Capitolo 13

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«Carlos grazie di essermi venuta a prendere nonostante il poco preavviso.»
«Non c'è nessun problema, spero che la camera che ti hanno riservato sia abbastanza comoda.»
«Non ti preoccupare, avrei dormito anche su un divano qualsiasi, poi sicuramente sarà perfetta.»
«Senti. posso sapere per quale motivo sei sparita? Hai anche cambiato numero...»
«Ti ricordi dopo la gara in Canada? Quando ho sentito tu, Pierre e Charles parlare? Al momento ho dato completamente di matto per cui sono tornata a casa a piedi per sbollire la rabbia, Max è arrivato prima di me e l'ho sentito al telefono con qualcuno che poi ho scoperto essere il tuo amico. Fatto sta che stavamo discutendo di qualcosa, solo dopo ho compreso che ciò che vi stava dicendo Charles era vero; così impulsiva come sono l'ho mandato via con una scusa, ho preparato la valigia in fretta e furia e sono scappata a casa mia. Inizialmente non volevo più avere a che fare con nessuno, senza offesa ovvio, poi ho parlato con una mia amica e con mia madre e beh, eccomi qui a Silverstone.»
«Non voleva di certo che lo scoprissi così, stava aspettando il momento giusto, poi aveva molta paura che tu non gli credessi.»
«Lo so, ma lui come sta?»
«Conosci Charles, non ammetterebbe mai di esserci rimasto male, ma è così. Avrebbe voluto che tu fossi andata da lui dopo ciò che avevi sentito, si è sentito un po' abbandonato credo; figurati adesso che è pure single.»
«Si sono lasciati? Non ne avevo idea. Quando è successo e perché? Credevo andassero molto d'accordo...»
«È una cosa molto recente e si, andavano d'accordo prima che...»
«Prima che?»
«Niente, non sono fatti miei. Su andiamo.» chiuse bruscamente il discorso Sainz prima di scendere dall'automobile per permettere al parcheggiatore di sistemare l'auto.
Entrati nell'hotel il pilota aiutò Sara a fare il check-in, portare le valigie in stanza e a sistemare il tutto, poi scesero insieme per la cena. Durante il pasto furono raggiunti anche da Pierre che, come quasi tutti quanti i piloti, alloggiava in quell'hotel e si informò sulle ultime novità sulle quali ovviamente non poté non dire la sua.
«Ok, secondo me dopo aver chiarito capirete quanto siete innamorati l'una dell'altro, vi mettete insieme e vivrete felici e contenti. No Carlos?»
«Claro que se amigo.»
«E vuoi sentire la coincidenza? Alloggia qui anche lui anzi, tra poco dovrebbe venire a cena.»
«Giuro che se hai organizzato qualcosa - disse puntando il dito contro il francese - è la tua fine Pierre Gasly. Vale anche per te Carlos, nel bene e nel male sei suo complice.»
I due ragazzi si guardarono e scoppiarono a ridere alla vista del finto volto arrabbiato della ragazza, ad un certo punto però tutti e tre sentirono delle urla di due ragazzi arrivare da fuori l'aria ristorante; cercarono di lasciar perdere quando però le riconobbero: erano Charles e Max.
«Se tu ti fossi fatto i cazzi tuoi tutto questo non sarebbe successo.» urlò l'olandese gesticolando in modo irascibile e avvicinandosi lentamente a Charles.
«L'ultima cosa che puoi fare è darmi la colpa, non sono nemmeno stato io a dirglielo, anche se avrei dovuto. Tu le hai rovinato la vita, le hai riempito la testa di un mucchio di stronzate.»
«Forse dovresti chiederti perché mi ha creduto così facilmente: probabilmente aveva capito che tu eri, anzi sei, un completo idiota.» in quel momento Charles perse la calma che aveva messo da parte e proprio mentre stava praticamente per saltare addosso all'olandese sentì una mano su un braccio che lo trascinò via dall'ingresso.
«Marc, non ne vale la pena.»
«Che diavolo ci fai qui? Credevo fossi sparita.»
«Ti va di andare a prendere un gelato? Ti prometto che ti racconto tutto.»
«Ok, due passi?»
Per circa quindici minuti, fino a quando non presero il gelato, restarono completamente in silenzio, nessuno dei due aveva il coraggio di rompere quel silenzio e di farsi avanti esprimendo i propri sentimenti.
Charles mentre stavano camminando osservò di nascosto il volto della ragazza e fu in quel momento che, grazie una strana sensazione allo stomaco, capì che nonostante gli anni, nonostante Charlotte, nonostante ciò che credeva lei avesse detto su di lui, non aveva mai smesso di essere innamorato di lei, dei suoi occhi e del suo sorriso.
Sara invece non era riuscita neanche per un secondo ad alzare lo sguardo, continuò a fissare per tutto il tragitto il marciapiede, viaggiò però con la mente. Si fece mille film mentali su quello che sarebbe potuto accadere quella sera ed era certa che non si sarebbero avverati, l'unica cosa di cui era certa però era che avrebbe risolto con lui. Sperava di essere in grado di lasciarsi il passato alle spalle, chiarire il motivo della sparizione di Leclerc e riprendere da dove si erano lasciati.

Sempre in due || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora