quattro mura del cazzo circondata da gente che lanciava palline di saliva, urlava ma soprattutto PUZZAVA, lei si sarebbe sicuramente messa a ridere e avrebbe risposto "Guarda che io farò la principessa."

Si, la principessa eh.

E ci provava davvero a seguire la lezione di inglese, ma aveva una specie di scimmia puzzolente vicino che le tirava ogni tipo di oggetto che si potesse trovare lì intorno. Ne era certa, avrebbe sicuramente ammazzato Lighea per non essere andata a scuola quel giorno.

Un'ora dopo era nel corridoio della scuola con i libri in una mano e il telefono nell'altra quando venne urtata da qualcuno e i libri le caddero.

"Oddio scusami non ti avevo vista." la ragazza si abbassò per aiutarla a raccogliere i fogli. "Non ti preoccupare, capita." alzò lo sguardo per guardare la ragazza e incrociò un paio di occhi dal colore indefinibile. Con una mano prese i libri che la biondina le porgeva e riuscì appena a dire "Grazie". La ragazza le sorrise e, cazzo. Quello era il paradiso, davvero.

"Prego, e scusa ancora." poi la guardò andare via e avrebbe voluto sprofondare per cancellarsi l'espressione da pesce lesso che aveva stampata sul viso.

Aprì l'armadietto e ci buttò dentro la propria roba. Poi la sentì, quella leggera 'tosse da richiamo', e non potè fare altro che chiudere l'alta con una sonora botta per trovarsi davanti un Sam con quel sorrisino strafottente che Linda avrebbe voluto far diventare un'espressione di dolore dovuta a un suo calcio al basso ventre. il problema era che lui era fin troppo coglione e lei fin troppo educata.

"Cosa vuoi oggi, Sam?" dopo circa tre anni di rompimento di scatole senza dire una parola, questa volta si stava spazientendo.

"Uh tesorino lo sai che oggi sei davvero arrapante?" Linda in quel momento pregò chiunque ci fosse lì su per non prendergli la faccia e sbattergliela a terra.

"Eh si bla bla bla dimmi che cavolo vuoi così me ne posso andare."

"Mh nervosetta oggi eh? Vediamo se la tensione si alleggerisce.." e si avvicinò per poi portare una mano a palparle il sedere.

Una cosa che bisognava sapere su Linda era che non le piaceva venire toccata. Ogni essere doveva starle ad almeno un passo di distanza, e nel momento in cui alzava le mani a lei non importava chi fosse, gliel'avrebbe volentieri spezzata senza ritegno. Per questo non ci mise molto a prendere la mano del coglione, girargli il braccio il più possibile e sferrargli un calcio dritto nei gioielli di famiglia. Adesso avrebbe avuto un po' di problemi con la riproduzione.

Non chiedetele come, ma Linda si era ritrovata a pulire i corridoi della scuola dopo la fine delle lezioni. sapeva solo che la preside era venuta a conoscenza del suo teatrino nel corridoio e il braccio ingessato di un Sam quasi zoppo era stata una prova eccellente per dire che effettivamente era stata colpa di sua. Beh almeno non le avrebbe dato più fastidio.

Ma, davvero non sapeva cosa era peggio tra il fatto che dopo del pavimento avrebbe dovuto pulire i bagni o il pensiero di cosa le avrebbe fatto suo padre una volta tornata a casa.

Fidatevi, c'era un motivo se in tre anni aveva rischiato di beccarsi più infezioni alla vescica a costo di trattenersi per cinque ore. Quel bagno doveva essere un tipico esempio alla 'Non aprire quella porta'.

Sentì solo dei leggeri passi per poi voltarsi e trovarsi davanti alla ragazza di quella mattina. Inutile dire che Linda era paralizzata.

"E tu?" aveva un tono dolce quasi divertito.

"Ehm..punizione."

"Uh quindi sei tu quella che ha fracassato quel cretino. Complimenti bel calcio" e sorrise.

Linda rise "Beh dopo anni che lui fracassava la mia pazienza quello era il minimo. Che ci fai qui?"

"Vengo ogni pomeriggio per aiutare Concetta, oggi vedo che non c'è quindi aiuto te. Comunque sono Silvia."

"Linda."

Quando si strinsero la mano per furono un quintale di brividi lungo la schiena.

Avevano lustrato quelle pareti come se fossero cristalli e alla fine Silvia si era premurata di voler accompagnare Linda a casa perchè "E' un brutto orario" aveva spiegato.

"Allora tu.. sei impegnata?" Silvia era carina quando arrossiva.

"Dipende da che vuoi dire.."

"In generale"

"Beh no"

"Bene, domani dopo scuola ti porto in un posto." ed era andata via lasciandole un bacio sulla guancia quando erano ormai sulla porta di casa di Linda.

Non potevano essere farfalle. No. Non dovevano esserlo.

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