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Paura.
Come può una misera parola, composta da 5 lettere, racchiudere qualcosa che ti preme nella bocca dello stomaco e non ti fa respirare?
Come può indicare i brividi, i respiri irregolari, la sudorazione eccessiva, il tremolio della voce e delle gambe?
L'essere umano è incredibile, a volte.

La paura ti mangia vivo, pensi di essere impotente, di non avere una via d'uscita.

Da bambina, Alicia aveva paura del buio.
Condividevamo la camera e, ogni notte, teneva una lucina accesa vicino al lettino.
Io preferivo il buio assoluto.
Non siamo mai andate d'accordo su questo.
Alla fine la lasciavo vincere, era per il suo bene.
Molte volte accendevo la lucinaq anche prima che lei me lo chiedesse, era diventato di rito.
Alla fine, ho sempre messo lei al primo posto.

Ora, quella stessa paura mangia me.
La sento amplificata.
Mi divora dentro e no, non respiro.

"Sua sorella sta bene, i valori sono regolari, deve solo svegliarsi"

Un sospiro di sollievo lascia la mia bocca.
È viva, ce l'ha fatta.

"Hey piccolina, la mamma presto potrà tenerti tra le sue braccia, proprio come sto facendo io adesso"
Parlo alla bambina come se potesse già capirmi.

Poco dopo la portano via, mi informano che potrò andare a vederla durante alcuni orari, nel nido.
Solo dopo mi accorgo dell'assenza di Ayra, non c'è più in sala d'attesa.

"E così, è vero quello che si dice... le sorelle Zahir sono immortali"

"Mia sorella è forte, Maca.
L'immortalità non c'entra"

Mi lancia uno dei suoi sorrisetti, uno di quelli che di solito mi fanno incantare a guardarla.

"La polizia è già al lavoro, scopriremo chi è stato e ti giuro che-"
Ha uno sguardo pieno di rabbia e rancore, è così simile a me.

Forse è per questo che non riesco a smettere di pensare a lei, da quel giorno al bar.

"So già chi è stato"
Mi sembra di aver visto una scintilla illuminare i suoi occhi, o magari sono io ad averla immaginata.

Mi punta un dito accusatorio all'altezza del petto.
"TU, SAI CHI È STATO E NON DICI NIENTE?"

"Mi farò giustizia da sola"

"che? ma sei pazza! non puoi farlo... lo sai che faccio parte della polizia, vero? Io queste cazzate non dovrei nemmeno sentirle"
Mi scuote per le spalle, io la guardo male e lascia subito la presa.

"E sentiamo, cos'è che fa la polizia? Trova il colpevoli, li arresta e poi? Dimmelo, cosa succede poi?"
Incrocio le braccia al petto, aspettando una risposta che conosco fin troppo bene.

"Gli daranno sicuramente alcuni anni di carcere e-"

"E poi li rilasceranno anche prima per buona condotta, giusto? Vedi? Questa la chiami giustizia?"

"Secondo il codice penale lo è"

"Mi ci pulisco sai cosa? con il vostro codice penale"
Le regalo un sorrisetto divertito.

"Dovrei arrestarti per intralcio alla giustizia poi, ed io non posso farlo..."

"Non puoi o non vuoi, mh?"
Ho accorciato un po' la distanza che ci separa.
Amo dannatamente tanto metterla sotto pressione.

"Zulema!"
Maledetta Ayra ed il suo tempismo di merda.

"Alicia? ci sono novità?"

"È nata mia nipote, sta bene, ora è nel nido"
Penso mi stiano brillando gli occhi.

"Lei sta bene, deve solo svegliarsi"

"Ma che bellissima notizia! Lo farà presto, ne sono certa!"
Mi abbraccia forte, io ricambio impacciatamente.

"E Germán? Come sta?"

"Non lo vedo da ore... Maca, hai visto Germán?"
La bionda scuote la testa in segno di negazione.
È strano, davvero tanto strano.

Quell'uomo lo odio, so che la cosa è reciproca ma, non avrebbe mai lasciato da sole sua moglie e sua figlia, in quelle condizioni.

Chiamo Mark, lo informo delle novità.

"E ho bisogno del tuo aiuto, scopri dov'è Germán.
Mi fido di te."

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Un'oretta dopo mi ritrovo davanti al nido, non riesco a smettere di guardare quel piccolo esserino.
Penso a come sia nata, senza sentire effettivamente il calore della madre.
Non so nemmeno che nome abbia.
Alicia e Germán stavano decidendo tra un paio di nomi.
Alicia tempo fa disse che avrebbe deciso solo un volta avuta la piccola tra le sue braccia.
Magari fosse andata così.

Il telefono vibra, è Mark, mi ha mandato un messaggio con la posizione attuale di Germán.
Clicco sul messaggio, apro google maps ed ingrandisco.

Lui è lì, proprio lì, dove sono stata tante volte fino a 5 anni fa.
Proprio dove la mia vita si è spenta.
Lui è nel rifugio dei Messicani, qui a Madrid.

Ed io sono qui, pronta ad ucciderlo.

HERMANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora