Capitolo 4

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Alla cena Sara si era divertita molto, aveva chiacchierato con molti dei piloti lì presenti specialmente con Carlos e Pierre Gasly, pilota della AlphaTauri, che viveva a Milano proprio come lei, i due infatti rimasero scioccati dal non essersi mai visti essendo concittadini.
Arrivati a casa si prepararono per dormire quando Max si schiarì la voce per poi iniziare a parlare.
«Sara, ormai stiamo insieme da due anni, anche se per colpa mia e del mio lavoro sono solo pochi mesi che stiamo uscendo allo scoperto. Voglio però che tu sappia che farei di tutto per te, qualunque cosa, veramente. Sto bene con te, mi piace farti ridere, vederti fare il tifo per me, vorrei solo che tu lo sapessi.»
«Max, ma certo che lo so, non ti devi preoccupare. Stiamo bene insieme, niente rovinerà tutto questo ok?»
«Ti ricordi l'anno scorso? Dopo la premiazione dell'ultimo Gran Premio?»
«Certo che mi ricordo, perché?»
«Tu mi hai detto una cosa, e io non ti ho mai risposto, beh ecco vorrei farlo stasera.»
«Max...»
«Ti amo anche io.»
Sara sorrise e immediatamente si buttò tra le braccia di Max, posò le sue labbra sulle sue rendendo poi il bacio sempre più passionale fino a che i due non iniziarono a spogliarsi per assaporarsi a vicenda tutta la notte.
La mattina dopo Max preparò la colazione per entrambi, si allenò e dopo essersi fatto una doccia propose un'uscita romantica alla ragazza che entusiasta accettò.
Appena saliti in auto il giovane iniziò a guidare senza dire la direzione alla ragazza che iniziò a pensare a tutte le possibili destinazioni, alla fine quella reale fu la spiaggia, luogo del cuore dei due ragazzi che si erano messi insieme ufficialmente quel giorno.
Sara rimase scioccata, mai aveva visto Max così vicino a lei come negli ultimi giorno, i discorsi della sera prima, la sorpresa di quel giorno, inoltre notava che anche quando stavano in mezzo ad altre persone tendeva a cercare costantemente un contatto con lei; se da un lato tutto ciò la faceva sentire importante come per lei lo era lui, dall'altro lato la straniva, dopo due anni di relazione non lo aveva mai visto così.
Arrivati sulla spiaggia il pilota stese un telo e si sedette invitando la ragazza a fare lo stesso, le mise un braccio attorno alla spalla e in silenzio guardarono il mare, lasciarono che il rumore delle onde travolse i loro corpi, erano loro e il mare, come due anni prima.
«Ehi... - disse Sara spostando il braccio di Max dopo qualche minuto e sedendosi di fronte a lui - Io apprezzo tutto questo, sul serio. I discorsi di ieri sera, questa sorpresa, è solo che... andiamo, è strano. Tutto d'un tratto sei così dolce, non fraintendermi mi piace, solo che vorrei sapere cosa passa attraverso questa bella testolina.» concluse scompigliandogli i capelli dolcemente.
«Charles.» esclamò tutto d'un fiato.
«Che c'entra Charles?»
«È che ho paura. Tu eri follemente innamorata di lui, per anni lo sei stata. Ho paura che in questi giorni vedendolo tu possa ricominciare a sentire delle cose per lui, poi noi siamo completamente diversi. Lui è un tipo smielato, da mazzo di fiori e cioccolatini ogni giorno, io no. Sono esattamente l'opposto, non vorrei non fosse abbastanza.»
«Max... io sto con te. - disse Sara prendendo il volto del fidanzato tra le mani - Mi piaci tu, nessun'altro. È vero, ero follemente innamorata di Charles, ma dopo quello che ti ha detto su di me non potrei mai amarlo, non di nuovo. Ci sei solo tu, sarà sempre così.»
«Ti amo. Ora che l'ho detto lo ripeterò ogni giorno sappilo.» esclamò divertito l'olandese accarezzando la coscia della ragazza.
«Mi piacerebbe. Ora che ci penso però potresti regalarmi dei fiori ogni tanto.» scherzò lei prima di baciare il sorriso che era apparso sul volto di Max.
La mattina successiva la giovane si svegliò improvvisamente per lo squillo del suo telefono che fece aprire gli occhi anche al giovane accanto a lei, subito le si gelò il sangue quando vide che a chiamarla era sua madre.
«Mamma, che succede? Perché mi chiami a quest'ora?»
«Tesoro, credo tu debba venire qui oggi, papà non è stato bene.»
«Che significa? - chiese ormai alzata dal letto mentre correva ad aprire l'armadio - Cosa ha avuto?»
«Non lo so, siamo appena arrivati in ospedale, è svenuto poco tempo fa mentre stava andando al bagno.»
«Ok, stai tranquilla, ora trovo un volo o qualcosa per venire subito, tu tienimi aggiornata.» concluse la chiamata per dedicarsi poi alla preparazione di uno zaino per poter partire.
«Amore che succede?» domandò ancora Max ancora mezzo addormentato.
«Devo raggiungere immediatamente i miei a Milano, papà è stato male.»
«Cazzo, usa il mio aereo, arriverai tra un paio d'ore massimo, ti accompagno all'aeroporto.»
«Sicuro?»
«Ma certo, si tratta di tuo padre.»
«Ok, allora... grazie.»
«Dai, andiamo. Vedrai che andrà tutto bene, ricordi? Tutto andrà bene finché siamo noi due.»

Sempre in due || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora